Creed 2
di teven Caple Jr.
con Sylvester Stallone, Michael B. Jordan, Tessa Thompson, Dolph Lundgren
USA, 2019
genere, azione, drammatico
"Creed 2” è uno di quei film di che non c’è bisogno di vedere per sapere come va a finire. Sceneggiato da Sylvester Stallone che insieme a Ryan Couglar -presente in veste di executive - supervisiona la direzione dell’esordiente Steve Clape Jr, il nuovo episodio delle imprese di Adonis Creed ti prende in contropiede laddove meno te lo aspetti. Detto che la trama altro non fa che rimettere in scena dinamiche e situazioni che da sempre appartengono alla saga di Rocky Balboa e, nella fattispecie all’episodio numero quattro della serie, ( rifatto nella decisione di mettere uno contro l’altro il Rocky afroamericano trasposto nella sezione “sportiva” del film decidendo che a sfidare il Rocky afroamericano e l’erede di Ivan Drago, ospiti di una rimpatriata generale che oltre a Dolph Lundgren comprende anche la rediviva Brigitte Nielsen,) Creed 2 si conquista la propria autonomia raffreddando la spettacolarità fracassona dello show pugilistico con la trattenuta malinconia dell’ex stallone italiano. Il quale, recalcitrante ma pur sempre disposto ad assistere e consigliare il suo pupillo nella preparazione della nuova sfida, assurge a un livello di tragicità che ne fa una figura per certi versi simile al Frankie Dunn di Million Dollar Baby. Un pedegree che il personaggio di Stallone si conquista in virtù di una gestualità minimale e di una partecipazione che non ruba mai la scena e, ancora, nel senso di colpa che gli deriva dalla responsabilità di una paternità mancata. Il film lo asseconda privilegiando oscurità e mezzi toni. Fatto, questo, piuttosto raro nel cinema mainstream.
Carlo Ccrofolini
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