Mulan
di
Niki Caro
con
Liu Yifei, Donnie Yen, Jason Scott Lee
USA,
Cina, 2020
genere:
drammatico, azione, avventura
durata:
115’
Grande
attesa per il nuovo live action Disney, lanciato sulla piattaforma Disney Plus
al quale era possibile accedere solamente con accesso vip. L’eroina cinese che
ha conquistato non solo la stima dell’imperatore della sua nazione, ma anche i
cuori di tanti bambini torna sullo schermo in una rivisitazione che apporta
numerose e non sempre riuscite modifiche. Mulan, la cui storia tutti
conosciamo, ha una veste completamente nuova e più attuale. Al passo con i
tempi che corrono e in perfetto stile MeToo e simili, la protagonista cinese
diventa protagonista assoluta, differentemente dal film d’animazione che l’ha
consacrata.
Passi
il cambio di tono, passi l’adeguarsi ai tempi, ma il risultato finale di questo
lungometraggio non si può certo considerare soddisfacente per il pubblico,
soprattutto per quello abituato al grande classico Disney.
In
questo nuovo film Mulan è la primogenita della famiglia Fa e fin da subito
mostra una propensione particolare all’arte del combattimento che la isola da
tutte le sue coetanee e non, molto più aggraziate e femminili. Anche in questo
caso l’incontro con la famigerata e temibile Mezzana per cercare di essere
considerata una donna da marito in grado di onorare la propria famiglia non va
secondo i piani e a Mulan viene confermata l’etichetta di pecora nera della famiglia.
A seguito del pericolo che incombe sull’impero cinese e sulla figura
dell’imperatore viene fatto arruolare almeno un maschio di ogni famiglia e la
giovane protagonista prende il posto del padre mascherando, per quanto
possibile, il suo essere donna. E’ qui che avrebbero dovuto fare la loro
comparsa due dei personaggi centrali della storia: il comandante e il
simpaticissimo Mushu. Entrambi sono stati, però, cancellati dalla storia che,
quindi, non ha più la valenza di fiaba o favola per i giovanissimi, ma si
trasforma in un’avventura, ben fatta, con scenografia, fotografia ed effetti
speciali molto buoni, ma niente di più. Mushu, il simpatico draghetto che
accompagna Mulan nel suo viaggio, era un personaggio a dir poco fondamentale
che, oltre a dar vita ai momenti più comici e divertenti della storia, aveva
anche il compito di creare empatia e collegare i personaggi tra loro e con il
pubblico. Questo ruolo, del quale si sente in maniera incredibile la mancanza,
è stato “consegnato” a una voce fuoricampo che cerca di raccontare il
susseguirsi degli eventi come se fosse al fianco dell’eroina. E, in parte, è
dato anche ad una fenice, simbolo di rinascita e chiave di volta della vicenda,
che invita indirettamente Mulan a rivelarsi per chi è veramente, mostrando la
sua vera natura.
Altra
importante assenza è quella delle canzoni, forse tra quelle più apprezzate in
tutto il panorama Disney, che non vengono mai nemmeno accennate. Solo alcune
note nei momenti chiave quasi come invito allo spettatore che deve riflettere
per comprendere i riferimenti. Una scelta che non trova una ragione vera e
propria, dal momento che tutti gli altri live action precedenti (da “La bella e
la bestia” a “Aladdin”, ma anche il più recente “Il re leone”) avevano
mantenuto la struttura del film d’animazione e soprattutto le canzoni, ancora
oggi apprezzate quasi più dei film stessi, modificando solo pochissimi elementi
per attualizzare le vicende o per spiegare meglio e rendere più comprensibili
determinati eventi.
Ottimo
il cast con una Liu Yifei, nei panni della protagonista, in formissima e molto
credibile, sia nell’aspetto che nell’atteggiamento e nelle movenze. Molto bravi
anche tutti gli altri, ma la bravura non riesce ad essere abbastanza per
sopperire a tutte le evidenti lacune dell’intera storia.
La
Mulan del live action è, alla fine dei conti, un’eroina che non ha bisogno di
niente e soprattutto di nessuno (un uomo in primis) per ottenere e diventare
ciò che vuole. Un elogio al femminismo e alla forza della donna che, però, era
già comunque emerso nel migliore dei modi anche dal classico Disney che
fortunatamente ha accompagnato e continua ad accompagnare tantissimi bambini.
Veronica Ranocchi
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