Gatta Cenerentola
di Alessandro Rak
con Alessandro Gassman, Maria Pia Calzone, Massimiliano Gallo
Italia, 2017
genere: animazione
durata, 82’
Vittorio Basile è un armatore che inventa "un fiore all'occhiello dell'ingegneria navale italiana"
per dare lustro alla città di Napoli. Tuttavia, l'avidità del faccendiere Salvatore Lo Giusto, detto 'o Re, e della bella Angelica Carannante, promessa sposa di Basile, mette fine alla vita e ai sogni dell'armatore, lasciando la piccola Mia, figlia di primo letto di Vittorio, nelle grinfie della matrigna e dei suoi sei figli, cinque femmine e un "femminiello", che affibbiano alla bambina il soprannome di Gatta Cenerentola. Riuscirà Primo Gemito, ex uomo della scorta di Basile, a
riportare la legalità nel porto di Napoli e a sottrarre Cenerentola alla sua prigionia? Alessandro Rak, già autore del pluripremiato “L'arte della felicità”, riunisce le forze con Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone per dare vita ad una delle favole contenute ne
“Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile, cui era ispirato Il racconto dei racconti di Matteo
Garrone. Su quella stessa favola è basata anche l'opera teatrale di Roberto De Simone, ma la squadra di Rak raggiunge un obiettivo diverso: trasformare un testo seicentesco in un filmd'animazione ambientato ai giorni nostri senza perdere nulla della forza archetipica della
storia, né dello spirito partenopeo che permea ogni aspetto dell'immaginazione visiva di Rak,
ma non ne diventa mai limite provinciale. Napoli è uno dei protagonisti di “Gatta Cenerentola”,
eppure non appare se non attraverso le "maschere" protagoniste della storia, prima fra tutte
quella straordinariamente espressiva di 'o Re, testimone della gigantesca potenza d'attore di
Massimiliano Gallo.
L'animazione è totalmente tridimensionale, nel senso più autentico del termine: la profondità
di campo è data soprattutto dalla stratificazione del disegno e da accorgimenti di classe
come la presenza costante nell'aria di pulviscolo e cenere. Molti registi fanno perno sulla potenza metaforica della fiaba di Cenerentola, a cominciare dalle scarpe, che qui moltiplicano la loro valenza simbolica: certificazione di femminilità, possessione infantile, evocazione di ricordi, consumo voluttuario non dissimile da quello della droga. Tocca proprio a 'o Re "fare le scarpe alla città", contrapponendosi all'uomo che per Napoli ha "dato l'anima". Resta intatto il senso di usurpazione che è l'essenza della favola
originale, ma anche di una città in cui le buone intenzioni e la creatività degli onesti diventano
leva di potere per la genialità criminale di chi fa dell'arte di arrangiarsi un vanto. La dimensione
spettacolare è così importante, per Napoli e per “Gatta Cenerentola”, che 'o Re è anche un
perfomer neomelodico pronto a portare in palcoscenico ogni sua iniziativa. Questo farabutto
ha una sua dimensione carismatica, è degno erede della tradizione teatrale partenopea di
"artisti del crimine", e vive secondo la filosofia del "chi s'è visto s'è visto".
L'animazione omaggia “Corto Maltese” e dichiara il proprio debito col tratto giapponese d'autore, cita “Titanic” e “La leggenda del pianista sull'oceano”, ma conserva una sua forza espressiva particolare, una levità trasparente nel raccontare quella società incivile gravata dal
peso del proprio passato e nel contempo incapace di ricollegarsi alla propria memoria. “Gatta Cenerentola” si sintonizza anche sul recupero postmoderno della figura della matrigna, che passa da "cattiva" tout court a fragile vittima di un contesto socioculturale che lega la sopravvivenza femminile all'unione con chi viene percepito come "maschio alfa". Il dolore di Angelica è antico e autentico e Maria Pia Calzone gli dà voce con grande pathos, di chiara matrice teatrale. Due esponenti di spicco della recitazione come Mariano Rigillo e Renato
Carpentieri conferiscono ulteriore spessore alla storia, interpretando in voce Vittorio Basile e il
commissario che dà la caccia a 'o Re. L'unico non napoletano della squadra è Alessandro
Gassman, che infatti doppia "da outsider" Primo Gemito. “Gatta Cenerentola” è un atto di coraggio, visivo e narrativo, e allo stesso tempo un gesto di gratitudine verso una città che spezza il cuore e spegne le illusioni, ma sforna anche bellezza,
poesia e musica.
Riccardo Supino
1 commento:
sarà anche un atto di coraggio, ed io amo il coraggio ed i film d'animazione, ma questo non mi ispira proprio affatto...
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