La febbre del gioco secondo Marco Baldini è qualcosa che dipende dal destino: lo dimostra nel suo libro Il giocatore trasformato in un film da Franco Paternò ed interpretato da Elio Germano nel ruolo del DJ fiorentino, lavoro che gli permette di sfuggire alle pressioni familari ed allo stesso tempo lo inizia alle scommesse nell’agenzia dove il capo lo manda a riscuotere il suo primo stipendio. Trasferitosi a Milano perché assunto da Radio DJ, dove sfonda con una trasmissione mattutina (la parte migliore della sua giornata , da cui il titolo del film) si imbatte nuovamente in una casa da gioco che lo vedrà protagonista di un escalation di scommesse e debiti non pagati che lo porteranno ad un passo dalla morte per mano degli strozzini che non riesce a rimborsare.
Se il fattore della casualità risponde necessariamente all’esperienza autobiografica, tutt’altra questione è la sua messinscena che sembra dettata da esigenze di carinerie produttive più che da una coerente cifra stilistica. Accade infatti che la regia, decisa a rinunciare al talento visivo ed all’audacia di Paterfamilias, si appiattisce su una messinscena che si sforza di far convivere all’interno di una storia di per sé dolorosa ma di fatto impostata con toni tragicomici film virziniano, un cote da autore drammatico che dovrebbe far emergere la deriva della dipendenza. Anche l’impianto narrativo non gli è da meno in termini di dualismi irrisoltì, fallendo il sincretismo tra la vita radiofonica e quella delle scommesse, entrambe attraversate da un protagonista che sembra non rendersi conto delle inevitabili differenze e lasciando spazio ad una serie di personaggi minori che si affacciano nel film per dare a scene macchiettistiche che incidono negativamente sull’economia del film. Il risultato è un film senza lacrime ne riso che scorre via anonimo se non fosse per la bella interpretazione di Elio Germano che inizia a distinguersi anche per il talento con cui getta a mare la sua bravura
3 commenti:
eco, lo sapevo. questa volta non andrò a vederlo, basta, l'italia delude e delude. ora attendo vrzì e rubini.... mah
lo ho visto questa sera, convido il tuo giudizio. la seconda parte è di una noia quasi mortale. elio germano penso che sia uno degli attori giovani italiani più bravo. a me è piaciuta anche laura chiatti, forse doveva avere un pò di spazio in più come segnala film tv.
p.s. anch'io aspetto rubini-virzì, ma anche garrone.
Ciao ragazzi
si questo cinema italiano lascia a desiderare ma noi mi pare non smettiamo di volergli bene.
le mie aspettative su Virzì (che vedrò sicuramente) non sono un granchè perche è da un pò di tempo che non riesce più a graffiare:Caterina và in città l'ho trovato pieno di stereotipi mentre il film su napoleone molto manierato.al contrario ho grandi aspettative sul Rubini che film dopo film continua a crescere situandosi sul crinale che divide esigenze commerciali ed istanze autoriali, con risultati che ne fanno uno dei migliori registi italiani...
a presto
NICKOFTIME
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