Quando David Fincher gira "Panic Room" è ancora un regista incompreso. I suoi film sono controversi - Fight Club, 1999 - non capiti - The Game,1997 - ed incassano al di sotto delle previsioni ("Alien 3"). Tra le accuse che gli vengono rivolte c'è quella di essere un virtuoso dell'immagine e di girare pellicole che assomigliano a videoclip, settore da cui il regista proviene, oppure (in Italia) avallando un concetto di cinema ormai sorpassato si tende a sottovalutarlo ed a non considerarlo un autore perchè non firma le sceneggiature dei suoi film (forse Clint Eastwood non lo è un perchè utizza copioni altrui?).
"Panic Room" prende il titolo dalla safe room nella quale madre e figlia si nascondono per sfuggire ai tre malfattori che irrompono nella casa per impossessarsi di una refurtiva custodita proprio all'interno del bunker. Da quel momento poi la vicenda si trasforma in una guerra di trincea che metterà a dura prova per opposti motivi la resistenza di entrambi i contendenti.
Fincher continua quindi ad inseguire il cinema di genere allestendolo come spazio privilegiato di una scacchiera in cui l'interazione dei personaggi è il frutto di una dialettica che privilegia la dimensione psicologica e mentale. "Panic Room" traduce queste caratteristiche in un meccanismo di una spettacolarità ai limiti della perfezione in cui tensione ed adrenalina sono veicolate attraverso movimenti di macchina geometrici, che oltrepassano in termini di riprese i limiti imposti dagli spazi ristretti dell'ambientazione (il film si svolge tutto in interni) con lunghe carellate che uniscono senza soluzione di continuità la compartimentazione architettonica della casa ed eliminano le distanze tra i personaggi. Determinante il contributo degli attori con in testa Jodie Foster assolutamente credibile nella sua maschera di paura e determinazione ed ancora di Kristen Stewart giovanissima ed irriconoscibile in una versione Tomboy che è lontanissima dall'immaginario che gli avrebbe valso il consenso dei teen agers di tutto il mondo.
Panic Room,
Usa 2002
di David Fincher
con Jody Foster, Kristine Stewart, Jared Leto
durata 112'
Canale 5 ore 2330
5 commenti:
Uno dei Fincher meno interessanti in assoluto, l'avevo visto al cinema e non ne ricordo nemmeno un fotogramma!
a questo film rimprovero un eccessiva freddezza, che poi è uno dei tratti distintivi del cinema di Fincher..la mia classifica dei suoi film è questa:
1.Fight Club
2.Seven
3.Zodiac
Visto che giocare e' bello, lo facci anch'io.
Ecco la mia personale classifica dei film di David Fincher (che tanto per tenere viva la polemica considero molto più "autore" di Chris Nolan):
1 Seven (per avermi regalato la più piovosa e lurida New York di tutti i tempi. Tanta acqua che non monda un bel niente e, anzi, fa affogare la capitale moderna nel gorgo dei suoi peccati).
2 Zodiac (quando l'indagine si fa ossessione e conduce ai limiti della follia chi dovrebbe, seppur indirettamente, orientarsi nei labirinti della perversione della mente umana, restituendo, al tempo, il clima e la luce di quegli ormai lontanissimi anni settanta).
3 The social network (perché ho un debole per il dialogo serrato, meglio ancora se formato dalla perfetta amalgama di logica e sarcasmo).
4 The game (perché contiene una di quelle che io chiamo "immagini ossessive", a dire la silhouette in controluce sbiadita del padre del piccolo Michael Douglas in procinto di gettarsi dal tetto della propria magione, vista come in una sorta di stranita allucinazione).
5 Fight Club (violenza estetizzante, cinismo a secchiate, Brad Pitt meravigliosamente tumefatto: che altro ? Ah, si. Chuck Palahniuk ancora ringrazia e spedisce ancora, ogni santo natale, bauli di cioccolatini a Fincher).
6 Alien 3 (viene reso un dignitoso sostegno alla saga).
7 Il curioso caso di Benjamin Button (per il coraggio di aver affrontato l'impari lotta con il monumentale talento di Scott Fitzgerald e, non secondariamente, per - nonostante le goffaggini e le imprecisioni - certi momenti di ingenua e lieve tenerezza).
..ha, mi stupisce vedere "Fight Club" in fondo alla tua lista..in Italia la critica osteggio il film definedolo fascista, ambiguo, diseducativo..e se non sbaglio anche gli incassi nonostante il busto di Brad Pitt non furono granchè..di Seven mi colpi tra le altre cose la fotografia..livida, desauturata, sporca e calda al tempo stesso..era di un certo Darjus Kondhji cinematographer che in seguito mi avrebbe deluso per la sua fotografia manierista ma che nel film di Fincher fu decisivo nella resa di quella black rain di cui tu parlavi..ed infine a me Alien 3 all'inizio non mi colpì molto poi lo rivalutai ed adesso posso dire che non sfigura rispetto agli altri episodi della saga...
..ha, mi stupisce vedere "Fight Club" in fondo alla tua lista..in Italia la critica osteggio il film definedolo fascista, ambiguo, diseducativo..e se non sbaglio anche gli incassi nonostante il busto di Brad Pitt non furono granchè..di Seven mi colpi tra le altre cose la fotografia..livida, desauturata, sporca e calda al tempo stesso..era di un certo Darjus Kondhji cinematographer che in seguito mi avrebbe deluso per la sua fotografia manierista ma che nel film di Fincher fu decisivo nella resa di quella black rain di cui tu parlavi..ed infine a me Alien 3 all'inizio non mi colpì molto poi lo rivalutai ed adesso posso dire che non sfigura rispetto agli altri episodi della saga...
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