martedì, dicembre 12, 2023

MI FANNO MALE I CAPELLI

Mi fanno male i capelli

di Roberta Torre

con Alba Rohrwacher, Filippo Timi

Italia, 2023

genere: drammatico

durata: 83’

Che quella di Monica sia un'esistenza alla deriva c'è lo dice la prima sequenza ambientata sulla spiaggia del litorale romano in cui la protagonista vaga a zonzo senza sapere bene dove andare. La solitudine generale e il senso di smarrimento della donna trova conferma nella natura di un contesto ambientale che rimanda a un approdo di fortuna e a un viaggio terminato nel peggiore dei modi. Naufraga della vita, Monica trova ristoro tra le braccia e le amorevoli cure del marito Edoardo, disposto a tutto, anche a sopportare le conseguenze di una malattia che stravolge la memoria e la reinventa a modo proprio, pur di restare con la sua amata. È questo il punto di partenza di "Mi fanno male i capelli", il nuovo film di Roberta Torre che ancora una volta torna a raccontare storie di donne fuori dagli schemi come lo è stata la vita artistica e personale di Monica Vitti, a cui il film rende omaggio immaginando che le visioni dei suoi film più celebri, passati in rassegna nei modi e nei contesti più impensabili, siano per la protagonista una sorta di specchio in cui la stessa può rivedere la propria vita.

L'idea della Torre è oltremodo originale perché nell'intenzione di rendere omaggio al celebre personaggio raccontandolo al di fuori dei soliti contenitori, e dunque evitando di celebrarla attraverso il ricordo di chi l'ha conosciuta e le immagini che ce l'hanno resa famosa, la regista milanese inventa un dispositivo che non rinuncia a farlo e che però si inventa una nuova maniera di presentarne le gesta. Differente dal documentario creativo e dalla docufiction e nello stesso tempo versione che li contiene entrambi, ridisegnandone le fondamenta, "Mi fanno male i capelli" evita di far morire Monica Vitti una seconda volta, immortalandola nel tempo che fu. Al contrario, reinterpretandola attraverso le vicissitudini di un personaggio corrispondente e allo stesso tempo altro, a cui si presta con la solita dedizione Alba Rohrwacher, ne riporta in vita il ricordo collocandolo in un contesto, quello di oggi, che indirettamente conferma l'attualità di un'arte, quella della Vitti, ancora oggi capace di dialogare con il nostro tempo attraverso l'eternità dei suoi personaggi.

Mentre racconta l'evolversi della vicenda patologica, trovando di volta in volta il modo di far corrispondere le parole e il contesto dei personaggi interpretati dalla Vitti a quello del suo alter ego (un lavoro d'archivio non indifferente e di certo meticoloso per l'efficacia dei vari accostamenti) la Torre fa procedere l'evoluzione narrativa a quella formale, eliminando per volte successive la distanza tra cinema e vita, per arrivare al punto in cui le due realtà, quella reale e quella di finzione si compenetrano dando vita a un unico universo che nel film corrisponde al sovrapposizione del destino che accomuna la persona al personaggio.

Scandito dai magnifici costumi di Massimo Cantini Parrini e illuminato dalla calda e nostalgica fotografia di Stefano Salemme, "Mi fanno male i capelli" riesce a trovare  un equilibrio tra la predisposizione ad arricchire  lo spettacolo attraverso il desiderio di sperimentare nuove soluzioni sceniche, e la necessità di rimanere in contatto con il suo pubblico cinematografico, meravigliandolo con infinite possibilità di intersecare il repertorio d'archivio con la camaleontica predisposizione della Rohrwacher, a cui fa da spalla un Filippo Timi mai così asciutto come questa volta.  Progetto ambizioso quello di confrontarsi con un nume tutelare del nostro cinema e allo stesso tempo di costruire una metafora sulla persuasione della Settimana arte e sulla sua capacità di influenzare il nostro immaginario, "Mi fanno male i capelli" regge il confronto con il dovuto rispetto e senza voyeurismo, evitando di farsi schiacciare dalla personalità della celebre attrice e dalle ambizioni poste a premessa del progetto. Certo è che una volta compreso il meccanismo con cui la regista costruisce la storia, lo stupore iniziale risulta in qualche modo attenuato da una ripetitività che non assopisce il sentimento di nostalgia e il fascino misterioso prodotto dalle immagini ma toglie qualcosa alla meraviglia che all'inizio accompagnava le epifanie del film. Presentato in concorso alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma, "Mi fanno male i capelli" è visibile nelle sale, distribuito da I Wonder Pictures.


Carlo Cerofolini

(recensione pubblicata su ondacinema.it)

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