Promising young woman
di Emerald Fennell
con Carey Mulligan, Bo
Burnham, Alison Brie
USA, 2020
genere: thriller,
commedia
durata: 113’
E come dice il titolo
stesso, si tratta proprio di una promettente giovane donna. Anzi di due: l’attrice
Carey Mulligan (fresca di candidatura ai premi Oscar) e la regista Emerald
Fennell.
“Promising young woman” è
riuscito, con merito, a portarsi a casa diverse candidature, nella speranza che
si trasformino poi in qualcosa di concreto.
La sceneggiatura
originale di questo film pone al centro di tutto la figura e la visione femminile
del mondo. Carey Mulligan è la trentenne Cassandra (per gli amici Cassie) che
durante il giorno conduce una vita apparentemente normale, ma che si trasforma
completamente la sera o in alcune “occasioni particolari” e sempre orchestrate
ad hoc dalla stessa.
Vive ancora con i
genitori e lavora in una caffetteria. Quasi tutte le notti è fuori casa. Con
una visione tutta sua del mondo, Cassie cerca solo di “far luce” su un evento più
grande di lei che non vuole dimenticare e soprattutto non vuol fare dimenticare
ai veri responsabili. Tutto il suo modo di fare e il suo comportamento ruotano
attorno alla “presenza” di Nina Fisher della quale lo spettatore scopre sempre
più informazioni con il susseguirsi della narrazione. Anche se, fin dall’inizio,
è abbastanza intuibile il fulcro della storia, il pubblico è comunque
incuriosito dal modo in cui il tutto viene mostrato e dal comportamento, quasi
sempre inaspettato e imprevedibile della protagonista.
Uno dei punti di forza,
indubbio, dell’intero film è la costruzione: una divisione in “capitoli” che
sembra prendere per mano lo spettatore invitandolo a entrare nel meccanismo
della storia e tentare di comprendere lo sviluppo, salvo poi cambiare “improvvisamente”
direzione.
Anche se, per certi versi,
prevedibile come linea generale, si resta ogni volta spiazzati di fronte alle
macchinazioni e decisioni di Cassie. Cinismo e spietatezza sono i due
sostantivi con cui descrivere la giovane protagonista, ma anche il film in
generale.
Fin dalla prima
inquadratura “Promising young woman” pone l’accento sullo sviluppo del
personaggio principale in grado di oscurare, letteralmente, chiunque altro.
Cassie è disposta a tutto pur di farsi valere e di far valere le proprie
ragioni. Gli altri personaggi che hanno a che fare con lei vengono volutamente
sviluppati a sufficienza, fatta eccezione per quelli direttamente coinvolti
nell’avvenimento chiave del film.
Con il film di Emerald
Fennell è come se si guardasse la realtà in maniera diversa rispetto al solito.
Come filtrata esclusivamente da un occhio femminile (quello dell’attrice e
quello della regista), particolarmente evidente nelle scene iniziali e nel
tentativo di Cassie di “(ri)mettere in scena” il fatidico evento.
Elemento interessante che
meriterebbe una riflessione attenta e precisa è quello della scelta degli ambienti
e dei colori, mai lasciati al caso. Oltre alla netta distinzione tra i momenti “notturni”
e quelli giornalieri, ci sono anche differenze evidenti che coincidono con le
azioni e le scelte della protagonista. Un esempio su tutti è l’avvicinamento
con Ryan, durante il quale lei è davanti a un muro bianco con una sola decorazione
azzurra che la “circonda”. Ma anche sulla scelta degli abiti si riflettono i comportamenti
della giovane.
Una riflessione amara
sulla contemporaneità, nemmeno troppo distante da noi.
La Fennell dietro la
macchina da presa e la Mulligan sullo schermo cercano di dare la propria
versione dei fatti.
Probabilmente una visione
che potrebbe suscitare pareri “discordanti” in base al pubblico che ci si
approccia e alla sensibilità dello stesso.
L’impronta femminile è
sicuramente rilevante ed è in grado di imporsi e far riflettere tutto il
pubblico, ma pone il suo accento su aspetti sempre più attuali e sempre più
preponderanti.
Lo scontro con gli altri
titoli e le altre interpreti in corsa è tosto, ma “Promising young woman” ha
tutte le carte in regola per dire la propria.
Veronica Ranocchi
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