Italia '70 - il cinema a mano armata (25)
LUCA IL CONTRABBANDIERE (1980)
Regia: Lucio Fulci
Cast: Fabio Testi - Marcel Bozzuffi - Guido Alberti - Enrico Maisto.
di Fabrizio Luperto
Luca Ajello (F. Testi) insieme al fratello Michele (E. Maisto) contrabbanda sigarette a Napoli. Entrambi cadono vittime di una imboscata e Michele viene ucciso. A dispetto delle implorazioni della moglie, Luca giura vendetta. Scoprirà che qualcuno ha tradito, ma non si tratta di suoi rivali in affari, il tutto è legato all'arrivo sulla scena malavitosa del marsigliese (M. Bozzuffi) che vuole sostituire le sigarette con la droga.
1980, il poliziottesco duro e puro è ormai morto e prima della declinazione comica (la serie del maresciallo Giraldi interpretato da T. Milian) spara le sue ultime cartucce miscelandosi con il "cinema-guappo" di ambientazione partonopea (Napoli...serenata calibro 9 - I contrabbandieri di Santa Lucia).
Il principale elemento distintivo di questo tipo di pellicole è rappresentato dall'eroe di turno che, al contrario del poliziottesco non è un poliziotto o un funzionario dello Stato, ma un appartenente ad una presunta camorra "dai sani principi" che si oppone alla criminalità fatta di morti ammazzati o al traffico di droga.
In questo sottofilone si inserisce Luca il contrabbandiere, prodotto leggermente anomalo rispetto ad altre pellicole simili e la presenza di Lucio Fulci alla regia ne è l'indiscutibile conferma.
Nonostante qualche dialogo stucchevole, il film è gradevole, ben girato e non concede pause. Fulci, da vero "terrorista dei generi", lo infarcisce con scene da film horror, come quando un uomo del marsigliese brucia il volto di una donna con la fiamma ossidrica e di sequenze piuttosto dure come quella dello stupro della moglie di Luca.
Come ogni film di Fulci, anche Luca il contrabbandiere nasconde misteri e vicissitudini produttive. Il film, ufficialmente, fu finanziato dalla Primex Italiana (di proprietà della famiglia Infascelli) e dalla C.M.R., una sconosciutissima casa di produzione che ha "finanziato" solo questo film per poi scomparire.
In realtà, dopo le prime riprese presso gli studi della De Paolis a Roma, i soldi erano già finiti. La troupe si trasferì a Napoli, dove in soccorso giunsero i veri contrabbandieri che misero a disposizione motoscafi, uomini, ristoranti e soldi.
Questi finanziatori occulti (mica tanto) pretesero qualche ritocchino alla sceneggiatura: imposero il cambio del titolo, che in originale era Violenza; suggerirono la sequenza della riunione dei capi del contrabbando che si svolge in mare; fecero inserire dei dialoghi che tutelassero l'immagine del contrabbandiere e che condannavano la droga.
Queste le parole di Lucio Fulci rilasciate durante un intervista curata da Garofalo e De Lillo:"...è un film che mi piace, un buon film nero. Lo girai in assoluta libertà. La produttrice poi non mi pagò, la produttrice esecutiva, perchè io avevo più contatti con i contrabbandieri..."
Curiosità: durante la sequenza della sparatoria risolutiva, da dietro alcune casse di legno, sbuca armato di mitragliatrice Lucio Fulci in persona.
Luca il contrabbandiere fu distribuito nell'agosto del 1980, prima visione a Rimini, incasso totale 756.203.707 lire.
Nel cast, nel ruolo di una prostituta, anche Ajita Wilson, il noto transessuale prematuramente scomparso, protagonista dell'italianissimo Gola profonda nera (Guido Zurli 1976), ma questa è un'altra storia.
Fabrizio Luperto
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