Shazam!
di David F. Sandberg
con Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Grace Fulton
genere, azione, fantasy, avventura
durata, 132'
A dispetto degli incassi, che continuano ad andare a gonfie vele, una cosa sembrano averla capita anche a Hollywood, e cioè che gli effetti speciali per quanto incredibili e meravigliosi a lungo andare non possono più essere la ragione principale che spinge lo spettatore a comprare il biglietto e a sedersi in sala per godersi lo spettacolo. Convinti che ci voglia qualcosa di più, alla DC si è deciso di tentare la carta della nostalgia, rispolverando un immaginario da anni Ottanta per celebrare la nascita di un nuovo gruppo di supereroi guidato da un leader – Shazam – che, alla pari degli altri, ha la caratteristica di far convivere, a comando, spirito e mente adolescenziali all’interno di un corpo corpo da Superman!
Così, se dal punto di vista narrativo lo schema è sempre quello, cioè trasformare l’acquisizione del super potere in altruismo e nella responsabilità di salvare i propri simili dalle diverse manifestazioni del male, e se anche la mescolanza di generi e toni – in questo caso dramma e commedia, teen movie è fantascienza – non è certo una novità, la differenza di Shazam! risiede altrove, per esempio nell’atteggiamento scanzonato per cui tutto si prende con leggerezza, persino le situazioni più drammatiche, portandosi dietro, a mo’ di piacevole complemento, quella irriverente stabilità psicologica, in bilico tra l’eterna leggerezza della gioventù e i supposti rigori dell’età adulta, ascrivibile a precedenti specifici, tipo gli intrecci simpaticamente gaglioffi di opere come Tutto quella notte di Chris Columbus, Quel pazzo venerdì di Mark Waters e Big (con Tom Hanks) di Penny Marshall.
Ma non basta, perché il film di David F. Sandberg tira fuori dal cilindro una faccia e un corpo tutti da ridere – entrambi di Zachary Levi – che per ingenuità e movenze sembrano uscite da un film di Buster Keaton. Se ci mettete che anche gli altri personaggi non sono da meno, a cominciare dai ragazzini facenti parte della famiglia acquisita a inizio film da Billy Batson – alter-ego di Shazam -, anche lui monello di chapliniana memoria, non si può fare a meno di ricordare qua e là titoli quali i Goonies di Donner, Gremlins di Dante e persino Superman 2 sempre di Donner, ai quali almeno in termini di suggestione attinge la produzione della Warner Bros. Senza dilungarsi in interminabili battaglie, si punta forte sulla caratterizzazione dei personaggi e sull’empatia del fattore umano per far breccia negli occhi e, soprattutto, nel cuore dello spettatore, facendo centro al primo colpo. Da vedere.
Carlo Cerofolini
pubblicata su taxidrivers.it
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