martedì, gennaio 08, 2008

Halloween: the Beginning

Halloween e’ un film del 1978 diretto da John Carpenter, Halloween: the Beginning e’ un film del 2007 diretto da Rob Zombie. Basterebbe questa constatazione per capire la differenza tra il film originale, quello di Carpenter, ed il remake, quello di Zombie: e non parliamo solamente delle qualita’ artistiche, che per quanto riguarda Zombie sono tutte da dimostrare (La casa dei mille corpi, La casa del diavolinon ci convincono ), ma anche della dialettica sociale che ogni film si porta con se’, e che nel primo caso sembra rispondere ad un urgenza reale, spontanea (la fine degli anni ‘70 con le sue delusioni epocali) mentre il secondo nasce dall’esigenza, di far conoscere alle generazioni piu’ giovani le origini di un personaggio (dichiara il regista) e rilanciare le fortune (economiche) di un filone sopravvissuto all’usura del tempo.
Del prototipo la nuova versione mantiene la location, una anonima cittadina della provincia americana, e la tecnica in soggettiva usata da Carpenter per farci entrare nella testa del Mostro. La principale differenza sta nel fatto che il film di Zombie traduce in immagini i fatti che erano rimasti fuori dallo spazio filmico, e che costituivano l’antefatto ed insieme lo spunto drammaturgico della saga. Conosciamo cosi’ il nucleo familiare dell’efferato protagonista, un concentrato di menefreghismo e sensi di colpa avvilito dall’assenza della figura paterna e monopolizzato dalla madre ballerina di lap dance, nel quale e’ possibile rintracciare il germe di quel malessere che di li’ a poco diventera’ irrefrenabile voglia di morte, i tentativi di recupero psicologico operati dal Dottor Loomis, una sorta di padre putativo ed insieme la coscienza interna del film, efficace nel tirare le fila dell’interminabile escalation cosi’ come nel definire le inspiegabili manifestazioni del maligno, fino agli anni del carcere, dove si completa quella metamorfosi che trasformera’ lo spaurito bambinetto in una perfetta macchina di morte. Zombie gira secondo le regole del genere, confezionando un opera che rispetto agli standard appare piu’ sobria, meno gore ma lascia intendere che la suspence non risieda nella preparazione della scena ma nei convulsi movimenti di macchina e nelle urla assordanti delle vittime.Il sangue continua a scorrere, ma rispetto ad altri prodotti, il livello si mantiene sopportabile. Certo il film replica a memoria un mondo popolato da ninfette ninfomani e giovani sistematicamente arrapati, ma d’altronde e’ questo lo scenario preferito dal genere, quello che, secondo gli adepti, esorcizza al meglio i lati oscuri della nostra coscienza. Zombie dimentica la grottesca ironia e la vena surreale
che l’aveva fin qui contraddistinto, ed ai suoi proseliti, che ci dicono numerosi ed agguerriti, regala almeno un sorriso quando nelle file dei buoni fa recitare attori solitamente impiegati in ruoli totalmente opposti come Brad Dourif, Udo Kier e lo stesso Mc Dowell qui nella parte dello psichiatra dell’assassino. Chi si aspettava qualcosa di piu’ sul personaggio Meyers restera’ deluso, per i neofiti puo’ essere l’inizio di una nuova passione.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Michael Myers, il piu' terrificante serial killer di celluloide, e' tornato!
Questa nuova versione di HALLOWEN e' scritta e diretta da Rob Zombie, rocker metallaro scopertosi regista qualche anno fa, autore dell'apprezzabile THE DEVIL'S REJECTS, oltre che di uno dei finti trailer non visti in Italia, inseriti nel progetto GRINDHOUSE, dal titolo WEREWOLF WOMEN OF SS.
Rob Zombie in un sol colpo mette insieme remake e prequel del piccolo grande gioiello di Carpenter, una rivisitazione vera e propria.
Questa nuova rilettura, vuole colmare i vuoti (presunti) dell'originale e tentare di spiegare le motivazioni che spingono il serial killer Michael Myers a compiere efferati delitti.
Le differenze tra i due film sono evidenti, quello di Carpenter (1978) era un B-movie messo in piedi con poche risorse, che puntava molto sulla bravura tecnica di Carpenter (Fog, Essi Vivono, 1997 Fuga da New York) e che comunque risentiva del momento storico in cui veniva girato.
La versione odierna sembra rispondere principalmente ad esigenze economiche (producono i fratelli Weinstein) e Rob Zombie non sembra granchè interessato alla posizione della macchina da presa.
Il film è praticamente diviso in due parti, la prima consiste nell'aggiunta di un prequel rivelatore della psicologia del killer, della sua infanzia, della sua famiglia. La seconda è puro remake.
Gli ingredienti principali sono i soliti di ogni horror "moderno": la famiglia disastrata, l'infanzia difficile, le vessazioni (nella prima parte), ragazzine ninfomani e ragazzi arrapati (nella seconda parte).
HALLOWEN THE BEGINNING, come ogni horror, non è privo di forzature, ma in fin dei conti gradevole; buone alcune sequenze riguardanti lo scatenato Michael, in particolare in occasione dell'omicidio del compagno di scuola, ottima la colonna sonora con Kiss e Nazareth.
Nel genere horror ormai è difficile stupire, confrontarsi con il remake del film cult di Carpenter poi, è difficillissimo.
Per questo motivo, bocciare del tutto Rob Zombie e la sua versione di HALLOWEN sarebbe ingeneroso e pazienza se Michael Myers non perde una goccia di sangue e non va giù neanche con 4 pallottole in corpo. (Fabrizio Luperto)

