COSE DELL'ALTRO MONDO
Il poliziotto Ariele (Valerio Mastrandrea) cerca di riappacificarsi con la sua ex fidanzata, la maestra elementare Laura (Valentina Ludovini).
L' imprenditore Golfetto (Diego Abatantuono) dalla sua piccola emittente televisiva lancia i propri proclami contro gli extracomunitari.
I tre vivono in una cittadina veneta dalla quale, all'improvviso, scompaiono tutti gli stranieri.
L'idea di Patierno non è malvagia anche se riciclata dal film di Sergio Arau A day Without a Mexican, film ambientato in California dalla quale sparivano tutti gli immigrati messicani.
Se in una tranquilla cittadina del laborioso nord est, gli immigrati che lavorano, ben inseriti nella società, si stancassero di essere insultati, offesi e irrisi e decidessero sul serio di sparire per sempre, cosa accadrebbe?
Chi accudirebbe la madre malata (Laura Efrikian) del poliziotto che presta servizio a Roma? Chi manderebbe avanti la fabbrica dell'imprenditore borghesotto?
Patierno usa la commedia per raccontare in chiave surreale il razzismo, uno dei tanti deliri dei nostri tempi.
Lo fa con mano leggera, regalando sprazzi di buon cinema quando mantiene il suo film sul tono della commedia.
I mal di pancia cominciano quando il regista de Il mattino ha l'oro in bocca (2007) vira sul grottesco, perdendosi in diverse occasioni e addirittura sovrapponendo la storia d'amore tra Mastrandrea e la Ludovini al plot principale.
Rischioso ridurre la figura dello straniero a quella esclusiva di forza lavoro a buon mercato(siamo rimasti senza schiavi).
Il passaggio migliore del film vede protagonista Valerio Mastrandrea: "ti sei presa una vacanza multietnica" esclama rivolgendosi alla sua ex, maestra elementare, sostenitrice dell'integrazione razziale, buonista convinta e incinta di un ragazzo senegalese che non ha voluto sposare, evidenziando come la donna non abbia avuto problemi a tornare con lui ora che serve un padre per il bimbo che porta in grembo.
Da salvare il sempre inquietante Vitaliano Trevisan ed un malinconico Valerio Mastrandrea.
Ovviamente ingiustificate le proteste leghiste.
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