lunedì, agosto 30, 2021

COME UN GATTO IN TANGENZIALE - RITORNO A COCCIA DI MORTO

Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto

di Riccardo Milani

con Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Luca Argentero

Italia, 2021

genere: commedia

durata: 109’

Antonio Albanese e Paola Cortellesi tornano, ancora una volta, insieme sullo schermo per il sequel di una commedia italiana molto apprezzata: Come un gatto in tangenziale.

In questo secondo capitolo i due attori tornano a interpretare rispettivamente, Giovanni e Monica. Il primo, che all’inizio del primo film sta conducendo per conto del Parlamento europeo uno studio sulla situazione delle periferie italiane, separato da Luce con la quale ha avuto Agnese, in questo secondo film sta preparando uno spazio dedicato alla cultura, insieme alla sua attuale compagna. Monica, invece, è la mamma di Alessio, ex fidanzatino di Agnese, che ha un primo incontro “particolare” con Giovanni e con il quale si instaura, però, un legame, inizialmente dovuto ai figli e poi a qualcosa di più.

La storia riprende tempo dopo con Giovanni che, appunto, si sta occupando della realizzazione di “Spazio Vivo”, mentre Monica viene arrestata a causa di un furto perpetrato dalle sue sorellastre gemelle, taccheggiatrici, che hanno nascosto la refurtiva nel negozio della protagonista. Monica chiede, quindi, aiuto a Giovanni che cerca di fare il possibile e viene nominato garante della donna che, invece del carcere, dovrà scontare un periodo di lavori socialmente utili in una comunità. Qui incontra, oltre alle suore, a dei volontari e alle persone che hanno bisogno degli aiuti della comunità stessa, anche il parroco, don Davide. E, nonostante i suoi modi di fare, entrerà presto nel cuore di tutti.

Un secondo capitolo che comunque diverte, come nelle più classiche delle commedie, tra equivoci e battute pungenti, ma che, al contempo, cade anche un po’ nel banale.

Appare, infatti, un po’ scontata la conclusione dei personaggi (che poi in realtà non si può nemmeno considerare una conclusione a tutti gli effetti), che, pur restando fermi nei propri principi, si adattano forse troppo a una narrazione che vuole dare forse troppo.

La sensazione è quella che si voglia cercare di migliorare e modellare una storia che, invece, non ne aveva né il bisogno né la necessità. I personaggi di Giovanni e Monica hanno funzionato molto bene nel primo capitolo, così all’opposto e così agli antipodi, e potevano funzionare altrettanto bene anche nel secondo “in autonomia”, senza essere, per forza di cose, legati e ancorati a dinamiche a loro estranee.

Il fulcro e il punto di forza di questa commedia era proprio l’essere leggera e spensierata. Nel sequel, invece, questa spensieratezza e questa leggerezza fine a sé stessa si perde. La direzione che il film prende sembra essere quella di voler portare lo spettatore a riflettere e interrogarsi su dinamiche attuali, del quotidiano, che, attraverso i personaggi, rispecchiano quello che vediamo tutti i giorni. E così, anche se in maniera comunque ironica e divertente, la morale di Monica è “smussata” e le sue azioni non hanno più lo stesso peso che avevano nel primo capitolo.

Si tratta comunque di una commedia piacevole che, seguendo il filone del successo del primo film, si mantiene in linea e continua a presentare personaggi iconici con momenti davvero esilaranti. Ma, viste le premesse, forse si poteva andare in un’altra direzione.


Veronica Ranocchi

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