Il passato
di Asgar Farhadi
con Bérénice Bejo, Tahar Rahim, Ali Mosaffa, Babak Karimi
genere, drammatico
Francia, Italia, 2013
durata, 130'
Ahmad torna in Francia, dopo quattro anni, per formalizzare il divorzio con la sua ex-moglie Marie. Questa vive con un nuovo compagno, Samir, insieme a suo figlio e alle due figlie nate da una relazione di Marie precedente a quella con Ahmad; inoltre Samir è sposato, ma la moglie è in stato vegetativo in seguto ad un tentato suicidio.
La trama, di per sè complicatissima, va ad arricchire una sceneggiatura minuziosa e particolare. Farhadi si allontana dalla terra natia approdando in Francia, proprio come Ahmad, e firma un'opera delicata, con una regia impeccabile (che fa dimenticare qualche trascurabile sbalzo ritmico della seconda metà) ed una grandiosa direzione degli attori, in particolare dei bambini. Un thriller emozionale che lascia stupiti per la caratterizzazione poetica ed autoriale, messa ancor di più in risalto da tre splendidi attori, la cui interpretazione è deturpata da un pessimo doppiaggio italiano.
L'impossibilità di eliminare legami tangibili col proprio passato prende forma nel complesso seppur fluido districarsi della narrazione, come l'impossibilità di far apparire chiaro proprio quel passato da cui è inpensabile separarsi; l'inalienabile sfociare nel presente di questa contraddizione è posto con cosapevolezza ma senza accenni pretenziosi. Gli unici esenti dalle ombre del passato sono proprio quei bambini magistralmente diretti, spiriti limpidi ancorati ad un presente destinato inevitabilmente a diventare memoria.
di Antonio Romagnoli
di Asgar Farhadi
con Bérénice Bejo, Tahar Rahim, Ali Mosaffa, Babak Karimi
genere, drammatico
Francia, Italia, 2013
durata, 130'
Ahmad torna in Francia, dopo quattro anni, per formalizzare il divorzio con la sua ex-moglie Marie. Questa vive con un nuovo compagno, Samir, insieme a suo figlio e alle due figlie nate da una relazione di Marie precedente a quella con Ahmad; inoltre Samir è sposato, ma la moglie è in stato vegetativo in seguto ad un tentato suicidio.
La trama, di per sè complicatissima, va ad arricchire una sceneggiatura minuziosa e particolare. Farhadi si allontana dalla terra natia approdando in Francia, proprio come Ahmad, e firma un'opera delicata, con una regia impeccabile (che fa dimenticare qualche trascurabile sbalzo ritmico della seconda metà) ed una grandiosa direzione degli attori, in particolare dei bambini. Un thriller emozionale che lascia stupiti per la caratterizzazione poetica ed autoriale, messa ancor di più in risalto da tre splendidi attori, la cui interpretazione è deturpata da un pessimo doppiaggio italiano.
L'impossibilità di eliminare legami tangibili col proprio passato prende forma nel complesso seppur fluido districarsi della narrazione, come l'impossibilità di far apparire chiaro proprio quel passato da cui è inpensabile separarsi; l'inalienabile sfociare nel presente di questa contraddizione è posto con cosapevolezza ma senza accenni pretenziosi. Gli unici esenti dalle ombre del passato sono proprio quei bambini magistralmente diretti, spiriti limpidi ancorati ad un presente destinato inevitabilmente a diventare memoria.
di Antonio Romagnoli
5 commenti:
Una delle qualità dei film di Farhadi è quella di riuscire a tirare le somme dei molteplici sottotesti che la sceneggiatura mette in campo. Un attenzione alla scrittura che non toglie niente alla modernità del film. Un pò il contrario di quello che pensa una buona parte di autori delle ultime generazioni
l'ho adorato.
mi è piaciuto pure più di una separazione
Vorrei vederlo in lingua originale,ribadisco che il doppiaggio italiano è veramente orrendo
A proposito di doppiaggio aggiungo che dopo aver visto in lingua originale Adele sto aspettando il DVD per poterlo rivedere, come pure Her che ho trovato splendido non potrei andarlo a rivedere doppiato, li poi la voce della Scarlet e' decisiva per rendere verosimile le reazioni del protagonista
nickoftime
Molto bello, anche se personalmente "Una separazione" mi era piaciuto di più. Questo, nei giorni successivi alla visione, tende a scemare un pochino. Comunque, grande cinema quello di Farhadi. Per fortuna l'ho visto in lingua originale...
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