venerdì, agosto 21, 2020

ONWARD - OLTRE LA MAGIA


Onward – Oltre la magia
di Dan Scanlon
USA, 2020
genere: animazione, commedia
durata: 102’
Dopo tutta una serie di disavventure dovute all’emergenza sanitaria, è finalmente uscito al cinema “Onward – Oltre la magia”, il nuovo e atteso film d’animazione della Pixar.
Un’attesa che, come al solito, non ha affatto deluso le aspettative.
La storia, ambientata ai giorni nostri in un mondo, però, abitato da creature magiche che, come ci suggerisce la voce narrante iniziale, si sono adattate sempre più al progresso tecnologico lasciando da parte i propri poteri che, col tempo, si sono perduti.
In questo mondo vivono anche i due elfi protagonisti della vicenda, Ian e Barley Lightfoot, insieme alla madre Laurel che ha dovuto crescerli da sola a causa della prematura scomparso del marito Wilden poco prima della nascita del secondogenito. Ian, infatti, non ha mai conosciuto il padre, ma si limita ad ascoltare il nastro di una cassetta nel quale è registrato un dialogo tra lui e la madre e a guardare le fotografie che lo ritraggono. Al compimento del suo sedicesimo compleanno la madre consegna ai due fratelli un regalo che il padre avrebbe voluto dare loro quando entrambi avrebbero compiuto 16 anni. Si tratta di un bastone magico, una gemma rara e una lettera nella quale Wilden spiega che, con un incantesimo, è possibile farlo “risorgere” per 24 ore. Barley tenta quindi di usare la formula indicata sulla lettera per farlo apparire, essendo un esperto di magia perché appassionato ad un gioco di ruolo che tratta proprio questo argomento, ma senza successo. Ci riesce, invece, in maniera del tutto casuale, Ian che, però, fa apparire solo la metà inferiore del corpo del padre prima che la gemma scompaia. I due fratelli allora, decisi a trovare una soluzione e a riportare il padre da loro anche se per poco, si mettono alla ricerca di un’altra gemma identica alla precedente per tentare di far apparire anche la parte restante del corpo di Wilden. Grazie a tanti personaggi e a tanti ostacoli i due fratelli scopriranno l’esistenza di un legame forte e profondo che va oltre l’obiettivo della loro missione.
Una Pixar sicuramente nuova e rinnovata quella di “Onward” che quasi rimanda indirettamente ai lungometraggi che hanno fatto la storia di case di produzione come la Dreamworks, che spesso si avvale di personaggi e scenari magici e mitici. La Pixar, dal canto suo, raramente si è servita della magia come elemento centrale della vicenda. Pur trattandosi, la maggior parte delle volte, di personaggi non umani le azioni e i gesti compiuti da questi avevano sempre, in qualche modo, una spiegazione razionale e logica. Era cioè normale un determinato comportamento in un certo modo, anche se fuori dall’ordinario. La magia, invece, come fulcro della narrazione è stata utilizzata poche volte. Questo perché il grande pregio della Pixar è proprio quello di creare storie che possano adattarsi perfettamente alla realtà e al pubblico che le osserva, in grado di immedesimarsi con i personaggi che vede sullo schermo, siano essi degli esseri umani o dei giocattoli, o ancora dei mostri, delle macchine, dei robot o delle emozioni, tanto per citarne alcuni dei più famosi.
Ma il vero punto di forza della storia è, come sempre, il tema e il messaggio trasmesso attraverso i personaggi e la loro crescita. In questo caso sicuramente il percorso che Ian (ma, in parte, anche Barley) compie è l’elemento centrale. Da ragazzo introverso, timido, sempre pronto ad assecondare gli altri, a nascondersi o stare in disparte senza essere osservato o chiamato in causa, diventa una nuova persona grazie alla consapevolezza di poter contare su qualcuno. Il fatto di avere sempre accanto qualcuno pronto a supportarlo in ogni decisione permette al giovane di cambiare prospettiva e diventare una persona diversa, più adulta e consapevole dei propri mezzi.
Momenti molto divertenti (memorabile l’inseguimento stradale con Ian alla guida di “Ginevra”) che si alternano saggiamente ai momenti più seri e, talvolta, anche cupi che riescono a sciogliere anche i cuori più duri. Con un’animazione sempre al top e attenta ad ogni minimo particolare in ogni sequenza per fornire sempre maggiore realismo, la Pixar rimane anche al passo coi tempi grazie all’introduzione del primo personaggio dichiaratamente omosessuale.
Un tipo di amore, quello fraterno tra Ian e Barley, che è stato già mostrato, analizzato e sviscerato in tanti altri lungometraggi, ma al quale la Pixar guarda con un occhio diverso. Con l’occhio di chi può “sfruttarlo” per analizzarne tutte le sfaccettature. Grazie all’amore e all’amicizia tra i due fratelli si è in grado di comprendere quello che è il passaggio alla vita adulta, reso alla perfezione dal momento in cui Ian prende consapevolezza di ciò che ha vissuto e, poco dopo, quando decide, per la prima volta, di prendere il posto del fratello.
Un film semplice, ma da non perdere. Un film in grado di colpire tutte le corde nel giusto modo. Quindi tutti a bordo di Ginevra per dare il bentornato alla Pixar!


Veronica Ranocchi

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