domenica, settembre 05, 2021

IL COLLEZIONISTA DI CARTE

Il collezionista di carte

di Paul Schrader

con Oscar Isaac, Tye Sheridan, Tiffany Haddish

USA, 2021

genere: drammatico, thriller

durata: 112’

Titolo in parte fuorviante per il nuovo film di Paul Schrader presentato in concorso per il Leone d’Oro a Venezia.

Protagonista è un eccellente Oscar Isaac, nei panni di William Tell, ex carceriere di Abu Ghraib finito in prigione in seguito ad alcune violazioni dei diritti umani. Uscito dal carcere, l’uomo si guadagna da vivere come giocatore di poker professionista, avendo imparato a giocare e a contare le carte proprio in cella. Un giorno, tra un casinò e l’altro, William si reca ad un convegno della polizia tenuto da colui che riconosce come il suo vecchio istruttore che, a differenza sua, non è mai stato punito per i crimini commessi. Al convegno William viene riconosciuto da un ragazzo, Cirk, figlio di un ex torturatore che, come il protagonista, è stato istruito dal maggiore, ma che ha “portato con sé” le tecniche apprese diventando violento e arrivando a picchiare moglie e figlio prima di togliersi la vita. Cirk è deciso a vendicare il padre e William cerca di allontanarlo da questo proposito portandolo con sé in giro. Ma non tutto andrà come previsto e anche il protagonista dovrà fare i conti con il passato.

Come i più classici personaggi di Schrader, anche William Tell è un personaggio solo e solitario che non riusciamo mai a conoscere e comprendere fino in fondo. Silenzioso e attento a tutto, William è, per certi versi, un personaggio universale, nel senso che non ha una collocazione e una connotazione ben preciso che lo inquadra e lo vincola in un determinato tempo e luogo.

La scelta di descrivere anche i suoi modi di fare come “anonimi” è sintomatica del personaggio e del peso che esso ha e porta con sé con l’andare avanti della narrazione. Per far risaltare l’azione e le parole di un dato momento, il regista sceglie di rendere tutto asettico, facendo ricoprire al personaggio interpretato da Isaac ogni superficie con un telo bianco legato da dello spago.

Uno dei punti forti del film è sicuramente il poker, spiegato, in più momenti, con la voce fuoricampo del protagonista, in maniera precisa, ma sempre legandolo a precisi momenti da lui vissuti. Un’analogia costante tra il gioco delle carte, e del poker più precisamente, e il carcere. Analogie e simboli che soprattutto gli amanti di questo gioco possono apprezzare per tutta la durata del film.

Interessante è il rapporto che si viene a instaurare tra William e Cirk, che, nel giro di pochissimo tempo, diventa quasi un figlio per il protagonista che lui cerca di aiutare e proteggere il più possibile. Cerca di dargli i consigli che potrebbe dargli un padre pur accompagnandolo in un viaggio che sembra non avere una meta e uno scopo, trascorso in costante movimento tra un luogo e l’altro, o meglio tra un casinò e l’altro perché di questo si tratta. I luoghi frequentati da William sono solo i casinò e la sua vita, come suggerito dallo stesso Cirk, alla fine, appare sempre uguale. Ma questo solo all’apparenza.

Molto bravo il cast e tutti all’altezza del proprio ruolo, compreso il ruolo, quasi marginale, di Willem Dafoe, ma quello di Isaac, in primis, è degno di nota. Un personaggio disegnato su di lui che, agendo nella maggior parte dei casi, in silenzio, non ha bisogno di accessori per essere efficace. Basta uno sguardo e una presenza che, senza batter ciglio, funzionano.

Ultima, ma non per importanza, la rappresentazione del passato, un mix tra ricordi e incubi, resi da una messa in scena che fa precipitare anche lo spettatore in un vero e proprio vortice, senza appigli e senza riferimenti spazio temporali. La sofferenza è ancora più vera e cruda in questo modo. In un modo che solo Schrader poteva descrivere.

Forse non il favorito al Leone d’oro, ma un film da non perdere.


Veronica Ranocchi

2 commenti:

In The Mood For Cinema ha detto...

Questi personaggi "noir", generalmente li ritengo molto affascinanti. Un altro film da recuperare assolutamente.

nickoftime ha detto...

@In The Mood For Cinema concordo perché anche a me intrigano sempre molto. E anche questo è indubbiamente un film da recuperare.
-Veronica