venerdì, giugno 28, 2013

BLOOD

Blood
di Nick Murphy
con Paul Bettany, Mark Strong, Brian Cox
Gran Bretagna, 2013
genere, thriller
durata, 92'


Cosa c'è di più terribile che macchiarsi di un omicidio? Per Nick Murphy, regista di "Blood" in uscita nelle sale italiane la risposta è chiara, e consiste nel peso di sopravvivere al mancato castigo della legge. E' ciò che succede a Joe e Chris Fairburn, due fratelli, entrambi poliziotti, coinvolti nell'uccisione di un pregiudicato sospettato di aver violentato ed ucciso un'adolescente. Decisi a condividerne il segreto nella convinzione della sua colpevolezza, Joe e Chris entrano in crisi dopo la cattura del vero autore del crimine.

Ambientato nel paesaggio aspro e livido di una costa britannica perennemente battuta dal vento,  "Blood" mette in scena una tragedia familiare dalle tinte "noir" e dal forte sapore ancestrale in cui il senso di appartenenza e lo spirito di fratellanza eredità di un'educazione severa ed autoritaria proiettano la vicenda in un crescendo di sensi d'afflizione e sensi di colpa. Se i riferimenti del film mettono insieme il cinema di James Gray, soprattutto quello di "The Yards" (2000) e I padroni della notte" (2007), ripresi nella descrizione dell'istituzione familiare intesa come clan da cui non si può prescindere ed al quale persino la coscienzadeve essere rimessa, come avviene in maniera esemplare nella sequenza conclusiva, e soprattutto di Eastwood e del suo "Mystic River" (2003), citato non solo nella presenza dell'elemento naturale inteso nella sua funzione catartica (li era il fiume Hudson, qui l'isola di Hilbre), nelle venature azzurrine di una fotografia raggelata ed impregnata di morte, ma anche nel rapporto tra i personaggi e la comunità che li circonda, a mancare è una visione personale che il regista non riesce a trasmettere. Murphy gira senza sbavature ma la sua regia risulta meccanica e di maniera nell'assicurare al film la discesa nei gironi infernali. Basterebbe vedere la recitazione da Actors Studio di Paul Bettany nella parte di Joe per capire i limiti di un'ispirazione, del regista e del suo attore, fin troppo ossequiosa nei confronti della "lezione americana". Sono questi i motivi per cui nell'ancora acerba filmografia di Murphy questo "Blood" non fa registrare passi in avanti rispetto al buon esito di "Il mistero di Rockoford" (2012)




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