The Drummer and The Keeper
di Nick Kelly
con Dermot Murphy, Jacob McCarthy
Irlanda, 2017
genere, commedia, drammatico
durata, 92
In un festival che si appresta a cominciare, il film di apertura rappresenta un momento a se stante rispetto al resto del programma. Anche laddove si volesse individuare una continuità tematica presente nelle opere selezionate, il lungometraggio incaricato di inaugurare una manifestazione di solito se ne distacca, avendo lo scopo di introdurre alla visione senza troppo impegno, stimolando l’emotività dello spettatore quel tanto che basta per renderlo pronto all’imminente maratona cinematografica. Da questo punto di vista The Drummer and the Keeper, dell’esordiente Nick Kelly, ha le carte in regola per soddisfare queste premesse, non solo per l’appartenenza a un genere come la commedia, che fa dell’empatia e dell’immediatezza i suoi cavalli di battaglia, ma soprattutto perché nel caso specifico a farla da padrone è uno di quegli argomenti di fronte al quale anche i duri di cuore sono costretti a capitolare.
The Drummer and the Keeper racconta per l’appunto l’amicizia di una “strana coppia” di adolescenti, segnati dalle rispettive condizioni: Gabriel (Dermot Murphy, il Bob Geldof di Bohemian Rhapsody) è infatti un batterista affetto da disturbo bipolare che ne sabota le prospettive di carriera, mentre Christopher, affidato a un istituto riabilitativo, è un diciassettenne colpito dalla sindrome di Asperger. A farli incontrare è una partita di calcio alla quale partecipano per scopi terapeutici; a decidere le sorti del loro rapporto è, invece, come spesso succede in questo genere di film, un’incompatibilità di carattere, destinata ancora una volta a fare da premessa al più inscindibile dei sodalizi amicali.
Titolare della sceneggiatura, Kelly evita di fare dei disturbi di cui soffrono i protagonisti materia per un ritratto sociologico della malattia. Al contrario la diversità di Gabriel e Christopher ben si sposa con il ribellismo tipico dell’età giovanile (resa anche attraverso i pezzi di musica rock suonati dalla band di Gabriel) e con i dubbi e le paure di chi ancora deve trovare il proprio posto nel mondo. Da cui la coerenza di una messinscena che, nella necessità di corrispondere al saliscendi umorale dei protagonisti, fa dell’alternanza dei toni, a volte drammatici, altre leggeri, la misura di una verosimiglianza da romanzo di formazione. Nella sua spudorata spontaneità (vedasi la sequenza che precede i titoli di testa), The Drummer and the Keeper è un film appassionante e gradevole, di quelli che, se fatti a Hollywood, attirerebbero l’attenzione di giornali e televisioni. Per fortuna c’è l’Irish Film Festa a farcene partecipi.
Carlo Cerofolini
(pubblicata su taxidrivers.it)
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