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Code è un film da vedere perchè ha l'immediatezza dell'opera a basso
costo e l'epos delle produzioni mainstream. All’inizio c’è una città
ripresa dall’alto ed un treno che l’attraversa come il titolo di uno
spot pubblicitario. In seguito c'è un tipo che deve sventare un
attentato, c'è un programma che gli permette di vivere continuamente la
stessa esperienza, c'è una donna di cui forse è innamorato; ci sono i
buoni che sembrano cattivi e cattivi che lo sono per davvero, ci sono
persone in uniforme ed uniformi di persone, il tutto condito con una
metafisica della normalità che nelle mani del regista assume le forme di
un campo di battaglia.
Riducendo lo spazio ad una serie di non luoghi (la stazione, il vagone
di un treno, la cabina di un vettore, lo schermo di un computer, la
mente dei protagonisti) e depotenziando l’action dagli strumenti della
forza - pallottole, pistole e marchingegni tecnologici rimangono sempre
ai margini - Jones utilizza la natura reversibile dello “strumento”
cinematografico per inventare una variazioni di immagini olografiche che
finiscono per diventare l’unico simulacro di una possibile verità.
Coinvolgendo lo spettatore verso una duplice deception, la prima messa
in atto per sventare l’attentato, la seconda per scoprire i piani
dimensionali in cui la storia si sviluppa, il film umanizza gli aspetti
tecnologici (montaggio e sonoro, ma anche la fotografia, pastosa come la
malinconia del protagonista) facendone condizione indispensabile per
l’espressione di uno stato emotivo, dei protagonisti così come dei
comprimari, altrimenti sacrificato alle caratteristiche sincopatiche
dell’intreccio.
Chiamato ad una conferma mai troppo facile, Jones realizza un opera seconda all’altezza della sua fama, riuscendo a rendere interessante anche un attore un po’ svagato come Jake Gyllenhaall, chiamato ad interpretare il disagio di un uomo che lotta per rimanere se stesso all’interno di un mondo che lo considera solamente in funzione della sua missione. Uno scenario disumano per un film che riesce comunque a ricordarci l’importanza della vita.
2 commenti:
Concordo pienamente con la recensione. Ormai lo dico fino all'esaurimento nervoso: metti insieme un regista di talento, uno script interessante e una produzione alle spalle solida e si ottiene sempre il meglio da Hollywood.
Ho scritto una recensione proprio riguardo questa opera seconda di Duncan Jones, se volete dare un'occhiata, questo è il link :)
http://mgrexperience.blogspot.it/2016/03/source-code-di-duncan-jones.html
Vengo a dare un'occhiata..
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