Dunque la mostra ha preso il via ieri sera con la cerimonia di presentazione ed il film d’apertura di Mira Nair dedicato al confronto multiculturale tra oriente ed occidente dopo l’11 settembre. Una via di mezzo tra spettacolo ed impegno com’è nella consuetudine delle opere chiamate a tagliare il nastro di partenza del carnevale festivaliero. Se dovessimo affidarci alle prime sensazioni desunte dalla lettura dei giornali e dai primi post comparsi sulla rete “The Reluctant Fundamentalist” sembra il classico film girato per accontentare tutti e quindi per non soddisfare nessuno. Vi si narra di un prodigioso analista di Wall Street di origine pakistano perfettamente integrato nel sistema americano costretto a rivedere le sue posizioni quando l’attentato dell’11 settembre lo rende il terminale dei sospetti di un America ferita e xenofoba. Un soggetto di massima attualità travasato sullo schermo dall’omonimo romanzo (di successo) il film della Nair corre il rischio di semplificare troppo e di romanzare molto a favore di una storia che si lascia contaminare anche dal sentimento amoroso quando si sofferma sulla relazione del protagonista con una bella e ricca ragazza che ha la faccia di Kate Hudson. La critica si è divisa ma in modo tiepido, come se già sapesse che in fondo il primo giorno serve solo a scaldare la dialettica in attesa dei nomi che contano, quelli per cui vale la pena spendere ossequi o lanciarsi in quei dissensi che come a San Remo non solo fanno parte del gioco ma assicurano anche l’innalzamento dell’audience, imprescindibile anche da queste parti. La musica è invece protagonista del documentario “Enzo Avitabile Music Life”che il grande Jonathan Demme ha dedicato al poliedrico Enzo Avitabile ed alla sua World Music: il ritratto dell’uomo e dell’artista è ancora più eccezionale se pensiamo alla caratura del regista americano, al talento di uno sguardo capace di fissare per sempre le imprese dei “Talking Heads” nel bellissimo “Stop Making Sense”, e poi alla valorizzazione di un musicista che in Italia conoscevano in pochi e che per Demme è invece oggetto di sconfinata ammirazione.
Abbiamo parlato di:
The Reluctant Fundamentalist (Usa 2012) di Mira Nair con Ritz Ahmed, Kate Hudson, Liev Schreiber, Kiefer Sutherland. Genere: drammatico
Enzo Avitabile Music Life (Usa/Italia 2012) di Jonatham Demme. Genere: documentario
2 commenti:
che razza di titolo è "il fondamentalista riluttante"?
rispondo solo adesso perchè ho il pc fuori uso..il titolo è un ossimoro che dovrebbe riferirsi alla dicotomia del personaggio..pakistano di nascita e quindi mussulmano e quindi terrorista suo malgrado dopo l'11 settembre ed il suo essere perfettamente integrato nel sistema americano in cui vive, lavora e si innamora...
nickoftime
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