domenica, novembre 12, 2023

TE L'AVEVO DETTO

Te l’avevo detto

di Ginevra Elkann

con Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Alba Rohrwacher

Italia, 2023

genere: drammatico

durata: 100’

Uscito nel 2023, ambientato più o meno intorno a quest’anno, ma col sapore di qualcosa di ben più datato.

Alla sua seconda prova alla regia Ginevra Elkann con il suo “Te l’avevo detto” prova a ripartire più o meno da dove era rimasta con “Magari”.

Qui allarga la questione a più personaggi, trasformando il film in un dramma corale dove non c’è un protagonista assoluto, se non si considera l’agire in maniera scontata e prevedibile, come il titolo stesso anticipa. A intrecciarsi sono più storie e più dinamiche, tutte con lo stesso filo conduttore. Abbiamo la donna che vuole vendicarsi del tradimento del defunto marito con una pornostar, ma viene ostacolata dalla figlia bulimica. Abbiamo il sacerdote drogato che deve fare i conti con il suo passato che riaffiora quando la sorella americana arriva a Roma con le ceneri della madre. E abbiamo l’alcolizzata che ha perso la possibilità di prendersi cura del figlio, affidato al padre, che cerca di tenerli lontani.

Il tutto all’interno di una Roma che, pur preparandosi al Natale, soffre una condizione climatica estrema con picchi di calore mai percepiti prima. Ed è proprio in questo scenario apocalittico che si dipana la vicenda di tutti questi personaggi che si ritrovano quasi per inerzia ad agire come previsto e prevedibile. I colpi di scena sono solo quelli sulla modalità.

Come il titolo stesso (pre)annuncia, gli impliciti "te l'avevo detto" sono alla base dell'intera vicenda, o meglio del susseguirsi degli eventi che sembrano vagare al pari dei personaggi stessi.

Immersi (e persi) nella "nebbia" asfissiante di una Roma troppo calda, tutti i personaggi agiscono per il proprio interesse, senza tenere conto di ciò che succede loro intorno. L'egoismo è ciò che sembra prevalere e avere la meglio in un film che non racconta, ma semplicemente mostra una serie di avvenimenti che hanno il medesimo scenario e la medesima conclusione. Collegati soltanto da questo elemento, gli eventi scorrono sullo schermo cercando un guizzo che non arriva per non andare contro la logica nella quale è inserito il film stesso.

Modalità fin troppo prevedibili che non portano a una vera conclusione. O probabilmente cercano di suscitare nel pubblico una reazione, una riflessione, facendosi “aiutare” anche dall’incompletezza dei vari quadri “familiari”. Non c’è una vera connessione tra loro, fatta eccezione per il meteo e per lo sviluppo delle dinamiche.

Personaggi al limite del grottesco, del sopra le righe che, però, restano in superficie senza essere davvero approfonditi come, invece, avrebbero potuto.

Che Ginevra Elkann abbia voluto dirci che, comunque si agisca, si finisce sempre con il cadere nei "tranelli" che la vita ci confeziona? Nonostante i personaggi provino a trovare una via d'uscita e a evolvere, le strade sembrano senza sfondo. Come lo è la nebbia che li attanaglia e che li ingloba.

E che rischia di inglobare anche lo spettatore.


Veronica Ranocchi

1 commento:

European ha detto...

Mi è piaciuto molto il tuo post! La tua prospettiva unica distingue la tua scrittura. Non vedo l'ora di saperne di più!