Tartarughe Ninja
di Jonathan Liebesman
con Megan Fox, Alan Ritchson, Will Arnett, Whoopi Goldberg, William Fichtner, Noel Fisher
Usa, 2014
Genere, azione, fantasy, avventura
durata, 101'
Che la versione
americana del cinema mainstream
stia attraversando un periodo di scarsa ispirazione è un fatto oramai
conclamato. A dirlo basterebbe il tasso di riproducibilità dei suoi
prodotti,
sfruttati fino all'osso con una serialità da carta copiativa. Ultimo
arrivato è, in questo senso, il nuovo film dedicato alle avventure delle
Tartarughe
Ninja, personaggi creati non meno di
vent'anni orsono dalla coppia di cartoonist Eastman e Laird, e già titolari di
una versione animata passata sul grande schermo nel 2007.
Questo per dire come
il lungometraggio diretto da Jonathan Liebesman non solo non costituisca una
novità nel panorama cinematografico dedicato alle testuggini guerriere ma che,
presentandosi come reebot dell'originale, rispetti in pieno la tendenza di una
tipologia cinematografica - il blockbuster - che ha saputo fare di necessità virtù, spostando l'importanza
delle sue proposte dai contenuti alla forma, grazie ad un uso calibrato di una
tecnica che oggi gli permette di essere competitivo grazie alla verosimiglianza
di effetti super speciali.
Ecco che allora, con uno scostamento pari allo zero in termini di storia, la saga di Michelangelo, Donatello, Raffaello e Leonardo si dispiega con scioltezza attraverso una serie di conferme che, se da una parte fanno felici i cultori del fumetto, dall'altra soddisfano i canoni del genere, presentandoci una vicenda che mette insieme le origini del sodalizio supereroistico (ci sono di mezzo esperimenti da laboratorio e manie di onnipotenza) con la presenza di una nemesi che qui assume le fattezze di un nemico, che per assecondare le virtù combattentistiche dei "fantastici quattro", assomiglia a un Iron Man in salsa giapponese.
Prodotto da Michael Bay che ci mette del suo con la presenza di Megan Fox (qui nella parte di una novella Lois Lane) pronta a rilanciarsi con un ruolo che in parte compensa la mancanza di fascino dei nostri supereroi, "Tartarughe Ninja" vorrebbe tradurre le peculiarità fisiognomiche del soggetto in un surplus di simpatia che però non è sostenuta dalla brillantezza dei dialoghi che la sceneggiatura mette in bocca agli attori. Nel corso dell'azione battute e smargiassate si sprecano ma se è vero che la volgarità è tenuta a bada con sufficiente efficacia, altrettanto non accade sotto il profilo della progressione narrativa che appare monocorde e piatta. Una carenza che non ha impedito a "Tartarughe Ninja" di diventare uno dei campioni d’incassi dell'estate americana.
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