Il traditore
di Marco Bellocchio
con Pierfrancesco Favino, Fabrizio Ferracane, Luigi Lo Cascio
Italia, 2019
genere, drammatico
durata, 148’
13 minuti di applausi al Festival di Cannes più che meritati per il nuovo film di Bellocchio con protagonista Pierfrancesco Favino nei panni del pentito Tommaso Buscetta.
Il film racconta la storia di quest’ultimo, membro di Cosa Nostra, dagli anni ’80, quando a Palermo nasce una sorta di guerra tra le storiche famiglie dei clan e quella dei Corleonesi di Totò Riina, fino a pochi anni prima della morte.
Il tutto si apre con una festa che, però, sembra far presagire a Buscetta il peggio. Questo lo porta ad emigrare in Brasile, dove spera di vivere serenamente e lontano dal pericolo, lasciando, però, a casa i due figli e il fratello, sui quali si accanisce la mafia. Prima di qualsiasi suo tentativo per fermare la situazione, viene arrestato dalla polizia brasiliana ed estradato in Italia dove teme la morte per mano dei Corleonesi. Ma proprio nella penisola riceve una proposta dal giudice Giovanni Falcone: quella di diventare collaboratore di giustizia che, secondo il codice d’onore mafioso corrisponde a un tradimento ed è punito con la morte e la maledizione sul resto della famiglia. Nonostante ciò Buscetta decide di fidarsi di Falcone con il quale, dopo un primo momento, sembra entrare in sintonia dal momento che entrambi hanno lo stesso obiettivo, quello di eliminare la mafia.
Il regista, oltre alle dichiarazioni fornite dal pentito al giudice Falcone, mostra anche i vari processi e le varie udienze nelle quali Buscetta è stato protagonista, in un modo o in un altro.
Argomento sicuramente non semplice che Bellocchio riesce a scardinare e mostrare in una maniera chiara e oggettiva. Aiutato dall’apporto di didascalie, soprattutto nell’introduzione, con i nomi dei vari personaggi coinvolti, e successivamente con date storiche, il film procede linearmente tanto da non far nemmeno percepire troppo la lunga durata.
Attenzione e ricerca approfondita per le musiche che accompagnano non solo i personaggi, ma anche e soprattutto le azioni di questi ultimi e che si fanno più intense nei momenti più forti (che non per forza sono sempre omicidi).
Quello che si può riscontrare nell’intero film è anche una doppia chiave di lettura che si può percepire già dal titolo. Chi è il vero “traditore”?
E’, però, anche all’interprete di Tommaso Buscetta e non solo al regista, che vanno molti complimenti. Pierfrancesco Favino riesce non soltanto a rappresentare efficacemente il pentito, ma quasi ad immedesimarsi in lui, come si evince dallo studio fatto per quanto riguarda la voce e il dialetto. Un artista poliedrico che non smette mai di sorprendere e che, anche questa volta, è riuscito ad ottenere ciò che di più ambito c’è per un attore: il sostegno e l’approvazione del pubblico.
Veronica Ranocchi
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