Anonimo ha detto...

In generale sono d'accordo, ma rimango perplesso dalla mancanza di tensione che pur dovrebbe essere una componente fondamentale;per creare nello spettatore questo stato dell'anima bisogna lavorare di cesello, si deve saper guardare al particolare direi addirittura all'inneffabile perchè si ha a che fare con qualcosa che non si vede ma più che altro si sente...invece Hallowen è piena di cose che si vedono..di cui si diventa assuefatti...e l'assuefazione non ha nulla a che fare con la tensione...e poi francamente Zombie il confronto con Carpenter se l'è andato a cercare quindi è inevitabile non guardare al passato e trarne delle considerazioni che certo non vanno a vantaggio di questa nuova versione.
Ciao amico mio

Anonimo ha detto...

Giorni di tensione e di riflessione attorno a questo film mi hanno portato a pensare che il vero orrore sia questo, tentare di trovare una collocazione ad un film che dovrebbe essere un prequel di una saga, ma che alla fine dei conti lascia con l'amaro in bocca.
L'orrore non proviene da dentro, un marciume, una negatività che ti si sviluppa dentro, non è provocato dal caos e dagli abissi inenarrabili tanto cari a Lovecraft, esiste e basta.
Michael Myers esiste! il resto è blando un contorno per tentare di dare un significato apparente a questa disgrazia.
Famiglia degradata, ambiente sociale, scuola, non spiegano il perchè della carica distruttiva che questo ragazzino si porta addosso, anni di terapia per giungere alla scontata affermazione che è un pazzo criminale... grazie.
Se ci rifacciamo all'affermazione letteraria l'orrore è quel senso di smarrimento suscitato nell'uomo da ciò che egli avverte come troppo grande, imponente, profondo per essere penetrato, che effettivamente sono quelle sensazioni che avverti, quando esci dalla sala.
Il genere purtroppo è morto, siamo troppo abituati all'orrore del quotidiano, dell'ordinario per spaventarci di fronte ad un orrore che di straordinario non ha più nulla. R.Zombie ricalca in maniera apprezzabile orme già calpestate così tante volte da non incuriosire più sapere dove portino. Forse una nuova generazione, non avendo memoria di ciò che fu in passato potrebbe apprezzare l’evento, ma per chi è cresciuto a b-movie è sicuramente una delusione.
Kquitto

Anonimo ha detto...

Perbacco amico mio non solo sono d'accordo ma mi ci fidanzo, anzi mi ci sposo immediatamente con quello che hai detto..no apparte gli scherzi, ho apprezzato molto il tuo intervento, ci sono degli spunti veramente interessanti, quello a proposito di LOVERCRAFT ad esempio, su cui vale la pena riflettere
quando vuoi fatti risentire
ciao