Noi e la Giulia
di Edoardo Leo
con Luca Argentero, Edoardo Leo, Claudio Amendola, Anna Foglietta
Italia, 2015
genere, commedia
durata, 115'
A volte basta veramente
poco per accontentare tutti. Prova ne sia il successo di pubblico e di critica
registrato da Noi e la Giulia, ultimo
lavoro
diretto e interpretato da Edoardo Leo, autore romano che fin qui si
era distinto più come interprete di lungometraggi altrui che di quelli
realizzati per
proprio conto. E invece può succedere che, partendo da un soggetto che
racconta la scommessa esistenziale di tre quarantenni in cerca di
riscatto - attraverso l'apertura di un'azienda agrituristica - il film
in questione riesca a intercettare i sentimenti che
attraversano il paese. Perché se è scontato – trattandosi di una
commedia - che i protagonisti
facciano il pieno di quei difetti che appartengono alla natura del maschio
italico, e che risultino di conseguenza pavidi inetti e un po’ cialtroni – specialmente Fausto,
conduttore televisivo caduto in disgrazia e indebitato fino al collo - e altrettanto vero che la storia
pensata da Leo, si trasforma – con gli sviluppi che lo spettatore avrà modo
di vedere – nell’affermazione di quell'arte d'arrangiarsi, che costituisce il segreto di un
ottimismo e di una fiducia come sempre duri a morire. Una virtù
che "Noi e la Giulia" fa entrare in gioco in maniera tragicomica,
allorchè i protagonisti, ancora alle prese con le complicazioni delle
rispettive disfunzioni caratteriali, saranno chiamati a vedersela co gli
sgherri della mafia, giunti sul posto per far valere gli interessi del
boss della zona.
Pur seguendo la tendenza in uso nella commedia nostrana che, approfittando dei benefit delle film commission, ha fatto del meridione la sua terra d'elezione, con tutto quello che ne consegue in termini di conformismo e omologazione, a
fare la differenza in questo caso sono il garbo e l’attenzione con cui
Leo tratteggia i personaggi, il coraggio di costruire una linea narrativa che non sia solo un pretesto per esibire la battuta fulminate e una cinefilia che permette alla storia di
ricreare atmosfere e
situazioni prelevate da alcuni dei migliori esempi del genere in
questione, e che
vanno da un capolavoro sempre verde come I soliti ignoti,
ripreso nel modo in cui il film mette insieme il sodalizio maschile e nell’improbabile
maniera in cui lo stesso reagisce di fronte al da farsi, fino ad arrivare
a certo cinema di Salvatores, richiamato nel modi picareschi e malinconici con
cui si manifesta il desiderio di fuga dei protagonisti.
Senza dimenticare la
trovata di far corrispondere la precarietà esistenziale dei personaggi
e, di conseguenza, la loro naturale propensione al viaggio, con la
presenza della mitica Giulia, feticcio destinato a incarnare una volta
di più la grande stagione della commedia all'italiana, a cui il film di
Leo certamente rende omaggio
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