martedì, agosto 24, 2021

FREE GUY - EROE PER GIOCO

Free Guy – Eroe per gioco

di Shawn Levy

con Ryan Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery

USA, 2021

genere: commedia, fantastico, avventura

durata: 115’

La giusta miscela di azione e divertimento con un pizzico di attualità e di fantastico è quello che dà vita al film dell’estate: “Free Guy – Eroe per gioco”.

Ryan Reynolds è il protagonista indiscusso di una storia adrenalinica, adatta a tutti, anche se principalmente indirizzata ai più giovani, e che fino all’ultimo istante mantiene lo spettatore incollato allo schermo, pur se consapevole di determinate scelte e svolte narrative.

Guy (Reynolds) è il personaggio di un videogioco originariamente ideato da due giovani programmatori, Millie e Keys, ma che in realtà è stato sottratto ai due per essere inserito all’interno di “Free City” da un potente editore, Antwan, che se ne è preso i meriti. Mentre i due cercano di fare il possibile per riprendere possesso della propria creazione, il personaggio di Guy acquista improvvisa coscienza di sé e comincia a comportarsi come un essere umano. Questa consapevolezza, che lo contraddistingue da tutti gli altri personaggi del gioco, sarà la chiave di svolta della vicenda che permetterà ai giovani di avere un ulteriore appoggio per riprendere ciò che spetta loro di diritto. Da mero personaggio di contorno Guy, o meglio Camiciola Guy, come iniziano a chiamarlo tutti gli altri, diventa un vero protagonista, anzi un eroe. Quell’eroe che tutti vogliono incontrare e provare ad emulare. E pensare che tutto questo Guy inizia a farlo per amore.

Quello impersonato da Reynolds è un eroe puro, un eroe pulito che, un eroe che, come lui stesso lo ha definito, è un adulto di 4 anni. Non ha problemi e non se ne crea, pensa sempre che ci sia una soluzione semplice e positiva per tutto. Il suo unico scopo, al di là dell’amore e dell’aiuto che vuole dare alla sua “fanciulla in pericolo”, è solo quello di fare la cosa giusta per più persone possibili.

Un importante punto a favore del film è l’alternarsi di termini tecnici e magari incomprensibili ai più con brevi spiegazioni che aiutano a capire quello che si vede sullo schermo. I due creatori, Antwan e tutte le persone che lavorano nel grande centro parlano tra loro utilizzando termini propri del videogioco, visto e considerato come un vero e proprio fenomeno di massa in tutto il mondo, in grado di fermare qualsiasi evento o manifestazione, ma Guy non riesce a stare al passo. Per lui la realtà non esiste ed è inconcepibile pensare di non farne parte. Per questo non riesce spesso a seguire quello che la bella Molotov Girl tenta di spiegargli. Ma è grazie a questo che lo spettatore, invece, riesce a seguire meglio lo svilupparsi della vicenda.

Menzione speciale, poi, ai dettagli che richiamano altri nomi e titoli del cinema contemporaneo. In particolare il ruolo di Channing Tatum, avatar felicissimo di essere derubato dal famigerato Camiciola Guy, ma ancora il riferimento a Star Wars e, su tutti, il cameo di Chris Evans chiamato in causa nel momento in cui il protagonista decide di ricorrere al famigerato scudo di Capitan America per difendersi dagli attacchi del nemico.

Insomma “Free Guy” è sicuramente una ventata di freschezza nell’ennesima estate “strana” che, a discapito delle apparenze e delle aspettative, si rivela essere un film ben costruito e ben congegnato. Non è il semplice film fine a sé stesso, ma un’opera dove gli effetti speciali che la fanno da padrona non superano mai la soglia del “troppo”, ma seguono il percorso dei personaggi. Poteva essere rischioso realizzare un film del genere. Accostare realtà virtuale, videogiochi e simili alla settima arte è stato spesso sinonimo di insuccesso, ma non si può dire altrettanto per il film di Shawn Levy che trae grande aiuto anche dal cast. Oltre a un Ryan Reynolds al top, mai sopra le righe e con la capacità di non ancorarsi troppo al personaggio, ma di disegnarlo a poco a poco, il regista può contare su volti noti e conosciuti soprattutto dal pubblico più giovane. Da Jodie Comer a Joe Keery arrivando a Taika Waititi. Insomma: impossibile sbagliare.


Veronica Ranocchi

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