Pets 2 – Vita da animali
di Chris Renaud
USA, 2019
genere: animazione
durata, 86’
Torna sul grande schermo Max, il tenero Jack Russell terrier bianco a chiazze marroni che vive insieme al grande meticcio Duke. E, fin dall’inizio, si profilano grandi cambiamenti all’orizzonte per il protagonista. Tutto inizia quando la sua padrona, a seguito di un colpo di fulmine, conosce l’amore della sua vita, lo sposa e i due hanno un bambino. Max, inizialmente molto spaventato all’idea, deve ricredersi dopo la nascita del piccolo Luis. Decide di prendersi cura del piccolo, salvaguardandolo e cercando di limitare qualsiasi tipo di pericolo. Questo finché i genitori non decidono di fare una gita in campagna dallo zio del marito. Qui Max e Duke si trovano a vivere senza tutti i confort ai quali sono abituati e conoscono Galletto, il cane che ha il compito di controllare l’intera fattoria, facendo rientrare tutti nei propri recinti e cercando di evitare che qualsiasi animale possa scappare. E sarà proprio grazie a lui che Max imparerà una grande lezione di vita.
Parallelamente a questa vicenda rincontriamo anche tutti gli altri animali già apparsi nel primo capitolo. In particolare vediamo Gidget, la bianca cagnetta di razza Pomeriana segretamente (in realtà neanche troppo) innamorata di Max, che ha il compito di sorvegliare uno dei giocattoli al quale il protagonista tiene maggiormente, ma che non può portare con sé in campagna. Per controllarlo (e reimpossessarsene) Gidget dovrà chiedere aiuto a Chloe, l’obesa gatta soriana, che le dovrà insegnare come essere un gatto. A concludere il cerchio degli animali coinvolti nella vicenda ci sono il coniglio Nevosetto, convinto (anche grazie ai giochi della padrona) di essere un supereroe e la cagnolina Marghi che tenteranno di salvare la tigre Hu dal temibile Sergei e dal suo intero circo.
Molto divertente e molto carina l’idea, già introdotta nel primo film, di mostrare sullo schermo quello che passa per la testa di un animale domestico. Spesso gli autori si prendono gioco degli umani e dei padroni facendo in modo che i comportamenti degli animali siano dovuti a noia, superiorità o a modi di fare e di essere tipicamente umani. Ed è proprio questa la forza del film: far ridere facendo riflettere sui comportamenti degli animali domestici, mostrando cose che succedono quotidianamente e alle quali non si riesce a dare una spiegazione sensata o razionale o comunque si dà una spiegazione diversa da quella mostrata sullo schermo.
Un film divertente che, però, per alcuni motivi, non riesce ad eguagliare il primo. Probabilmente uno dei fattori principali è il legame fin troppo labile tra le tre storie in parallelo che sembrano, in taluni casi, far parte di tre film diversi, salvo, poi, ricongiungersi in extremis. Altro elemento a discapito del film è il mancato sviluppo del legame tra Max e il piccolo Luis. Fin dalla prima inquadratura e dal primo dialogo si percepisce l’importanza che avrà un bambino sulla storia del cane. E purtroppo il fattore viene solo accennato, ma non approfondito, concentrandosi solo ed esclusivamente sulla crescita di Max che, ovviamente rimane legata a quella del piccolo, ma solo in maniera indiretta.
Riusciti, invece, i titoli di coda con immagini reali che sembrano essere stati fonte di ispirazione per la realizzazione del film. Un buon film, molto divertente, ma che poteva dare ancora di più al pubblico entusiasta del primo.
Veronica Ranocchi
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