venerdì, maggio 03, 2024

THE FALL GUY

The Fall Guy

di David Leitch

con Ryan Gosling, Emily Blunt, Aaron Taylor-Johnson

USA, 2024

genere: azione, drammatico, commedia, thriller

durata: 126’

Un’ode al mestiere, sempre in ombra, degli stunt man. Come un regalo e una celebrazione per un lavoro che, pur rimanendo nascosto, è essenziale e fondamentale per la buona riuscita del prodotto finale. Quello che il regista (e non a caso ex stunt man), David Leitch racconta in “The Fall Guy” è proprio questo: la potenza e l’importanza, spesso dimenticata o, peggio ancora, data per scontata dal sistema. Quello stesso sistema più volte criticato nel corso della narrazione, con ammonimenti e richiami a mancati riconoscimenti a figure che, invece, si equivalgono a quelle che tutti vedono sullo schermo. Sulla scia del successo di “Bullet Train”, Leitch (ri)mette in scena un mistero da risolvere attraverso un personaggio che, solo all’apparenza, è goffo e “intruso”.

Ryan Gosling è Colt Seavers, stuntman hollywoodiano e controfigura della star Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson). In seguito a un grave incidente sul set (del quale lo stesso Colt si incolpa), lo stuntman abbandona il suo mestiere, la sua carriera e la sua fidanzata Jody Moreno, operatrice della macchina da presa interpretata da Emily Blunt. 18 mesi dopo, però, si trova “costretto” a tornare, cercando di riprendersi il lavoro e fidanzata, tenendosi stretto una vita messa costantemente in pericolo da una serie di situazioni.

Nato come adattamento cinematografico della serie televisiva “Professione pericolo”, “The Fall Guy”, così come il suo protagonista, casca sempre in piedi. Muovendosi tra il film d’azione e la screwball comedy, il film di Leitch tocca le giuste corde dello spettatore, talvolta giocandoci e prendendolo (e prendendosi) in giro quando necessario.

Le numerose citazioni delle quali il film è impregnato dall’inizio alla fine contribuiscono a renderlo non soltanto un film d’azione con adrenalina e tensione come unici elementi ai quali appoggiarsi, ma lo fanno virare, almeno in determinati frangenti, verso quel cinema più autoriale non per forza impegnato. E così il mettere alla prova lo stesso Colt con le numerose citazioni che vanno da “Rocky” a “Fast and Furious” è in realtà un modo per giocare con lo spettatore che spazia tra i tanti titoli (quasi tutti “vincolati”, non a caso, alla figura dello stuntman). Lo stesso Tom Ryder è un chiaro riferimento al quasi omonimo videogioco Tomb Raider, che ha come elemento centrale continua avventura e adrenalina.

Ma alle citazioni, più o meno evidenti, si sommano anche scelte registiche e stilistiche degne di nota, scelte che non fanno di “The Fall Guy” il film impegnato e impegnativo dei grandi autori, ma indubbiamente lo rendono appetibile per i gusti e gli standard del pubblico.

Sfruttando la “faida Barbenheimer” Leitch sceglie come volti protagonisti del suo film Gosling e Blunt, entrambi personaggi chiave rispettivamente di “Barbie” e “Oppenheimer” e li mette insieme fin dall’inizio, giocando su questa chimica che si crea anche sul set “fasullo”. Sfruttando la loro notorietà e il loro apprezzamento con il pubblico utilizza la loro immagine a 360°, anche per inserire cinema nel cinema: dal lungo piano sequenza che inquadra e circoscrive Jody nel momento in cui viene presentata come regista in modo da farci comprendere che tutto ruota e ruoterà intorno a lei perché è lei che ha le redini del gioco, alla scansione del volto di Colt necessario per creare una “sostituzione”, tra CGI, deepfake e altre innovazioni tecnologiche.

Il cinema si fa strumento per raccontare il cinema stesso e tutto ciò che si nasconde dietro quella macchina da presa che mostra al pubblico solo il prodotto finale. Dalle citazioni alle nuove tecnologie, passando per le proiezioni (che spesso si sovrappongono ai personaggi stessi come a ricordare che si tratta di finzione) e anche per le discussioni sulle tecniche da utilizzare.

Quel che è certo è che “The Fall Guy” riesce a centrare in pieno il suo obiettivo: essere un titolo esplosivo! Tra colpi di scena sul set, tensione continua e sane risate c’è anche il tempo di disperarsi insieme a Colt ascoltando Taylor Swift.


Veronica Ranocchi

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