Chick flick all'italiana.
Mentre oltreoceano impazza il fenomeno bad girls con Kristene Wiig e Cameron Diaz a capeggiare un ondata di ragazze che in quanto a sfacciataggine non avrebbero nulla da invidiare a quelle di Tarantino (quest'anno le danze erano iniziate con Bicht Slap e Sucker punch) dalle nostre parti il cinema al femminile in versione mainstream è ancora lasciato alla commedia romantica tout court, moderne versioni dei romanzi di Jane Austin declinate secondo le mode del momento.
In questo caso, la tendenza è quella di mischiare il cinema "Manuale" di Giovanni Veronesi, con la voce fuori campo a supportare i vari snodi della storia, con il romanticismo spiegato e paragrafato di Federico Moccia, quello suddiviso per capitoli evidenziati sullo schermo per meglio esplicitare le varie fasi del racconto.
Una struttura adottata per sintonizzarsi sui recenti successi del cinema italiano (anche l'uso di attori prettamente televisivi lo conferma) ma poco fluida per un film che invece necessiterebbe di maggior scioltezza per bilanciare la scarsa vena dei dialoghi. Incentrato sulle vicissitudini amorose di Sofia, eternamente delusa dagli uomini ma non per questo decisa ad abdicare, e delle sue amiche, Penelope, sempre in cerca della prossima conquista ed Alice, sposata ad un uomo distratto, il film è pure incerto nello stile che passa da carrellate circolari modello Ozpetek, ad un accenno di immagini sfocate a sottolineare forse lo stress di una situazione, ed ancora, riprese concentrate all'inizio del film e poi abbandonate, in cui l'uso del grand'angolo vorrebbe sottolineare il disagio del soggetto.
A parte la trovata del titolo, alambiccato quanto basta per attirare l'attenzione dello spettatore ma in fin dei conti irrilevante rispetto alla storia, ed ancora l'espediente utilizzato per creare analogie tra il comportamento animale e quello umano, ricavato dalla studi di Sofia, "Come trovare nel modo giusto l'uomo sbagliato" non riesce a trovare una sua identità.
Peccato perchè la presenza di un attrice come Francesca Inaudi, a dire il vero molto simile a quella del tormentone catodico Tutti pazzi per amore, e di Enrico Silvestrin, redivivo ma efficace nel tratteggiare lo spaccone sciupafemmine meritavano qualcosa in più.
(pubblicata su Roma giorno e notte)