Ogni tuo respiro
di Jean-Stéphane Bron
con Andrew Garfield, Claire Foy, Tom Hollander, Stephen Mangan, Dean-Charles Chapman,
Harry Marcus, Penny Downie, Hugh Bonneville, David Wilmot, Amit Shah, Ben Lloyd-Hughes, Miranda Raison, Diana Rigg, Ed Speleers, Roger Ashton-Griffiths, James Wilby
Gran Bretagna, 2017
genere, Drammatico
durata, 117’
E’ il 1957. Il brillante giovane inglese Robin Cavendish (Andrew Garfield) incontra la bellissima Diana Blacker (Claire Foy), se ne innamora e, dopo averla sposata, si trasferisce con la moglie in Kenya. Qui, tra paesaggi mozzafiato, lavora nel commercio del tè in attesa che Diana dia alla luce il figlio Jonathan (Dean-Charles Chapman/Harry Marcus).
La vita dei due procede come in una fiaba. Ma l’idillio, all’improvviso, diventa un incubo. Robin si ammala di poliomelite e resta paralizzato dal collo in giù, sopravvivendo solo con l’aiuto di un respiratore artificiale.
Sembra l’inizio di un racconto drammatico, destinato a far piangere. E invece non lo è. Ogni tuo respiro è tutt’altro. Non c’è nulla, nella prima prova da regista di Andy Serkis, che faccia pensare alla tristezza, alla pesantezza, alla commiserazione. Perché la tragedia umana diventa lo spunto per raccontare una vita fatta di coraggio, di determinazione, di profonda dignità, di amore e di gioia di vivere. La malattia di Robin non è il preludio di una fine, ma l’opportunità di un nuovo inizio.
Diana spinge sorprendentemente il marito fuori dall’ospedale contro il parere del medico. Lo riporta a casa e, con il supporto di un’ingegnosa sedia a rotelle costruita dall’amico e Professor Teddy Hall (Hugh Bonneville), lo accompagna in viaggio per il mondo.
Inizia così la coraggiosa sfida di una coppia destinata a cambiare per sempre la concezione e la vita dei disabili.
Robin non solo sopravvive. Vive. E questo instancabile attaccamento alla vita contro ogni aspettativa traspare meravigliosamente sullo schermo attraverso una straordinaria espressività degli attori.
La fotografia straordinaria dei paesaggi e dei tramonti africani, l’ironia e la comicità con cui i personaggi affrontano le difficoltà, l’eleganza dei costumi british, le musiche allegre che fanno da colonna sonora conferiscono alla storia un senso di leggerezza inaspettato, tanto più se si pensa che quella di Robin Cavendish è una vicenda realmente avvenuta.
E’ con questa leggerezza che non scade mai nella frivolezza che Ogni tuo respiro affronta temi di grande attualità: dall’immagine che diamo alla disabilità fino al diritto di autodeterminazione del malato e, in fondo, all’eutanasia. Ed è grazie a questa leggerezza che il film (prodotto tra l’altro da Jonathan figlio di Cavendish) convince a credere che la più grande tragedia umana può nascondere una cammino positivo e che ‘scegliere di vivere’ è più doveroso che sopravvivere.
Dalla storia al mondo in cui è raccontata, Ogni tuo respiro fa uscire dalla sala non indifferenti e con un senso di attaccamento alla vita che fa dell’opera prima di Serkis un film inaspettato che ciascuno, almeno una volta, dovrebbe vedere.
Valeria Gaetano
Nessun commento:
Posta un commento