Assassinio sull’Orient Express
di, Kenneth Branagh
con, Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Judi Dench, Josh Gad, William Dafoe, Kenneth Branagh, Penelope Cruz
USA, 2017
genere, Thriller
durata, 114’
Non chiamatelo Poirot. Del resto Kenneth Branagh forse lo sapeva che, per superare il confronto con il film diretto nel 1974 da Sidney Lumet e con l’immagine del Poirot per eccellenza incarnata successivamente da David Suchet, doveva portate sul piatto del cinema qualcosa di nuovo.
Il suo “Assassinio sull’Orient Express” ripercorre l’indagine più famosa del detective belga nato dalla penna di Agatha Christie in un modo che, nonostante l’ambientazione, appare inequivocabilmente contemporaneo.
L’investigatore grassoccio dall’indimenticabile testa a uovo lascia il posto a un Hercule Poirot (Kenneth Branagh) atletico e piacente che, se non fosse per gli enormi baffi, sembra strizzare l’occhio più a Sherlock Holmes che al personaggio della scrittrice britannica.
Branagh è consapevole di non poter privare il suo detective del sagace umorismo e dell’acuta genialità con cui la Christie lo aveva dipinto, ma ne fa un personaggio più vicino all’uomo comune. Ne fa un genio stanco che si sente obbligato a non gettare la spugna ma che, allo stesso tempo, vacilla di fronte a ciò che vive e muta le proprie convinzioni. Il mondo smette di essere ai suoi occhi irrimediabilmente diviso tra bianco o nero. Poirot e noi insieme a lui scopriamo quella temibile zona grigia dove il confine tra bene e male si fa labile e dove i valori di giusto e sbagliato non sono più così definiti. Questo fa del detective un personaggio in divenire distante da quell’ometto iconico che tutti conosciamo.
Un personaggio dinamico. Come dinamico è il motore registico.
Le indagini seguono puntualmente la trama originale, ma Branagh ci introduce alla storia con un episodio inedito. Sfrutta il valore aggiunto di un cast di rispetto che vede viaggiare sui vagoni del treno Penelope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Daisy Ridley e Josh Gad. Sceglie di dare ampio respiro all’ambientazione, stemperando il senso di asfissia delle cabine dell’Orient Express con ampie riprese panoramiche che seguono il treno nel suo viaggio in mezzo ai paesaggi di una natura mozzafiato.
Alla fine della corsa, si ha la certezza di quanto si era immaginato fin dalla prima scena: e cioè di essere davanti a un “Assassinio sull’Orient-Express” diverso dal passato. Il film di Branagh omaggia una storia intramontabile e, insieme, se ne allontana. Il suo Poirot guarda alle origini di uno degli investigatori più famosi dell’immaginario collettivo e, allo stesso tempo (un po’ a malincuore per gli amanti del personaggio originale), ne rappresenta una nuova immagine in linea con i tempi.
Forse proprio per questo sapore di novità “Assassinio sull’Orient-Express”, se anche non ha saputo dar vita a un capolavoro, è una pellicola capace di regalare momenti di intrattenimento leggero che, senza pretese, si lascia guardare con piacere.
Valeria Gaetano
1 commento:
Apprezzo le sfide coraggiose.
E ci vuole molto coraggio per affiancare un capolavoro come quello diretto da Lumet.
Come sopportare il confronto con l'inarrivabile Ingrid, ad esempio? Hanno prudentemente sostituito la missionaria svedese con una bruna spagnola, ma lo spettatore si accontenterà?
Beh, sabato lo vedo e poi mi tocca recensire!
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