Ancora più bello
di Claudio Norza
con Ludovica Francesconi,
Giancarlo Commare, Gaja Masciale
Italia, 2021
genere: commedia
durata: 112’
Tornano le “avventure” di
Marta. Dopo il grande successo di “Sul più bello” diretto da Alice Filippi e
tratto dall’omonimo romanzo di Eleonora Gaggero, la giovane protagonista
affetta da mucoviscidosi, una rara malattia, fa di nuovo capolino sullo schermo.
Il secondo capitolo, “Ancora più bello”, diretto da Claudio Norza, non riesce,
però, purtroppo a mantenere alte le aspettative.
Marta, che nel primo
capitolo, aveva lottato con le unghie e con i denti per vivere la propria
storia d’amore con il bell’Arturo, in questo nuovo film ha già dimenticato l’ex
ed è felicemente fidanzata da alcuni mesi (come ci dice lei stessa in voice
over all’inizio) con Gabriele. La storia d’amore tra i due sembra procedere per
il meglio finché al ragazzo non viene fatta una proposta di lavoro che prevede
il trasferimento a Parigi per 10 mesi. Marta lo spinge ad accettare proponendo
di vivere una relazione a distanza, ma, complici tutta una serie di imprevisti,
la storia non sembra andare per il meglio. In parallelo continuano a
svilupparsi anche le storie dei due amici di Marta che danno vita a delle sottotrame
che aiutano a conferire leggerezza all’intera vicenda.
Un secondo capitolo, insomma,
che, nel tentativo di mantenere toni e colori del primo film, non riesce a
eguagliarne il successo. Una storia il sui risultato non è fresco come il
precedente, nel quale la malattia di Marta era il centro dal quale si diramavano
tutta una serie di situazioni in grado di conferire comunque leggerezza all’intera
narrazione.
Inevitabile, quindi, il
paragone con il primo film, soprattutto considerato il grande successo e la
grande riuscita di “Sul più bello”.
Tutti gli elementi che
avevano reso fresca, frizzante, leggera, ma anche appassionante la storia di
Marta nel primo capitolo, qui vengono meno. Tutti quei punti di forza che tanto
avevano reso speciale la storia di questa giovane ragazza “sfortunata” vengono
accantonati in favore di caratteristiche ed elementi che, invece, sanno di già
visto e che, pur non essendo del tutto negativi, appaiono scontati se si
paragonano alle scelte registiche di “Sul più bello”. Un confronto che, a cose
normali, non andrebbe fatto, ma che risulta, come detto, inevitabile per capire
la direzione presa dalla storia, soprattutto se si considera che è già previsto
un terzo capitolo, nel quale il rischio di inciampare è sempre più elevato.
Altra “piccola” nota
dolente di “Ancora più bello” è il cambiamento della caratterizzazione dei
personaggi, o meglio di un personaggio: la protagonista. Quella che tutti hanno
amato in “Sul più bello” è la spensieratezza, seppur nei limiti della sua
condizione, di Marta: una ragazza giovanissima che, nonostante tutto quello che
le è successo fino a quel momento, non si piange addosso. Anzi, tutto il suo
entusiasmo e tutta la sua energia, sprigionati nell’ora e mezzo di film, sono
talmente forti che investono completamente chiunque decida di guardare la
pellicola. Dopo aver visto “Sul più bello” si esce ancora più freschi dalla
sala. Cosa che, purtroppo, non si può dire di “Ancora più bello”.
L’Amélie italiana, come
molti l’hanno definita, per il taglio di capelli e per i colori è comunque un
personaggio interessante, in grado di dar vita a interessanti riflessioni su
temi forti e attuali. E il tutto sempre con la freschezza che la
contraddistingue. Ma forse da questo sequel ci si aspettava di più.
Veronica Ranocchi
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