Free Guy – Eroe per gioco
di Shawn Levy
con Ryan Reynolds, Jodie
Comer, Joe Keery
USA, 2021
genere: commedia,
fantastico, avventura
durata: 115’
La giusta miscela di
azione e divertimento con un pizzico di attualità e di fantastico è quello che
dà vita al film dell’estate: “Free Guy – Eroe per gioco”.
Ryan Reynolds è il
protagonista indiscusso di una storia adrenalinica, adatta a tutti, anche se principalmente
indirizzata ai più giovani, e che fino all’ultimo istante mantiene lo
spettatore incollato allo schermo, pur se consapevole di determinate scelte e
svolte narrative.
Guy (Reynolds) è il
personaggio di un videogioco originariamente ideato da due giovani
programmatori, Millie e Keys, ma che in realtà è stato sottratto ai due per
essere inserito all’interno di “Free City” da un potente editore, Antwan, che
se ne è preso i meriti. Mentre i due cercano di fare il possibile per
riprendere possesso della propria creazione, il personaggio di Guy acquista
improvvisa coscienza di sé e comincia a comportarsi come un essere umano.
Questa consapevolezza, che lo contraddistingue da tutti gli altri personaggi
del gioco, sarà la chiave di svolta della vicenda che permetterà ai giovani di
avere un ulteriore appoggio per riprendere ciò che spetta loro di diritto. Da
mero personaggio di contorno Guy, o meglio Camiciola Guy, come iniziano a chiamarlo
tutti gli altri, diventa un vero protagonista, anzi un eroe. Quell’eroe che
tutti vogliono incontrare e provare ad emulare. E pensare che tutto questo Guy
inizia a farlo per amore.
Quello impersonato da
Reynolds è un eroe puro, un eroe pulito che, un eroe che, come lui stesso lo ha
definito, è un adulto di 4 anni. Non ha problemi e non se ne crea, pensa sempre
che ci sia una soluzione semplice e positiva per tutto. Il suo unico scopo, al
di là dell’amore e dell’aiuto che vuole dare alla sua “fanciulla in pericolo”,
è solo quello di fare la cosa giusta per più persone possibili.
Un importante punto a
favore del film è l’alternarsi di termini tecnici e magari incomprensibili ai
più con brevi spiegazioni che aiutano a capire quello che si vede sullo
schermo. I due creatori, Antwan e tutte le persone che lavorano nel grande
centro parlano tra loro utilizzando termini propri del videogioco, visto e
considerato come un vero e proprio fenomeno di massa in tutto il mondo, in
grado di fermare qualsiasi evento o manifestazione, ma Guy non riesce a stare
al passo. Per lui la realtà non esiste ed è inconcepibile pensare di non farne
parte. Per questo non riesce spesso a seguire quello che la bella Molotov Girl
tenta di spiegargli. Ma è grazie a questo che lo spettatore, invece, riesce a
seguire meglio lo svilupparsi della vicenda.
Menzione speciale, poi,
ai dettagli che richiamano altri nomi e titoli del cinema contemporaneo. In
particolare il ruolo di Channing Tatum, avatar felicissimo di essere derubato
dal famigerato Camiciola Guy, ma ancora il riferimento a Star Wars e, su tutti,
il cameo di Chris Evans chiamato in causa nel momento in cui il protagonista decide
di ricorrere al famigerato scudo di Capitan America per difendersi dagli
attacchi del nemico.
Insomma “Free Guy” è sicuramente
una ventata di freschezza nell’ennesima estate “strana” che, a discapito delle
apparenze e delle aspettative, si rivela essere un film ben costruito e ben
congegnato. Non è il semplice film fine a sé stesso, ma un’opera dove gli
effetti speciali che la fanno da padrona non superano mai la soglia del “troppo”,
ma seguono il percorso dei personaggi. Poteva essere rischioso realizzare un
film del genere. Accostare realtà virtuale, videogiochi e simili alla settima
arte è stato spesso sinonimo di insuccesso, ma non si può dire altrettanto per
il film di Shawn Levy che trae grande aiuto anche dal cast. Oltre a un Ryan
Reynolds al top, mai sopra le righe e con la capacità di non ancorarsi troppo
al personaggio, ma di disegnarlo a poco a poco, il regista può contare su volti
noti e conosciuti soprattutto dal pubblico più giovane. Da Jodie Comer a Joe
Keery arrivando a Taika Waititi. Insomma: impossibile sbagliare.
Veronica Ranocchi
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