Minari
di Lee Isaac Chung
con Steven Yeun, Han Ye-ri, Yoon Yeo-jeong
USA, 2020
genere: drammatico
durata: 115'
Una descrizione davvero accurata di quello che è il sogno americano. E di quello che è per la famiglia Yi, dove il padre Jacob cerca, in qualche modo, di realizzarsi e apparire diverso agli occhi della famiglia.
Tutto inizia, infatti, con la decisione dello stesso Jacob, marito di
Monica e padre della piccola, ma già grande, Anne e di David, di portare
l’intera famiglia sudcoreana in Arkansas. Già residente in America, la famiglia
Yi si sposta da un luogo all’altro per fare fortuna e nella speranza che Jacob
possa realizzarsi.
Ma non tutto sembra andare secondo i piani e né l’orto né la fattoria che
il padre di famiglia sogna di avere riescono a realizzarsi a causa della
mancanza di acqua. Per evitare l’ennesima lite con la moglie e una sempre più
incombente separazione dell’intero nucleo familiare, l’uomo concede alla
consorte di far andare a vivere con loro la madre Soon-ja. Questa, fin da
subito, sembra diversa dalla classica figura della nonna che tutti immaginiamo
e anche il piccolo David, che non l’aveva mai conosciuta, ne rimane colpito,
inizialmente in negativo, additandola quasi come un’estranea, sottolineando
anche, in un frangente, quanto questa “puzzi di Corea”. Dopo i primi
battibecchi iniziali i due però iniziano in qualche modo a legare e creare un
legame, che si evolverà in modo inaspettato.
A conquistare è sicuramente il piccolo e tenero David che, per tutta una
serie di motivi, diventa immediatamente il fulcro della storia. Il suo modo di
vedere il mondo, oltre ad essere quello di un bambino e quindi caratterizzato
in primo luogo dall’innocenza e l’ingenuità, è anche legato alla sua malattia
(una sorta di malformazione cardiaca) che lo porta a prestare maggiore
attenzione a qualsiasi cosa. A fare da contraltare a David c’è la nonna. Una
figura anomala e fuori dal comune che inizialmente anche il pubblico trova
difficile comprendere e giustificare. Anzi il porsi in contrapposizione
rispetto alla genuinità del piccolo di casa “oscura” quasi il suo personaggio.
Col tempo, però, lei comincia a cambiare, o almeno ci prova, e anche lo
spettatore inizia ad entrare in sintonia con lei.
Il rapporto tra i due è la vera base di Minari. Un film che oltre alla
realizzazione e alla ricerca di uno scopo nella vita fa riflettere anche sui
rapporti interpersonali.
Ed ecco che il sogno americano e la ricerca del successo diventano
secondari. Ce lo fa capire Monica che lo ricorda più volte al marito, il quale
preferisce scegliere, almeno in apparenza, la prospettiva di una vita agiata e
dignitosa piuttosto che il benessere della famiglia. Ma non è totalmente da
colpevolizzare la sua decisione. All’interno del suo obiettivo c’è anche e
soprattutto la salvaguardia della famiglia e del suo rapporto con i vari
membri.
Allo stesso modo lo sfaccettato personaggio della nonna, interpretato più
che magistralmente da Yoon Yeo-jeong, vincitrice dell’Oscar come miglior
attrice non protagonista, rappresenta la vera svolta.
La donna è colei che in qualche modo rompe gli equilibri della casa, cerca
di imporre una sua visione del mondo, ma comprende anche che talvolta deve
essere lei stessa a “cambiare” per il bene di chi le sta intorno.
Da brividi la scena in cui si addormenta abbracciata al piccolo David come
a proteggerlo da tutto e da tutti, dal male del mondo e dalla cattiveria. E,
senza spoiler, la corsa di David è il vero raggiungimento del sogno americano.
O meglio del sogno di chiunque.
Menzione, oltre che alle interpretazioni, sempre credibili e mai esagerate,
alla colonna sonora e alla fotografia aiutata dalle immense distese di verde
nelle quali la famiglia è immersa.
Veronica Ranocchi
2 commenti:
Ciao,
chiedo lumi sulla frase: "Non è totalmente da colpevolizzare la sua decisione", riferita al comportamento di Monica. In che modo è da colpevolizzare il comportamento di una donna che antepone il benessere e la salute dei suoi figli alla rincorsa dell'agiatezza, al compiacimento di un marito illuso, alla prosperità di una fattoria?
Lidia
@Lidia la frase in questione "Non è totalmente da colpevolizzare la sua decisione" è riferita al marito Jacob, non a Monica che, come detto, giustamente, antepone il benessere e la salute dei figli alla rincorsa dell'agiatezza.
-Veronica
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