The Butler-Un maggiordomo alla Casa Bianca
di Lee Daniels
con Forest Whitaker, Oprah Winfrey, Lenny Kravitz
Usa, 2013
genere, biografico, storico, drammatico
durata, 132'
La storia narra di Cecil, uomo di colore che dopo alcune vicissitudini si troverà ad essere maggiordomo alla White House, seguendo la parabola di gran parte della storia americana novecentesca. La sua figura servile e un po’ chiusa viene contrapposta a quella del figlio Louis, che si batterà per i diritti civili del popolo afro-americano, allontanandosi dal padre.
Ispirato alla vita di Eugene Allen, il film si prolunga attraverso una narrazione fluida ma banale, tentando in tutti i modi di commuovere lo spettatore con una regia furba ed arida, un peccato vedere un’interpretazione così di spessore (quella di Forest Whitaker) in un prodotto che di spessore non ne ha nemmeno nelle intenzioni. Il fluire del racconto è reso ampolloso da una verbosità dilagante e a tratti fastidiosa, e rende il film un reportage anche abbastanza superficiale sul movimento per i diritti civili e sui ritratti dei vari presidenti; Lee Daniels sembra quasi un maestro delle scuole elementari che scrive alla lavagna: “Kennedy buono, Nixon cattivo”.
The Butler è inoltre da inserire in un particolare contesto di un quartetto di film usciti uno dopo l’altro aventi come tema centrale lo stesso argomento; attendendo il lavoro di Steve MvQueen (12 years a slave), ed escludendo l’estro geniale del Django di Tarantino, il film di Daniels appare come il Lincoln di Spielberg: grande cast, scenografie sfarzose, ed un fastidiosissimo compiacimento autoreferenziale tanto caro all’Academy ed all’America tutta, che attraverso questi lavori pensa di lavare le scie di sangue che in realtà ancora gocciolano e e The Butler ne è l’ennesima dimostrazione.
di Antonio Romagnoli
di Lee Daniels
con Forest Whitaker, Oprah Winfrey, Lenny Kravitz
Usa, 2013
genere, biografico, storico, drammatico
durata, 132'
La storia narra di Cecil, uomo di colore che dopo alcune vicissitudini si troverà ad essere maggiordomo alla White House, seguendo la parabola di gran parte della storia americana novecentesca. La sua figura servile e un po’ chiusa viene contrapposta a quella del figlio Louis, che si batterà per i diritti civili del popolo afro-americano, allontanandosi dal padre.
Ispirato alla vita di Eugene Allen, il film si prolunga attraverso una narrazione fluida ma banale, tentando in tutti i modi di commuovere lo spettatore con una regia furba ed arida, un peccato vedere un’interpretazione così di spessore (quella di Forest Whitaker) in un prodotto che di spessore non ne ha nemmeno nelle intenzioni. Il fluire del racconto è reso ampolloso da una verbosità dilagante e a tratti fastidiosa, e rende il film un reportage anche abbastanza superficiale sul movimento per i diritti civili e sui ritratti dei vari presidenti; Lee Daniels sembra quasi un maestro delle scuole elementari che scrive alla lavagna: “Kennedy buono, Nixon cattivo”.
The Butler è inoltre da inserire in un particolare contesto di un quartetto di film usciti uno dopo l’altro aventi come tema centrale lo stesso argomento; attendendo il lavoro di Steve MvQueen (12 years a slave), ed escludendo l’estro geniale del Django di Tarantino, il film di Daniels appare come il Lincoln di Spielberg: grande cast, scenografie sfarzose, ed un fastidiosissimo compiacimento autoreferenziale tanto caro all’Academy ed all’America tutta, che attraverso questi lavori pensa di lavare le scie di sangue che in realtà ancora gocciolano e e The Butler ne è l’ennesima dimostrazione.
di Antonio Romagnoli
2 commenti:
grazie, ho scoperto perchè durante il film mi sono sentita più volte indispettita
http://4emezzo.wordpress.com/2014/01/09/12-anni-schiavo-ita-2014-di-steve-mcqueen-e-il-maggiordomo-ita-2014-di-lee-daniels/
Lieto di essere stato d'aiuto
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