venerdì, dicembre 09, 2022

SVEGLIAMI A MEZZANOTTE

Svegliami a Mezzanotte

di Francesco Patierno

con Fuani Marino, Eva Padoan

Italia, 2022

genere: documentario

durata: 71’

Ultimo episodio di un’ideale trilogia a cui appartengono “Napoli’44” e “Diva!”, “Svegliami a mezzanotte” di Francesco Patierno è una sorta di “Alice nel paese delle meraviglie” in cui, come nel romanzo di Lewis Carroll, realtà e fantasia, conscio e inconscio si mescolano in una fantasmagoria di suoni, musica e parole. Da non perdere.

Prodotto e distribuito da Luce Cinecittà, “Svegliami a Mezzanotte” è un documentario italiano presentato alla 40esima edizione del Torino Film Festival.

Incontrare una persona e non un personaggio. Parliamo di Fuani Marino, nata due volte, nel momento in cui, una mattina d’estate, decise di porre fine alla propria vita lanciandosi dal quarto piano, sopravvivendo, suo malgrado, alle lesioni riportate nella caduta.

“Svegliami a Mezzanotte”, questo il titolo del film di Francesco Patierno, altro non è che la storia del prima e dopo che separa la vita di Fuani da quel tragico evento.

Tra le possibilità di mettere in scena l’avventura esistenziale della sua protagonista con i codici del cinema e quella di ripercorrerla dall’interno, lasciando che a raccontarla non sia un alter ego fittizio, ma la protagonista dei fatti, Patierno sceglie la seconda, per realizzare una fantasmagoria di immagini, suoni e parole che, eliminando la distanza tra schermo e spettatore, ha la potenza di catapultare quest’ultimo nel cuore pulsante del racconto, all’interno di quel flusso di coscienza con cui il film e la sua protagonista ripercorrono le fasi di un’esistenza che sembra prendere vita davanti ai nostri occhi. Attraverso le parole di Fuani “Svegliami a Mezzanotte” ci invita a “chiudere gli occhi” per iniziare a guardare con uno sguardo nuovo, non limitato a una fruizione passiva della rappresentazione, ma parte in causa e finanche complice della condivisione in atto.

“Svegliami a mezzanotte” lo mette in pratica con un dispositivo che funziona contemporaneamente su più livelli: da una parte esponendo gli avvenimenti in maniera lineare, come succede nei biopic più classici, con la cronaca dei fatti con cadenza cronologica, dall’inizio alla fine; dall’altra destrutturando il racconto orale attraverso un montaggio “casuale” (che tale non è) delle immagini.

Mescolando materiali diversi con filmini e foto della protagonista alternati a un caleidoscopio di frammenti cinematografici e documentari, “Svegliami a mezzanotte” accosta filmati eterogenei senza la logica stringente del cinema mainstream, lasciando alle assonanze e ai rimandi poetici il compito di cortocircuitare la ragione a favore di una lettura emotiva e sentimentale del percorso salvifico compiuto dalla protagonista.

E se nella prima parte “Svegliami a Mezzanotte” privilegia la discontinuità della narrazione, con una forma, quella appena detta, coerente alla progressiva perdita di senso che spingerà Muni al folle gesto, nella seconda, quella seguente al tentato suicidio, lo stile cinematografico si fa meno estremo e più classico, andando di pari passo con il ritorno di Fuani a una stabilità esistenziale e familiare che, pur non escludendo la possibilità di eventuali ricadute, si apre comunque a una speranza capace di scaldare il cuore dello spettatore.

In questa ottica “Svegliami a mezzanotte” evita la retorica della malattia, tenendosi distante dalla tentazione di dare risposte o regalare una morale a una vicenda chiamata a fare i conti con il mistero della mente umana.

Frutto della collaborazione alla scrittura tra Francesco Patierno e Fuani Marino, autrice dell’omonimo libro a cui il film è liberamente ispirato, “Svegliami a Mezzanotte” è l’ultimo episodio di un’ideale trilogia (“Napoli’44” e “Diva!” sono gli altri due) in cui l’autore napoletano sembra aver trovato nella pratica del documentario creativo il terreno ideale per portare avanti un discorso cinematografico – iniziato con Pater Familias -, in cui poesia e sperimentazione vanno di pari passo. In concorso nella sezione Documentari Italiani al 40° Torino Film Festival Svegliami a mezzanotte è destinato a rimanere nel cuore e negli occhi dello spettatore. Da non perdere.


Carlo Cerofolini

(recensione già pubblicata su taxidrivers.it)

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