martedì, settembre 13, 2022

VENEZIA 79: BARDO, FALSA CRONICA DE UNAS CUANTAS VERDADES

Bardo, falsa cronica de unas cuantas verdades

di Alejandro G. Inarritu

con Daniel Giménez Cacho, Griselda Siciliani, Ximena Lamadrid

Messico, 2022

genere: drammatico

durata: 174’

È tempo anche per Bardo: falsa cronica de unas cuantas verdades di Alejandro G Inarritu di sbarcare al Lido di Venezia per l’edizione 79 della mostra del cinema.

Con i suoi 174 minuti il film, dal 16 dicembre su Netflix, del regista messicano mette in scena tante tematiche, tante situazioni e tanti scenari. Forse troppi.

Silverio Gama è un documentarista messicano, ex conduttore televisivo, che vive la sua vita insieme alla moglie e ai tre figli. Invitato in uno show per presentare la sua ultima opera e anticipare il fatto che verrà insignito con il più prestigioso premio assegnato ai giornalisti, l’uomo ammutolisce e non risponde alle domande del conduttore.

Da quel momento (in realtà anche prima) cominciano a susseguirsi strane situazioni che mescolano continuamente finzione e realtà.

Aveva già, in qualche modo, provato a raccontarci la sua particolare visione del mondo Inarritu, ancora prima di Bardo: falsa cronica de unas cuantas verdades. E lo aveva fatto con Birdman. Allo stesso modo aveva provato a raccontare la vita messicana dal suo punto di vista, per esempio, con Amores Perros.

Qui prova a fare un mix tra i due (e non solo) e creare un universo ancora nuovo, ancora alternativo. Ma mettendo fin troppa carna al fuoco.

Il sogno e la realtà diventano un insieme unico, dove uno va a intersecarsi e a interferire con l’altro, sia visivamente che consequenzialmente. I personaggi, in particolare il protagonista, ma anche lo spettatore sono costretti ad aggrapparsi a dei punti di riferimento per non cadere nella trappola della finzione. Aiutato da un valido comparto tecnico, Inarritu con il suo Bardo spazia in continuazione tra un luogo e un altro, tra un tempo e un altro.

Dal contrasto tra vita e morte, al rapporto familiare e generazionale, passando per la visione del mondo e del cinema. Sono solo alcuni dei temi affrontati dal film in questione. Silverio non è solo un documentarista, ma è, in certi frangenti, alter ego del regista stesso. Quando parla delle sue opere e soprattutto del suo approccio a esse. Ma anche del modo in cui vengono recepite e comprese dal pubblico. In tutti questi momenti è Inarritu a parlare. Si mostra al suo pubblico attraverso un film nel film. Un film nel quale è molto facile smarrirsi.

Un cerchio che si chiude. Sembra dirci questo Inarritu con Bardo: falsa cronica de unas cuantas verdades. La vita di Silverio è la vita di ognuno di noi. Perché è tutto realtà e finzione. Tutto si mescola, in un modo o in un altro. Bisogna solo bilanciare i vari elementi.

Un po’ come in questo film: bisogna solo trovare il giusto equilibrio.


Veronica Ranocchi

(recensione pubblicata su taxidrivers.it)

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