A giudicare dagli sguardi dei bambini che lasciavano la sala, il personaggio dell’Ape anticonformista non entrera’ nel loro immaginario.
Sono loro infatti la cartina di tornasole per giudicare opere di questo tipo, quando come adulti ci si trova spiazzati da uno spettacolo di superlativa maestria tecnica ma francamente ripetitivo e troppo scontato per destare un minimo di interesse. In questo caso quindi quegli sguardi sono la conferma di un flop inatteso, specialmente in Italia (ma anche in America) dove le feste natalizie e la mancanza di un analoga concorrenza (nel 2006 ben tre cartoni animati si contendevano il botteghino) lasciavano prevedere ben altri risultati. Ispirato ad una altro prodotto Dreamworks, quel “Z la formica” di cui riprende l’incipit con il solito protagonista, ora come allora alle prese con una crisi di identita’ che mette a repentaglio la sua esistenza all’interno del mondo chiuso e perfettamente calibrato sugli interessi della comunita’, piuttosto che del singolo (qui la societa’ apesca e’ rappresenta come un falansterio che sacrifica la componente umana all’efficienza del risultato, ovvero la produzione del miele), Bee Moovie ne ricalca anche gli sviluppi, attraverso una storia che e’ insieme un viaggio avventuroso alla scoperta del mondo ed un percorso di crescita personale.
Se l’apparato scenico (la rappresentazione della societa’ delle Api e’ divertente e fantasiosa) e figurativo (la rotondita’ delle linee associata ad una luce diretta e colorata conferiscono alle immagini un sapore dolcemente infantile) confermano gli standar di settore cio’ non si puo’ dire della storia (scritta da Jerry Seinfield, comicocatodico di massima popolarita’ negli States e Deus ex machina dell’intera operazione) che si avvale di uno spunto brillante ma viene meno sul piu’ bello, quando, messo in moto il meccanismo narrativo lo sviluppo dell’azione non deriva dall’incontro delle specie, dal fatto che Barry, questo il nome del protagonista, possa interagire con gli uomini alla pari, come se le differenze biologiche non esistessero ma, dalle diverse prospettive con cui ognuno vive gli avvenimenti che si innescano nel corso della vicenda - e definiti i temi liberal-ecologici (un mix di salvaguardia dell’ambientale ed ecumenismo radical chic) perde tempo a descrivere gli “svolazzi”platonico amorosi del nostro campione ed affida lo snodo fondamentale ad una serie di sequenze ambientate in Tribunale, con Barry impegnato a fronteggiare le arringhe partigiane di un Orco travestito da Perry Mason. Insomma mancano la scivolate sulla buccia di banana, le battuttaccie fulminanti ed un po’ irriverenti (e la Dreamworks dovrebbe conoscerne l’efficacia), le invenzioni mirabolanti e surreali che da sempre fanno la felicita’ di quel pubblico giovane a cui spetta l’ultima parola sulla qualita’ dell’opera.
1 commento:
che delusione quest bee movie! non fa ridere mai (tranne qualche eh eh eh a denti stretti ogni tanto...), non racconta nemmeno una storia originale. è pieno di luoghi comuni ed anche di qualche piccola balla. happy end allungatissimo e noioso, e pure una storia d'amore che ci sta come i carciofi nel caffè. peccato per Seinfield, che di talento comico ne avrebbe da vendere ma che in questo lungometraggio non ha di certo messo in moto. Aspettate il dvd, magari gli extra rimedieranno sulle lacune del film.
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