Atlantics
di Mati Diop
con Ibrahima Mbaye, Abdou Balde, Mame Bineta Sane
Francia, Belgio, Senegal, 2019
genere drammatico
durata, 104'
Terre Promesse
L’inizio di Atlantics, dell’esordiente Mati Diop, vive sulla contraddizione legata all’idea di progresso, simboleggiato dall’avveniristico grattacielo che fa da sfondo al cantiere dove gli operai protestano per la mancata retribuzione.
Alla convulsa e quanto mai inutile richiesta di soldi si contrappone la disumana compostezza del monolite di cristallo, manifestazione di un’autosufficienza (tecnologica e capitalistica) che non appartiene alle figure presenti nel paesaggio.
Il campo e controcampo che segue, con la soggettiva dello sguardo che si allontana dalla “Torre”, seguita dall’immagine del mare in tempesta è la conferma di una convivenza impossibile e insieme il presagio di un viaggio, che di lì a poco vedrà Souleiman e i suoi compagni sfidare l’oceano alla ricerca della terra promessa.
Stati di allucinazione
Se Atlantics è innanzitutto la storia di un amore mancato, quello tra Ada innamorata di Souleiman, ma promessa a un altro uomo, e solo dopo il racconto della condizione di chi è costretto a lasciare la propria terra (in questo caso il Senegal), spinto dalla necessità di trovare lavoro, a creare lo scarto tra questo e altri film collegati al tema della migrazione è però altro.
Impostando lo stile di ripresa su un realismo coerente al rapporto di causa effetto tra personaggi e ambiente, Diop sposta gradualmente il livello della narrazione intercettando lo “spirito del tempo” attraverso un’allucinatoria commistione di generi in cui trovano posto sia la detection story, giustificata dal tentativo della polizia di fare luce sulla misteriosa ricomparsa di Souleiman, che lo zombie movie, preso in prestito quando si tratterà di vendicare l’iniqua sorte toccata agli improvvisati viaggiatori.
Carnalità dei corpi
Senza perdere di vista l’oggettività del contesto ma integrandone le sfaccettature con una poesia (del quotidiano) riferita al desiderio della protagonista di riunirsi il proprio amato, Atlantics restituisce al corpo (dei protagonisti) la sua funzione originale: non più – o non solo – particella dell’ingranaggio produttivo ma espressione di una carnalità capace di comprendere e di amare.
Vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2019, Atlantics di Mati Diop è visibile su Netflix.
Carlo Cerofolini
(pubblicata su taxidrivers.it)
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