Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto
di Riccardo Milani
con Paola Cortellesi, Antonio
Albanese, Luca Argentero
Italia, 2021
genere: commedia
durata: 109’
Antonio Albanese e Paola
Cortellesi tornano, ancora una volta, insieme sullo schermo per il sequel di
una commedia italiana molto apprezzata: Come un gatto in tangenziale.
In questo secondo
capitolo i due attori tornano a interpretare rispettivamente, Giovanni e
Monica. Il primo, che all’inizio del primo film sta conducendo per conto del
Parlamento europeo uno studio sulla situazione delle periferie italiane,
separato da Luce con la quale ha avuto Agnese, in questo secondo film sta
preparando uno spazio dedicato alla cultura, insieme alla sua attuale compagna.
Monica, invece, è la mamma di Alessio, ex fidanzatino di Agnese, che ha un
primo incontro “particolare” con Giovanni e con il quale si instaura, però, un
legame, inizialmente dovuto ai figli e poi a qualcosa di più.
La storia riprende tempo
dopo con Giovanni che, appunto, si sta occupando della realizzazione di “Spazio
Vivo”, mentre Monica viene arrestata a causa di un furto perpetrato dalle sue
sorellastre gemelle, taccheggiatrici, che hanno nascosto la refurtiva nel
negozio della protagonista. Monica chiede, quindi, aiuto a Giovanni che cerca
di fare il possibile e viene nominato garante della donna che, invece del carcere,
dovrà scontare un periodo di lavori socialmente utili in una comunità. Qui
incontra, oltre alle suore, a dei volontari e alle persone che hanno bisogno
degli aiuti della comunità stessa, anche il parroco, don Davide. E, nonostante
i suoi modi di fare, entrerà presto nel cuore di tutti.
Un secondo capitolo che
comunque diverte, come nelle più classiche delle commedie, tra equivoci e
battute pungenti, ma che, al contempo, cade anche un po’ nel banale.
Appare, infatti, un po’
scontata la conclusione dei personaggi (che poi in realtà non si può nemmeno
considerare una conclusione a tutti gli effetti), che, pur restando fermi nei
propri principi, si adattano forse troppo a una narrazione che vuole dare forse
troppo.
La sensazione è quella che
si voglia cercare di migliorare e modellare una storia che, invece, non ne
aveva né il bisogno né la necessità. I personaggi di Giovanni e Monica hanno
funzionato molto bene nel primo capitolo, così all’opposto e così agli antipodi,
e potevano funzionare altrettanto bene anche nel secondo “in autonomia”, senza
essere, per forza di cose, legati e ancorati a dinamiche a loro estranee.
Il fulcro e il punto di
forza di questa commedia era proprio l’essere leggera e spensierata. Nel sequel,
invece, questa spensieratezza e questa leggerezza fine a sé stessa si perde. La
direzione che il film prende sembra essere quella di voler portare lo
spettatore a riflettere e interrogarsi su dinamiche attuali, del quotidiano,
che, attraverso i personaggi, rispecchiano quello che vediamo tutti i giorni. E
così, anche se in maniera comunque ironica e divertente, la morale di Monica è “smussata”
e le sue azioni non hanno più lo stesso peso che avevano nel primo capitolo.
Si tratta comunque di una
commedia piacevole che, seguendo il filone del successo del primo film, si
mantiene in linea e continua a presentare personaggi iconici con momenti
davvero esilaranti. Ma, viste le premesse, forse si poteva andare in un’altra
direzione.
Veronica Ranocchi