Stai lontana da me
di Alessio Maria Federici
con Enrico Brignano, Ambra Angiolini, Giampaolo Morelli, Anna Galiena, Giorgio Colangeli
Italia 2103
genere, commedia
durata, 82'
di Alessio Maria Federici
con Enrico Brignano, Ambra Angiolini, Giampaolo Morelli, Anna Galiena, Giorgio Colangeli
Italia 2103
genere, commedia
durata, 82'
Alla
ricerca
di idee in grado di superare i limiti di un intrattenimento derivato
quasi esclusivamente da orizzonti di tipo televisivo e cabarettistico,
il cinema italiano ripropone la formula già utilizzata per "Benvenuti al
sud" di Luca Miniero, riadattando al contesto ed ai gusti del pubblico nostrano una
storia presa in prestito da una pellicola francese
(Chance de ma vie). Una scelta che derivava dalla validità del modello
originale ("Giù al Nord" di Danny Boon), e si giustificava dalla presenza
di un soggetto che prendeva in
considerazione credenze e luoghi comuni condivisi da entrambi i paesi. E
così dopo le rivalità ed i pregiudizi campanilistici del film di Luca
Miniero ad essere messo alla berlina è uno dei tabu più radicati, quello
della sfortuna e della malasorte intese come capro espiatorio a cui
delegare le cause di eventuali fallimenti. Un principio che Jacopo vive
come una condanna a causa di una maledizione che lo rende una iattura
per le sue compagne, puntualmente lasciate per salvarle dagli effetti
più deleteri del deprecabile sortilegio.
Ovviamente la stregoneria non c'entra nulla e tutto l'ambaradan potrebbe
essere il modo che Jacopo si è creato per disimpegnarsi da relazioni
troppo
serie. La possibilità di invertire la tendenza glie la offre l'incontro
con Sara, un
architetto di cui l'uomo si innamora perdutamente ma che rischia di
perdere per colpa del suo problema.
Se
"Stai lontana da me" è un film profondamente italiano nel tema
principale ed anche nella proposta di un prototipo maschile saldamente
ancorato ad un'immaturità da bamboccione, è pur vero che a fare capolino è
un certo tipo di commedia americana che nel corso degli anni si è
distinta per coniugare divertimento ed una buona dose di raffinatezza. A
dircelo non c'è solo la cura della confezione, ma una propensione a
costruire personaggi e situazioni che sembrano ispirate da quel cinema: pensiamo alla
figura di Lorenza Bra, il boss di Sara, che ricorda nella sua voracità
isterica ed incontentabile la Miranda Prestley de "Il diavolo veste
Prada", oppure ai divertenti siparietti dedicati delle coppie che si
rivolgono a Jacopo, consulente matrimoniale di sicura fama, e
che rimandano, tanto nel taglio da intervista documentaria, quanto nel
fatto di costituire una sorta di paesaggio emotivo entro il quale si
inserisce la vicenda sentimentale di Jacopo e Sara, a quell' "Harry ti
presento Sally" che diede luce alla stella di Meg Ryan. Pensato come un film a tesi, con la voce fuori campo
del protagonista pronto a commentare ed a tirare le fila della storia, il film di Alessio Maria Federici ha qualche difficoltà nel riuscire a tenere
insieme gli
aspetti surreali legati alla presunta sfortuna del protagonista, con
quella che
invece si rivelerà essere la classica sindrome del maschio italiano,
infantile ed incapace di assumersi qualsiasi tipo di responsabilità.
Così dopo
aver impostato la storia sul desiderio di Jacopo di avere delle relazioni
normali, e sulla frustrazione che gli deriva quando vi deve rinunciare a
causa dei rovesci da lui provocati, riesce difficile immaginare che
gli accidenti, i capitomboli e
gli infortuni a go go che abbiamo appena visto possano essere il frutto
di un
meccanismo psicologico messo in atto dal personaggio per evitare di fare i conti con le proprie debolezze caratteriali. La svolta del film sembra allora un espediente per riportare la commedia di
Federici sui binari di una convenzionalità che annulla in parte il coraggio
dimostrato nella scelta di un soggetto che prova a far ridere contaminando i
presupposti romantici delle sue premesse – non solo l’avventura sentimentale di
un uomo che incontra la donna della sua vita ma anche il contesto sofisticato e
vagamente sognante che il regista riesce a costruire – con una comicità basata su
uso spregiudicato del corpo, soprattutto quello di Ambra Angiolini nel ruolo di Sara, artefice di
capitomboli memorabili come quello che la vede partire per la tangente insieme
alla sua bicicletta dopo essere stata colpita involontariamente dall'imbranato compagno; oppure sempre sul versante splapstick,
l’omaggio alla commedia degli
equivoci celebrata nella sequenza all’interno dell’ascensore, in cui il
casquet
involontario provocato dall’ennesimo colpo di sfortuna spalanca le porte
alla
mitologia pruriginosa dell'italiano latin lover, con Sarà ed il figlio
di Lorenza colti in posa plastica e scandalosa da una sbigottito gruppo
di
prelati. Corroborato da un cast di caratteristi di tutto rispetto - da
Paolo Morelli a Giorgio Colangeli senza dimenticare Anna Galiena di
nuovo sugli schermi dopo un periodo di pausa - "Stai lontana da me" pur
senza far gridare al miracolo assolve il compito assicurando
ottantacinque minuti di intrattenimento spensierato e lieve. Per i tempi
che corrono ci si può accontentare.
1 commento:
Ho visto ieri il trailer...sembra molto interessante e poi l'accoppiata Ambra e Brignano è assolutamente da vedere! Lei è una bella scoperta nel cinema di queste ultime stagioni e lui come comico mi piace moltissimo! Vediamo se riuscirà anche questo "riadattamento"?
Vale -
enjoyitornot.blogspot.it
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