Suburra – La serie
di Michele Placido,
Andrea Molaioli, Giuseppe Capotondi, Piero Messina, Arnaldo Catinari
con Alessandro Borghi,
Giacomo Ferrara, Eduardo Valdarnini
Italia, 2017-2020
stagioni: 1-3
episodi: 24
durata: 40-62
Dopo il grande successo
del film che ha tentato di raccontare i segreti e le ombre di una Roma dove la
criminalità la fa da padrona e dove bande e clan si scontrano per ottenere
potere, soldi e supremazia, “Suburra” è approdata anche sul piccolo schermo con
la prima serie italiana targata Netflix.
Nata, originariamente,
come prequel del film di Stefano Sollima del 2015, “Suburra – La serie” finisce
per distaccarsene e prendere un’altra strada.
Con la terza stagione
conclusiva, da poco disponibile sulla piattaforma di streaming, si conclude
anche il viaggio di Aureliano e Spadino.
Con le prime due stagioni
avevamo imparato a conoscere i due personaggi, interpretati in maniera
veramente convincente da Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara, entrambi presenti
anche nel film, insieme al personaggio di Lele, il giovanissimo figlio di un
poliziotto che, a seguito di un episodio, si trova invischiato in una serie di
circostanze particolari che lo fanno inevitabilmente alleare con Aureliano
Adami, presunto padrone di Ostia, e Alberto “Spadino” Anacleti, di etnia sinti.
I tre cominciano ad interessarsi sempre più al potere, mantenendo, in un modo o
in un altro la loro alleanza, e scontrandosi con il temibile Samurai che sembra
voler arrivare a possedere l’intero lungomare di Ostia. Tra alleanze,
tradimenti, scontri e omicidi, la seconda stagione si era conclusa con la
perdita di Lele, sopraffatto dalla situazione e costretto a suicidarsi per
tentare di porre fine a tutto, e, quindi con il desiderio di vendetta da parte
degli altri due protagonisti che, accompagnati dalle rispettive compagne,
puntavano a sconfiggere Samurai, appropriarsi dei terreni e diventare i nuovi
re di Roma. A tutto questo ovviamente va sommato anche una serie di situazioni
e relazioni tra personaggi che possono cambiare le carte in tavola.
Con la terza stagione
Aureliano e Spadino diventano a tutti gli effetti protagonisti assoluti di
quella che è la conclusione (quasi) perfetta di un ciclo. I due passano
dall’essere acerrimi nemici, a causa delle casate di appartenenza, da sempre in
lotta, all’essere complici e amici fraterni. È chiaro ed evidente a tutti,
Aureliano compreso, che il rapporto tra i due, per Spadino, potrebbe virare
anche in qualcosa di più. Ma se inizialmente il duro padrone di Ostia reagisce
in malo modo alla “dichiarazione” dell’altro, si fa perdonare con un
comportamento che, seppur da duro, fa trapelare un grande rispetto e una grande
stima per quello che considera, alla fine dei fatti, l’unico vero amico che ha.
E, proprio per questo, più che una resa dei conti e la realizzazione di un
thriller macabro, la terza stagione di “Suburra – La serie” è una ricerca di
umanità, un approfondimento sui personaggi, sulle loro emozioni e sui loro
rapporti. Ampio spazio, sempre per lo stesso motivo, anche alle due “regine”
che affiancano i protagonisti in grado, in certi momenti, di rubare la scena ai
compagni, dando prova di grande coraggio e carattere.
Pur rimanendo fedeli alla
caratterizzazione dei personaggi, senza far compiere loro scelte assurde non in
linea con quanto narrato fino a quel momento, la serie si distacca
prepotentemente dal film dando vita a un buonissimo prodotto in grado di
competere con tanti altri presenti sulla piattaforma.
Cast ben assortito che si
sa muovere senza problemi in una Roma che non si limita solo a fare da sfondo,
ma diventa la vera protagonista.
Una valida serie che
nulla ha da invidiare ad altre, ma che, anzi, è in grado di dire la sua,
facendo sicuramente leva sui due protagonisti che hanno dato vita a personaggi
diventati subito iconici, a loro modo, ma sempre e comunque autentici.
Veronica Ranocchi
2 commenti:
Non ha deluso e anzi il finale è risultato decisamente degno di nota. Le due protagoniste femminili poi, davvero fantastiche. Ci vorrebbe proprio uno spin off su di loro!
Condivido! Anche a me è piaciuto. Ho apprezzato le scelte che hanno fatto dal momento che avevano detto che si sarebbero distaccati dal film. E le due protagonisti femminili sono state forse le due rivelazioni (degli altri conoscevamo già il talento!). Effettivamente uno spin off su di loro non sarebbe affatto male... -Veronica
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