Boy erased
di Joel Edgerton
con Nicole Kidman, Lucas Hedges, e Russell Crowe,
USA, 2018
drammatico, biografico
durata, 114’
Jared Eamons è un ragazzo qualunque, uno dei tanti.
Lo siamo stati un po’ tutti Jared Eamons a dir la verità, almeno una volta: noi che tenevamo il braccio fuori dal finestrino in autostrada per giocare con il vento - anche se la mamma ce lo vietava – o che non vedevamo l’ora di prendere la macchina di papà per andare a festeggiare con gli amici una vittoria appena ottenuta con la propria squadra.
Quello che contraddistingue però veramente Jared – che in fin dei conti sarà il vero discriminante della storia – è la sua colpa di essere figlio del reverendo Eamons (Russel Crowe).
Basato su spezzoni di vita reali, “Boy erased” allora è proprio questo: il conflitto fra il mondo del padre - la cui vita è scandita dai dogmi delle fede - e le voglia di libertà del figlio…ma non solo: è la storia di un adolescente che scopre di essere omossessuale, che in una famiglia del genere diventa come una sorta di maledizione inviata dal diavolo in persona.
Costretto dal padre (ma senza presa di posizione reale della madre, Nicole Kidman, che per gran parte del film è solo una bellissima sparring partner) ad entrare una specie di clinica riabilitativa dal nome inquietante “L’amore in azione”, Jared è qui vittima di un percorso il cui unico obiettivo è curare questa sua “malattia mentale” davanti agli occhi di Dio e della propria famiglia.
La vita nell’istituto è molto simile a quella in una caserma militare: tutto catalogato e sequestrato, regole per qualsiasi cosa e contatti umani rigorosamente limitati ad una stretta di mano (breve istante che nell’arco della giornata ricorda loro di essere ancora esseri umani). A far compagnia a Jared però ci sono i suoi compagni di percorso, i quali avranno un ruolo fondamentale nella sua evoluzione.
L’attore protagonista (Lucas Hedges) firma così un altro importante film, dopo l’ottima prestazione in “Manchester by the sea” che gli è valsa la candidatura come migliore attore non protagonista nel 2016.
Il regista inoltre, Joel Edgerton (regista di “Regali da uno sconosciuto” e attore in numerose è occasioni), è presente anch’egli nella pellicola interpretando il difficile ruolo di Victor Sykes, responsabile e “carismatico” educatore del centro di riabilitazione. Esperimento riuscito a pieni voti.
Non sarà sicuramente un film che entrerà negli annali del cinema, ma è comunque sia un’opera ben organizzata e ben strutturata, realizzato mettendo insieme un bel mix di attori esperti e dove le storyline di tutti i personaggi sono curate e portate avanti fino alla fine. Una pellicola di denuncia sempre attuale che butta benzina sul fuoco del dialogo (soprattutto statunitense) circa il diritto ad esistere di questi rifugi per la gestione dei “disturbi sessuali”.
Lorenzo Governatori
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