The Vatican Tapes
di Mark Neveldine
con Michael Pena, Olivia Dudley, Djimon Honsou
Usa, 2015
genere, horror
durata, 91'
Se c'è una cosa che il cinema
americano sa fare é quella di cogliere prima degli altri lo
spirito dei tempi e di saperlo trasformare
in una tendenza narrativa. Su questo meccanismo di causa ed effetto si basa
il plot di “The Vatican Tapes”, che mette a sistema il rinnovato scetticismo
contro la chiesa americana
travolta dagli scandali con la speranza di palingenesi indotta dalla
figura di
papà Francesco, fin dal nome emblema di quella purificazione invocata
dai
fedeli, e sintetizzata nel film di Mark Neveldine dalla propensione al
martirio dei vari sacerdoti - alcuni dei quali in trasferta
nientemeno che dal Vaticano - pronti ad immolarsi pur di sottrarre al
maligno quante più anime possibili.
Accade infatti che la Santa
Sede, a fronte della minaccia
rappresentata dalla poveretta di turno, posseduta dal demonio che vuole
fare di lei l'avanguardia di un mminente proselitismo, decida di
organizzarsi inviando oltreoceano il proprio braccio armato; che, nel
caso
in questione, è rappresentato da padre Lozano, il sacerdote interpretato
da un
inedito Michael Pena, per la prima volta in una parte di questo genere, e
dal cardinale Bruum, incaricato di occuparsi in prima persona del rito che dovrà
liberare dal male Angela, impersonata da Olivia Taylor Dudley, che a
differenza di Pena non è nuova al ruolo per averlo frequentato in uno degli
episodi della saga di “Paranormal Activity”.
E proprio alla serie ideata e prodotta da Jason Blum sembra rifarsi il lungometraggio di Neveldine perché il regista nel rapportarsi con un prodotto che azzera ogni sorpresa cerca di sopperire al senso di deja vu allestendo una messinscena dominata dal realismo del found footage, giustificato dal fatto che le esibizioni della tarantolata protagonista ci vengono mostrate dalle immagini dei nastri registrati dalle telecamere di controllo dell’ospedale dove Angela viene ricoverata. Un espediente che se poteva risultare efficace qualche tempo fa, oggi, nella povertà creativa del contesto in questione finisce per evidenziare proprio quei difetti che era stato chiamato a nascondere. E allora pur attraversato dal sottotesto salvifico che in apertura gli abbiamo attribuito ,“The Vatican Tapes” non riesce a guadagnarsi un interesse che vada oltre la visione home video a cui pare effettivamente destinato.
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