L MINISTRO (Fra 2011)
Regia: Pierre Schoeller
Il Ministro dei Trasporti Bertrand Saint-Jean (O. Gourmet) viene svegliato nel cuore della notte. Un autobus è uscito fuori strada e ci sono diversi morti. Non c’è scelta, bisogna andare sul posto.
Comincia così l’odissea di un uomo di Stato in un mondo sempre più complesso e ostile.
Lotte di potere, caos, crisi economica.
Strano il destino italiano de Il Ministro.
Girato nel 2011, presentato a Cannes, uscito nelle sale italiane il 18 aprile 2013, già disponibile in dvd e finito in tv (La Effe, la nuova tv di Feltrinelli) appena un mese dopo.
Il film si apre con una donna nuda che entra nelle fauci di un coccodrillo: l'eccitazione del potere.
E su questo terreno che Schoeller gioca la prima parte del film con personaggi che urlano, vomitano, stanno male, mentre esercitano le loro funzioni, in poche parole non solo freddi calcolatori che guardano al loro interesse, ma anche uomini fatti di carne, sangue, viscere.
Una volta introdotto lo spettatore nelle stanze del potere politico francese, il regista, con mano sapiente, costruisce un meccanismo ad orologeria, dove i protagonisti alternano dimostrazioni di amicizia e tradimenti, complicità e voltafaccia.
L'esordiente Schoeller è attento a non alimentare i luoghi comuni sui politici e a fomentare l'antipolitica, ma traccia un freddo identikit molto realistico, quasi una radiografia, mettendo lo spettatore nella condizione di interpretare le situazioni in maniera del tutto personale.
Anche perché quello che la sceneggiatura vuole davvero mettere in evidenza è la solitudine e la complessita' del protagonista, un uomo circondato da decine di collaboratori ma perennemente solo, nel quale risulta difficile individuare dove finisce il cinismo e comincia l'ideale.
In definitiva, per chi scrive, Il Ministro è un buon film che comunque deve molto ad uno straordinario Michel Blanc e al sempre grande Olivier Gourmet.
L'attore feticcio dei fratelli Dardenne, visto recentemente anche ne Il cecchino di Michele Placido, offre una prova maiuscola, riuscendo a dare spessore psicologico al proprio personaggio anche con un semplice gesto della mano.
Fabrizio Luperto
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