Jukai - la foresta dei suicidi
di Jason Zada
con Natalie Dormer, Taylor Kinney, Eoin Macken
USA, 2016
genere, horror
durata, 93’
Negli USA, Sara Price viene informata telefonicamente dalla polizia giapponese che sua sorella gemella Jess, che insegna in Giappone, è scomparsa: l'ultima volta in cui è stata vista stava dirigendosi verso la foresta di Aokigahara, famosa per essere luogo eletto da chi si vuole suicidare. Quando una persona ci va e lascia il sentiero per inoltrarsi nel fitto del bosco, significa, le spiegano, che non vuole farsi trovare. Dopo 48 ore, le autorità ritengono la persona si sia suicidata. Sara non ci crede: con la sua particolare sensibilità da gemella, avverte che la sorella è ancora viva.
Il marito cerca di farla ragionare, ma Sara è decisa a scoprire la verità sulla sorella: non può abbandonarla. Perciò prende l'aereo e vola in Giappone. Apprende che in tempi lontani la popolazione portava nella foresta a morire le persone, vecchi, malati e deboli, per le quali, in tempi di carestia, non c'era cibo.
Apprende anche che, secondo le leggende, gli spiriti non possono riposare in quella foresta e sono decisamente arrabbiati. Per ritrovare la sorella, Sara decide di entrare nella foresta a sua volta. Una donna la avvisa che se lascia il sentiero e ha la tristezza nel cuore, gli spiriti la useranno contro di lei. Aiden, giornalista per una rivista di viaggi australiana, si offre di aiutarla; sta per andare nella foresta insieme a un giapponese, Michi, sorta di guardiano non ufficiale. In cambio, Aiden chiede a Sara di poter fare della ricerca della sorella il contenuto di un articolo che intende scrivere. Sara accetta volentieri, anche se Michi, molto esperto, la sconsiglia perché la vede triste e quindi inadatta ad approssimarsi al luogo. Ma per Sara è troppo importante trovare Jess e accetta di affrontare l'ignoto.
L'idea di una foresta misteriosa nella quale le persone si recano per abbandonare il mondo e la vita è suggestiva e affascinante, notevolmente macabra. Il fatto che non sia solo un luogo astratto, ma reale, in cui in molti vanno a suicidarsi, rende la cosa ancora più macabra. Già altri film se ne sono occupati. Per restare in campo horror, appena qualche anno fa c'è stato il modesto “La foresta dei suicidi” di Steven R. Monroe. Questo film rende più giustizia al concetto, pur senza riuscire a sfruttarne del tutto le potenzialità.
L'atteggiamento scettico di Sara nei confronti dei giapponesi e delle loro credenze è ben sottolineato, come lo è l'inquietudine che spinge la donna a risolvere sistematicamente i guai nei quali si caccia la sorella gemella. Il viaggio alla ricerca di Jess è però soprattutto un viaggio alla ricerca di se stessa, non solo dell'altra metà di se stessa. La relativa complessità del personaggio e la sincerità delle sue motivazioni favoriscono l'immedesimazione nelle sue preoccupazioni e la credibilità emotiva della vicenda. La situazione, abbastanza bizzarra, è ben delineata nella prima metà del film che, in modo conciso ed efficace, illustra la relazione tra i personaggi e l'unicità del luogo.
Quando la storia si sposta all'interno della misteriosa foresta, tra apparizioni vere o presunte, il clima di mistero e di sconcerto, pur con un utilizzo sin troppo frequente di stilemi horror piuttosto comuni, rimane discretamente sostenuto, puntando sull'ambiguità del comportamento di chi accompagna Sara e il conseguente senso di isolamento e di incertezza nel quale precipita la donna. La suspense è accettabile e il confronto della protagonista con i fantasmi del suo passato mantiene una buona coerenza: il finale è però un po' deludente, nella sua schematica prevedibilità. Nonostante questo, è un esordio alla regia abbastanza promettente per Jason Zada. Molto convincente è anche la prova di Natalie Dormer, nota soprattutto per la serie tv “Il trono di spade”.
Riccardo Supino
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