The Startup – Accenti il tuo futuro
di Alessandro D’Alatri
con Andrea Arcangeli, Matilde Gioli, Luca Di Giovanni, Matteo Leoni, Massimiliano Gallo
Italia, 2017
genere, drammatico
durata: 97'
Matteo Achilli è un ragazzo romano di 19 anni che frequenta l’ultimo anno del liceo. Vive nella periferia romana, ha una fidanzata, una vita normale e u sogno nel cassetto: diventare ricco inventandosi un’app. Così facendo crea un social network per far valutare i curricula mediante un algoritmo. L’idea dell’app chiamata EGOMNIA, ossia “UNO CONTRO TUTTI”, è di organizzare i curricula degli iscritti e, attraverso una formula matematica, sintetizzarli in una valutazione numerica inserendoli in una classifica di merito. Il progetto all’inizio non miete proseliti : nessuno crede in un ragazzo di 19 anni, ma alla fine con molte difficoltà decolla e trova anche molti ammiratori, addirittura nel mondo della politica. Al ragazzo si aprono le porte dei salotti della Milano bene, ma tutta questa notorietà e ricchezza lo trasformeranno, omologandolo a tutto ciò che lui aveva sempre disprezzato e combattuto fino al punto di mettere rischio famiglia, amicizia e persino l’amore per la sua ragazza. Matteo dunque si trova dinanzi ad un bivio: cosa sceglierà?
Il film è ispirato ad una storia vera perchè Matteo Achilli esiste davvero, ha 24 anni, non si è ancora laureato e fa l’imprenditore grazie all'idea che gli ha garantito felicità e benessere economico. La sceneggiatura - scritta dallo stesso D'Alatri - lo dipinge come un ragazzo idealista, bravo e con una famiglia alle spalle che anche a costo di grandi sacrifici lo ama e lo supporta in tutto e per tutto. Un valore quello dell'istituto famigliare che riecheggia centrale in un momento in cui invece la stessa sembra perdere sempre più consistenza.
Ma a ben vedere l'intera vicenda esalta i valori classici come lo è il principio del non arrendersi mai e quello di nietzschiana memoria secondo cui se desideri veramente qualcosa la puoi ottenere presente. Il tutto attraverso dialoghi semplici, energici e con un ritmo degli eventi che viene scandito da una buona colonna sonora che accompagna gli eventi più importanti del film (tra i brani spiccano “Incubo in piscina” e anche “Andrà tutto bene”). Matteo infatti non si arrende alla sua posizione sociale che forse lo vorrebbe condannato ad essere relegato se non ai margini almeno ai confini della società: ascolta le esortazioni del padre che per lui vuole qualcosa di diverso: la Bocconi, una posizione sociale prestigiosa, potere, ecc. Nel mezzo di questa ricerca il ragazzo si spinge persino a chiedersi se addirittura la felicità possa misurarsi in algoritmi anche attraverso alcune costanti e finisce per darsi una risposta positiva.
E a maggior ragione la matematica attraverso i suoi algoritmi è sicuramente in grado di offrire una garanzia massima di imparzialità nelle valutazioni e giudizi dei curriculum e delle potenzialità di ogni aspirante iscritto in cerca di lavoro. In questo lungo viaggio del protagonista lo stesso incontrerà i demoni tentatori del facile successo, del potere, della politica che lo tenteranno cercando di fargli rinnegare l’amicizia e l’amore e la stessa purezza dei suoi pensieri. Lo scontro sarà comunque fragoroso e lascerà in Matteo un segno indelebile. Dunque un film sui giovani, tema caro da sempre a D’Alatri, ma anche sulla famiglia, nonché sui cinquantenni che perdono il lavoro e sui principi etici che permeano comunque la nostra società.
Il messaggio è dunque positivo e di speranza, soprattutto per coloro che non si rassegnano ai qualunquismi e rifiutano di percorrere facili e comode scorciatoie per raggiungere gli obiettivi prefissati. Forse un pò scontato e dai tratti facilmente romantici "The Startup" pur nel conformismo che risulta dal fatto di inneggiare in maniera semplicistica alla meritocrazia ed al valore di ogni individuo è comunque efficace nel collegare i suoi contenuti alla realtà dei nostri giorni, risultando attuale e vicino al background emotivo dei molti giovani che alla strega di Matteo hanno a cuore il proprio futuro.
Michela Montanari
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