"La mia generazione"(1996)di Wilma Labate ce l'aveva fatta conoscere con una storia che era insieme la fine di un'epoca (quella del terrorismo) ed il resoconto di un'utopia irrealizzabile. La Signorina Effe costituisce il seguito ideale di quel film, non solo dal punto di vista cronologico (il 1980 e la sconfitta del movimento operaio andarono di pari passo con la recrudescenza dell'eversione), ma anche per la voglia di raccontare con malinconica nostalgia un mondo in via di estinzione, nel quale aveva ancora senso parlare di partito comunista e sciopero ad oltranza.
Il titolo del film derivato dal documentario "Signorina Fiat", di Giovanna Boursier, da cui il film prende spunto, fa riferimento, giocando con la poesia del torinese Gozzano (Signorina felicita, agli scenari del capoluogo piemontese, da sempre punto di riferimento e snodo focale per le sorti del proletariato italiano, descrivendo, attraverso l'amore contrastato dei due protagonisti, il clima e le vicende dei 37 giorni di sciopero organizzato dai lavoratori della FIAT per annullare i provvedimenti di cassa integrazione a zero ore di 25000 lavoratori, decisa dalla dirigenza per mettere fine alla crisi economica che l'attanagliava.
Il film ripercorre quei momenti attraverso spezzoni di repertorio che ci mostrano l'ondata di attenzione ed insieme di accorata partecipazione che portarono la questione operaia al vertice dei problemi nazionali.
Wilma Labate confeziona un prodotto che ha i difetti di molta produzione italiana, con un linguaggio pressoche' televisivo e la mancanza di coraggio che gli impedisce di dire fino in fondo come stanno le cose (ma perche' non viene mai pronunciato il nome di Gianni Agnelli?), ma al contrario la capacita' di dirigere gli attori in una performance che alla alla fine costituisce il punto di forza del film.
5 commenti:
Io volevo andarlo a vedere solo per la Solarino!^^ Ma mi sa che andrò a vedere American Gangster...
Ciao Edo...Mi sa che è la cosa più giusta, anche se la Solarino...io l'ho vista da vicinissimo ed è ancora più affascinante che sullo schermo...oggi anche io vado a vedere il film di Scott, speriamo bene, solitamente i suoi "meccanismi" non deludono e qui ci sono anche due attori veri. Chissa se riusciranno ad emergere...normalmente lo stile del regista britannico, applicato all'action movie e diversamente dalla commedia (Un ottima annata,Matchstick man) tende a mangiarsi gli attori...staremo a vedere...intanto sembra riproporsi un duello alla Heat di Mann, dove le due star procedono parallele, fino ad incontrarsi per la catarsi finale....ne riparliamo
ecco, sì, andate a vedere american gangster!
gli attori son bravi, ma come al solito è la sceneggiatura a deludere. troppe semplificazioni, linguaggio molto televisivo, Nick hai colto in pieno il taglio di questo film, che vedrei meglio come fiction tv in due puntate su raiuno. e poi è vero, erchè non si pronunciano mai i veri "nomi" della fiat?
la firma allo script di domenico starnone mi aveva in qualche modo rasscurata, ma.. delusion.. peccato! :-(
Il film non mi è dispiaciuto anche se il finale mi sembra sbagliato...ha il merito di parlare di una stagione dimenticata. In più, Filippo Timi è fantastico!
Si hai ragione, a dispetto di tutto quello che di negativo ho sentitpo sul film, compresa l'interpretazione di Timi, penso che sia stato praticamente perfetto ed in definitiva l'unico motivo per cui vedere il film..nei precedenti i suoi ruoli erano sempre stati secondari..sfuggenti..qui per la prima volta lo possiamo vedere protagonista...e devo dire il suo magnetismo ed anche quell'alone di non detto che esprime il suo sguardo lo rendono un attore unico nel panorama italiano...ora bisogna vedere se il nostro cinema saprà usare le sue risorse...
ciao
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