venerdì, agosto 14, 2020

GALVESTON


Galveston
di Mélanie Laurent
con Ben Foster, Elle Fanning, Jeffrey Grover
USA, 2018
genere: azione, drammatico, thriller
durata: 91’
Adattamento dell’omonimo romanzo di Nic Pizzolatto, “Galveston” è l’ennesima prova dietro la macchina da presa dell’attrice, cantante e, appunto, regista Mélanie Laurent.
La storia è un thriller che vede protagonisti Ben Foster e Elle Fanning al centro di una serie di eventi che li porteranno continuamente a fuggire.
Roy è un criminale al quale, fin dall’inizio del film, viene diagnosticato un cancro ai polmoni. Purtroppo per lui i guai non finiscono qui perché deve affrontare il suo capo che adesso sta con la sua ex fidanzata e che gli tende un’imboscata. Miracolosamente Roy sopravvive, riuscendo anche a salvare Rocky, una giovanissima adolescente con alle spalle un passato tutt’altro che semplice. I due partono, quindi, diretti a Galveston anche se si fermano prima a casa della ragazza, dove lei spara al suo patrigno e porta con sé la sua sorellina per proteggerla e averla sempre al suo fianco. Roy è inizialmente restio, ma poi si convince e si ferma con le ragazze in un motel, iniziando a poco a poco ad affezionarsi ad entrambe. Ma non tutto andrà come previsto e Roy dovrà fare i conti con la nuda e crude realtà.
Un thriller dalle tinte cupe, come suggeriscono i colori utilizzati in post produzione che rabbuiano ogni scena e anche ogni personaggio. Sia Roy che Rocky hanno paura e sono restii a confrontarsi con la realtà che li circonda. Ognuno tenta in qualche modo di nascondersi agli altri e a se stesso per paura che una propria esposizione possa nuocere. E così si vengono a creare una serie di maschere che non permettono né ai personaggi stessi né allo spettatore di comprendere veramente chi si ha di fronte. Tutto rimane in un misterioso limbo. Solo in pochi frangenti si riesce a capire la vera natura dei protagonisti. E questi momenti coincidono con quelli in cui si mostrano vulnerabili e tolgono, almeno temporaneamente, la maschera.
La netta contrapposizione tra i due protagonisti è una delle tematiche fondamentali attorno alla quale ruota l’intera vicenda. Se Roy è un quarantenne che sta combattendo tra la vita e la morte e, nonostante i suoi trascorsi, cerca di vivere al 100% ogni momento perché consapevole che potrebbe essere l’ultimo, Rocky è una giovanissima ragazza che ha naturalmente esigenze e visioni della vita diverse e contrapposto. Anche se il passato e le vicende vissute da Rocky l’hanno segnata nel profondo e l’hanno portata a compiere determinate scelte che qualsiasi sua coetanea non avrebbe compiuto, si tratta comunque di una diciannovenne alla quale è stato tolto tutto e che non può vedere la vita, se non per certi aspetti, allo stesso modo di Roy.
Un thriller on the road che, come sempre succede in questi casi, sfrutta il viaggio fisico compiuto dai personaggi per mostrare un viaggio metaforico che i due compiono, nel bene e nel male e che li cambia radicalmente. Questo, infatti, è uno dei punti deboli del film che si limita a mostrare qualcosa di già visto e a raccontarlo più o meno con la stessa modalità adottata da altri prima di Mélanie Laurent. “Galveston” non è altro che un racconto già visto e già sviscerato, che non aggiunge niente di nuovo al genere se non l’unione e la contrapposizione tra due personaggi diversi che appartengono a momenti diversi, ma che sono comunque accomunati da qualcosa.
Un thriller drammatico con risvolti tutt’altro che nuovi e con momenti di stallo e di silenzio che sembrano immobilizzare l’intera narrazione e non solo i personaggi che ne fanno parte.


Veronica Ranocchi

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