Onward
– Oltre la magia
di
Dan Scanlon
USA,
2020
genere:
animazione, commedia
durata:
102’
Dopo
tutta una serie di disavventure dovute all’emergenza sanitaria, è finalmente
uscito al cinema “Onward – Oltre la magia”, il nuovo e atteso film d’animazione
della Pixar.
Un’attesa
che, come al solito, non ha affatto deluso le aspettative.
La
storia, ambientata ai giorni nostri in un mondo, però, abitato da creature
magiche che, come ci suggerisce la voce narrante iniziale, si sono adattate
sempre più al progresso tecnologico lasciando da parte i propri poteri che, col
tempo, si sono perduti.
In
questo mondo vivono anche i due elfi protagonisti della vicenda, Ian e Barley
Lightfoot, insieme alla madre Laurel che ha dovuto crescerli da sola a causa
della prematura scomparso del marito Wilden poco prima della nascita del secondogenito.
Ian, infatti, non ha mai conosciuto il padre, ma si limita ad ascoltare il
nastro di una cassetta nel quale è registrato un dialogo tra lui e la madre e a
guardare le fotografie che lo ritraggono. Al compimento del suo sedicesimo
compleanno la madre consegna ai due fratelli un regalo che il padre avrebbe
voluto dare loro quando entrambi avrebbero compiuto 16 anni. Si tratta di un
bastone magico, una gemma rara e una lettera nella quale Wilden spiega che, con
un incantesimo, è possibile farlo “risorgere” per 24 ore. Barley tenta quindi
di usare la formula indicata sulla lettera per farlo apparire, essendo un
esperto di magia perché appassionato ad un gioco di ruolo che tratta proprio
questo argomento, ma senza successo. Ci riesce, invece, in maniera del tutto
casuale, Ian che, però, fa apparire solo la metà inferiore del corpo del padre
prima che la gemma scompaia. I due fratelli allora, decisi a trovare una
soluzione e a riportare il padre da loro anche se per poco, si mettono alla
ricerca di un’altra gemma identica alla precedente per tentare di far apparire
anche la parte restante del corpo di Wilden. Grazie a tanti personaggi e a
tanti ostacoli i due fratelli scopriranno l’esistenza di un legame forte e
profondo che va oltre l’obiettivo della loro missione.
Una
Pixar sicuramente nuova e rinnovata quella di “Onward” che quasi rimanda
indirettamente ai lungometraggi che hanno fatto la storia di case di produzione
come la Dreamworks, che spesso si avvale di personaggi e scenari magici e
mitici. La Pixar, dal canto suo, raramente si è servita della magia come
elemento centrale della vicenda. Pur trattandosi, la maggior parte delle volte,
di personaggi non umani le azioni e i gesti compiuti da questi avevano sempre,
in qualche modo, una spiegazione razionale e logica. Era cioè normale un
determinato comportamento in un certo modo, anche se fuori dall’ordinario. La
magia, invece, come fulcro della narrazione è stata utilizzata poche volte.
Questo perché il grande pregio della Pixar è proprio quello di creare storie
che possano adattarsi perfettamente alla realtà e al pubblico che le osserva,
in grado di immedesimarsi con i personaggi che vede sullo schermo, siano essi
degli esseri umani o dei giocattoli, o ancora dei mostri, delle macchine, dei
robot o delle emozioni, tanto per citarne alcuni dei più famosi.
Ma
il vero punto di forza della storia è, come sempre, il tema e il messaggio
trasmesso attraverso i personaggi e la loro crescita. In questo caso
sicuramente il percorso che Ian (ma, in parte, anche Barley) compie è
l’elemento centrale. Da ragazzo introverso, timido, sempre pronto ad
assecondare gli altri, a nascondersi o stare in disparte senza essere osservato
o chiamato in causa, diventa una nuova persona grazie alla consapevolezza di
poter contare su qualcuno. Il fatto di avere sempre accanto qualcuno pronto a
supportarlo in ogni decisione permette al giovane di cambiare prospettiva e
diventare una persona diversa, più adulta e consapevole dei propri mezzi.
Momenti
molto divertenti (memorabile l’inseguimento stradale con Ian alla guida di
“Ginevra”) che si alternano saggiamente ai momenti più seri e, talvolta, anche
cupi che riescono a sciogliere anche i cuori più duri. Con un’animazione sempre
al top e attenta ad ogni minimo particolare in ogni sequenza per fornire sempre
maggiore realismo, la Pixar rimane anche al passo coi tempi grazie
all’introduzione del primo personaggio dichiaratamente omosessuale.
Un
tipo di amore, quello fraterno tra Ian e Barley, che è stato già mostrato,
analizzato e sviscerato in tanti altri lungometraggi, ma al quale la Pixar
guarda con un occhio diverso. Con l’occhio di chi può “sfruttarlo” per
analizzarne tutte le sfaccettature. Grazie all’amore e all’amicizia tra i due
fratelli si è in grado di comprendere quello che è il passaggio alla vita
adulta, reso alla perfezione dal momento in cui Ian prende consapevolezza di
ciò che ha vissuto e, poco dopo, quando decide, per la prima volta, di prendere
il posto del fratello.
Un
film semplice, ma da non perdere. Un film in grado di colpire tutte le corde
nel giusto modo. Quindi tutti a bordo di Ginevra per dare il bentornato alla
Pixar!
Veronica Ranocchi
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