Carlito's Way
di Brian De Palma
con Al Pacino, Sean Penn, Penelope Ann Miller, John Leguizamo
Usa, 1993
durata 144'
L’idea di felicità è la spiaggia tropicale disegnata sul cartellone pubblicitario che Carlito (Al Pacino) guarda prima di perdere coscienza. Apparentemente laterale rispetto al contesto che la circonda quell’immagine associata al corpo del protagonista ferito a morte e riverso sul pavimento riproduce nella sua artificialità l’impossibilità di un altrove in cui rifarsi una vita. Prima di quel momento , drammatico e definitivo, Brian De Palma e con lui il film si sono messi d’impegno per impedire a Carlito Brigante di arrivare fin lì. L’hanno fatto uscire dal carcere con la voglia di non tornarci, permettendogli di ritrovare l’antica fiamma, ma soprattutto gli hanno messo a disposizione la gestione di un locale che gli consentirà di guadagnare i soldi necessari per cambiare ambiente, magari per sfuggire in quella spiaggia da sogno insieme alla donna della sua vita. Un piano a misura d’uomo, ispirato dal cuore di un regista che in fin dei conti ha sangue italiano e di conseguenza è abituato a ragionare in termini di rinascita e di riscatto. Poi però ci si sono le regole del genere, le formule calcolate al millimetro per esaltare l’altr’alternanza di inferno e paradiso. I sogni infranti e gli uomini divisa tra angeli e diavoli. Ma soprattutto ci sono le “catene della colpa” che impediscono ai personaggi di emanciparsi dal proprio passato. Al Pacino e Brian De Palma si ritrovano sul set dopo l’esperienza di “Scarface” (1983). Se Carlito Brigante è un Tony Montana piu romantico e meno autodistruttivo, De Palma ha ancora in mente “Gli intoccabili” (1987) con meno grandeur ma con la stessa malinconia. Il risultato è un gangster noir che sfiora il melo e si riveste di una violenza priva di sangue, espressa soprattutto dalla tensione che caratterizza i rapporti umani all’interno del film. Nel ruolo di un avvocato nevrotico e cocainomane trova conferma l’istrionismo di Sean Penn, mentre Pacino per una volta riesce a contenersi, consegnando il suo personaggio alla categoria degli imperdibili di quell’annata.
Sky ore 2100
di Brian De Palma
con Al Pacino, Sean Penn, Penelope Ann Miller, John Leguizamo
Usa, 1993
durata 144'
L’idea di felicità è la spiaggia tropicale disegnata sul cartellone pubblicitario che Carlito (Al Pacino) guarda prima di perdere coscienza. Apparentemente laterale rispetto al contesto che la circonda quell’immagine associata al corpo del protagonista ferito a morte e riverso sul pavimento riproduce nella sua artificialità l’impossibilità di un altrove in cui rifarsi una vita. Prima di quel momento , drammatico e definitivo, Brian De Palma e con lui il film si sono messi d’impegno per impedire a Carlito Brigante di arrivare fin lì. L’hanno fatto uscire dal carcere con la voglia di non tornarci, permettendogli di ritrovare l’antica fiamma, ma soprattutto gli hanno messo a disposizione la gestione di un locale che gli consentirà di guadagnare i soldi necessari per cambiare ambiente, magari per sfuggire in quella spiaggia da sogno insieme alla donna della sua vita. Un piano a misura d’uomo, ispirato dal cuore di un regista che in fin dei conti ha sangue italiano e di conseguenza è abituato a ragionare in termini di rinascita e di riscatto. Poi però ci si sono le regole del genere, le formule calcolate al millimetro per esaltare l’altr’alternanza di inferno e paradiso. I sogni infranti e gli uomini divisa tra angeli e diavoli. Ma soprattutto ci sono le “catene della colpa” che impediscono ai personaggi di emanciparsi dal proprio passato. Al Pacino e Brian De Palma si ritrovano sul set dopo l’esperienza di “Scarface” (1983). Se Carlito Brigante è un Tony Montana piu romantico e meno autodistruttivo, De Palma ha ancora in mente “Gli intoccabili” (1987) con meno grandeur ma con la stessa malinconia. Il risultato è un gangster noir che sfiora il melo e si riveste di una violenza priva di sangue, espressa soprattutto dalla tensione che caratterizza i rapporti umani all’interno del film. Nel ruolo di un avvocato nevrotico e cocainomane trova conferma l’istrionismo di Sean Penn, mentre Pacino per una volta riesce a contenersi, consegnando il suo personaggio alla categoria degli imperdibili di quell’annata.
Sky ore 2100
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