giovedì, marzo 19, 2009

Nemico Pubblico nr 1 - (parte 1) L'istinto di morte

Il biopic Nemico Pubblico nr 1 racconta chi fu Jacques Mesrine e del perchè si guadagò l'appellativo di nemico pubblico numero uno per la Francia e, direi, non solo.

Tratto dall'autobiografia scritta dallo stesso Mesrine in carcere, il film è diviso in due parti e ricostuisce la figura di un gangster mediatico, narcisista e violento.

Il regista Richet costruisce un lungo prodotto concepito come due film autonomi, che utilizzano tutta la spettacolare furia del miglior cinema d'azione francese.
Segnato profondamente dall'esperiemza militare condotta in Algeria negli anni '50 - quando l'esercito eseguiva senza vergogna le torture più terribili - Mesrine rimpatria a Parigi pieno di collera e di rifiuto del confromismo. Ribelle alle regole imposte, alle aspettative famigliari e sociali, indomito, narcisista e soprattutto attirato dal successo ad ogni costo, ben presto Mesrine intraprende la via della criminalità, tra rapine e omicidi, scoprendo di sè un certo talento nel delinquere, uno stile inconfodibile e una dose di follia crescente.

Vincent Cassel, con parecchi chili in più, si cala nel ruolo in maniera camaleontica. Il lavoro è sul corpo, sui movimenti, sulle espressioni che rtagliano, scena per scena, i contorni di una personalità esuberante.

Gérard Depardieu appare un po' sottotono, in alcuni atteggiamenti sfiora quasi il grottesco, ma tuttavia giova all'economia generale del film.

Dai tempi un po' televisivi (se non erro il progetto era nato come sceneggiato televisivo), il film coinvolge, anche se delude nella narrazione: le parti sembrano un po' sconclusionate, non ben coese, ed il racconto spesso si perde in inutili divagazioni dispersive. Vista la lunghezza dell'intera opera su certe fasei si poteva soprassedere.

Cassel è convincente e molto macho. Personalmente mi è piaciuto molto in questa veste di gangster, di folle criminale donnaiolo.
La prima parte dell'opera svolge bene la sua azione: intrattiene e sorprende, senza risparmiarsi in megalomanie, come megalomane era Mesrine.
Attendo fiduciosa la seconda parte.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao VERI,

non vuole essere piaggeria ma da quaggiu' le tue considerazioni mi sono veramente utili per capire il film;

fatta questa premessa non sapevo ( i giornali ne hanno parlato)che questo Vallanzasca d'oltralpe avesse combattuto la guerra d'algeria e poi ti volevo chiedere qualcosa dal punto di visto formale: mi sembra che l'immagine sia molto costruita con colori de/saturati ed inquadrature che favoriscono uno sguardo anche grottesco...un po del tipo "l'ultima missione " con daniel Auteil..mi sbaglio...

nickofitme

veri paccheri ha detto...

ciao Nick! non ti sbagli, ma a differenza de l'ultima missione qui non dominano i toni scuri, bensì l'opposto. m'è parso che la scelta delle luci, dei colori, riflettesse il carattere del personaggio, così esuberante, energico ed allo stesso tempo torbido e misterioso.
la mia opinione, come vedi, è positiva, mi sono divertita a guardare il film, a seguire le vicende del protagonista. Bisogna però dire che la sceneggiatura è stata un po' tagliuzzata, e la pecca del prodotto è che di una vita così complessa e lunga è difficile mettere in scena un biopic da cinema. in due, tre ore non puoi riassumere tutto, in modo organico; forse il regista avrebbe dovuto fare una scelta più rigorosa, limitandosi a sviluppare le vicende cruciali della vita di Mesrine.

parsec ha detto...

cavolo, io mi sono tanto annoiata! mi è sembrato di vedere una neanche tanto bella fiction di canale 5. Ok, davvero troppa roba da raccontare ma così dà la sensazione di essere proprio tirato via... Non riuscivo a capire dove finisse il dramma e dove iniziasse il grottesco. Molto didascalico, come un album di figurine, con le scene che si susseguono in uno stile da staffetta 4x100, ma senza una continuità narrativa costruttiva: Mesrine è un folle esaltato narcisista megalomane, ma non si avverte un arrivarci progressivo a questa condizione, ad un certo punto cambia il suo modo di comportarsi senza che si capisca il perché. Inoltre, nonostante si tratti di una biografia, certe cose sono state scritte e girate così male da sembrare assolutamente incredibili... La mia delusione è stata in parte compensata da un momento assolutamente (ed involontariamente) esilarante con Gerard Depardieu in versione passamontagna che ha strappato una risata di pancia.

Anonimo ha detto...

Parsec:...ha//??? non sapevo che eri un appassionata della fiction di canale 5.....
nickoftime

veri paccheri ha detto...

mizzica, parsec, rido ancora di pancia e con le lacrime agli occhi ripensando a quella scena con depardieu, la scena del passamontagna!!! davvero esilarante!! :-)))) sono certa sia voluta, come la vena grottesca di tutto il film, perchè in fodo lo stesso mesrine era uno che giocava col fuoco, col pericolo, non prendere troppo sul serio le cose, sennò non avrebbe fatto le assurde follie che ha compiuto.
e poi sì, condivido il fatto che sia didascalico, forsennato nel ritmo. un prodotto televisivo, per istruire le masse, farcito di tanta azione. cassel però è stato bravo.

Anonimo ha detto...

L'ho visto oggi pomeriggio. Il film mi è piaciuto e anch'io attenderò fiducioso la seconda parte, anche se ho trovato i primi 20 venuti estremamente televisivi. Il regista ci sfoglia l'album fotografico di Mesrine scegliendo le foto più belle, giocando con tutti i cliché possibili: Mesrine torna dalla guerra d'Algeria con il gusto per la violenza e la tortura (grazie all'esercito), e non ci metterà molto a entrare negli ambienti criminali. Avventure e personaggi obbediscono in tutto alle regole del gangster movie. Un grande Cassel che in alcune scene è memorabile. Anch'io ho sorriso nella scena da voi citata di Depardieu.