Bird box
di Susanne Bier
con Sandra Bullock e John Malkovich
USA, 2018
Horror – Fantascienza
durata, 117'
Maloire (Sandra Bullock) è una giovane donna incinta che vive in una piccola cittadina americana di periferia. La sua esistenza, pacata e abbastanza tranquilla circondata da arte e quadri, viene stravolta dall’arrivo anche negli Stati Uniti di quello che sembra essere in prima battuta un’epidemia virale che attacca il sistema nervoso e spinge gli individui a suicidarsi. In realtà si scoprirà in seguito che le morti non sono causate da un virus, ma dalla presenza di un demone/fantasma la cui visione ipnotizza immediatamente il malcapitato e lo costringe al gesto estremo. L’unico modo per sopravvivere è fuggire, fare provviste, barricare la casa o il rifugio scelto, e soprattutto non aprire mai gli occhi o guardare aldilà del portone che separa i fuggitivi dal mondo esterno.
Maloire sarà chiamata a gestire la difficile situazione e a compiere finalmente il passo decisivo di accettare la gravidanza e diventare quindi la madre di cui suo figlio (e non solo) ha bisogno per sopravvivere.
“Bird Box” è un thriller / horror tratto dall’omonimo romanzo di Josh Malerman del 2014; una pellicola piatta, che non lascia nulla allo spettatore, senza colpi di scena e che francamente annoia anche. Il problema infatti non è il cast, comunque abbastanza ricco con figure di spicco come Sandra Bullock e John Malkovich, ma bensì la trama: poco energica, poco chiara, poco coinvolgente. Difficile cavarsela quindi con la sola bella idea delle bende puntando tutto sull’effetto ansia del “ti avverto ma non ti posso vedere” se chi osserva la pellicola non riesce ad immedesimarsi quasi mai nel personaggio o ad immergersi nella narrazione.
Un progetto forse incompiuto, un’indecisione fra essere un horror ansiogeno ed un thriller fantascientifico che costa cara alla regista danese Susanne Bier (già vista sul grande schermo alle prese con il film “In un mondo migliore”, vincitore del Golden Globe e del premio oscar come miglior film straniero nel 2011).
Lorenzo Goverrnatori
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