giovedì, luglio 30, 2009

Film in sala dal 31 luglio

12 Round
( 12 Rounds )
GENERE: Azione, Thriller
ANNO PROD: 2009
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Renny Harlin

Baby Mama
( Baby Mama )
GENERE: Commedia, Sentimentale
ANNO PROD: 2008
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Michael McCullers

giovedì, luglio 23, 2009

Film in sala dal 24 luglio

Fighting
( Fighting )
GENERE: Azione, Drammatico
ANNO PROD: 2009
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Dito Montiel

Immagina che
( Imagine That )
GENERE: Commedia, Drammatico, Fantasy
ANNO PROD: 2009
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Karey Kirkpatrick

Jonas Brothers: The 3D Concert Experience
( Jonas Brothers: The 3D Concert Experience )
GENERE: Documentario, Musical
ANNO PROD: 2009
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Bruce Hendricks

mercoledì, luglio 22, 2009

lunedì, luglio 20, 2009

STOP LOSS

Dopo un breve introduzione in cui un manipolo di soldati americani cade vittima di un imboscata che costerà la vita ad alcuni di essi, il film si sposta in America, dove assistiamo al ritorno a casa dei sopravvissuti ed alle celebrazioni che la comunità ha organizzato per salutare i suoi eroi. E’ un inizio molto forte dove la crudezza della guerra, ripresa alla maniera dei video che i soldati realizzano sul fronte e poi scaricano sulla rete, si sposa con la retorica dei festeggiamenti di un Paese che vuole esorcizzare le conseguenze delle scelte operate. Un ottimismo a tutti i costi che si riversa come un boomerang sui tre protagonisti, il sergente maggiore Brandon King (Ryan Philips) comandante della squadra e capo carismatico del gruppo, Tony Burgess e Steve Shriver (rispettivamente Joseph Gordon Levitt e Channing Tatum), suoi sottoposti e compagni di una vita, segnati per sempre da quell’esperienza e costretti all’isolamento da una sovrastruttura che identifica l’essenza americana con il patriottismo di propaganda dell’era bushiana. Un sistema che si compatta attorno ad un nazionalismo ottuso e ad atteggiamenti di onnipotenza ( come dimostrano gli slogan omofobici degli amici durante la festa) che non ammette ripensamenti ed è pronto a schiacciare chiunque si tiri indietro, con regolamenti come quello che da il titolo al film, lo “Stop Loss”, una sorta di richiamo coercitivo che rigetta la domanda di congedo di Brandon, traumatizzato dall’esperienza bellica, e lo obbliga a indossare nuovamente la divisa. La decisione di disertare e la fuga che ne deriva cambierà per sempre le vita dei tre ragazzi. Deciso a raccontare la guerra attraverso il punto di vista di chi vi ha preso parte, e desideroso di scuotere le coscienze con un reportage tanto crudo quanto violento, Stop Loss banalizza la complessità dei suoi temi con un intreccio costruito sui luoghi comuni del reducismo ed una serie di semplificazioni (la produzione MTV lascia pensare ad un operazione rivolta al pubblico giovanile) che annullano qualsiasi introspezione; perde di vista il nocciolo della questione (il fenomeno del richiamo coatto che finora ha reclutato 85000 persone ed ha costretto molti di loro alla clandestinità) per trasformarsi in un road movie che assomiglia ad una via crucis, in cui il dolore della famiglia che ha appena perso il figlio, il senso di colpa di chi non è riuscito a salvarlo e la voglia di vivere del reduce mutilato, vengono snocciolati come i grani di un rosario. In questo senso appare esemplare in negativo la scelta di un attore monocorde come Ryan Philips per un interpretazione che dovrebbe esprimere forza e sensibilità e che neanche una direttrice di attori come Kimberly Pierce (Boys don’t cry) riesce a rendere accettabile. Ultimo di una serie di film sulla guerra irachena, “Stop Loss” si pone in questa posizione anche sotto il profilo dal valore artistico, riducendo di molto le credenziali della sua autrice.

giovedì, luglio 16, 2009

Film in sala dal 17 luglio

Harry Potter e il principe Mezzosangue
( Harry Potter and the Half-Blood Prince )
GENERE: Azione, Fantasy, Avventura
ANNO PROD: 2009
NAZIONALITÀ Gran Bretagna, USA
REGIA: David Yates

Ghost Town
( Ghost Town )
GENERE: Commedia
ANNO PROD: 2008
NAZIONALITÀ USA
REGIA: David Koepp

Niente velo per Jasira
( Towelhead )
GENERE: Drammatico
ANNO PROD: 2007
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Alan Ball

Notorious
( Notorious )
GENERE: Biografico, Drammatico
ANNO PROD: 2009
NAZIONALITÀ USA
REGIA: George Tillman Jr.

Obsessed
( Obsessed )
GENERE: Drammatico, Thriller
ANNO PROD: 2009
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Steven Shill

ADVENTURELAND

Ripresosi dalla sbornia demenziale di “Superbad” e finalmente memore di un capodopera come “The daytrippers”, capace di imporlo nel panorama del cinema indie, Greg Mottola realizza la sua opera più personale, raccontando le vicende di James Brennan (Jesse Eisenberg), costretto a lavorare nel parco dei divertimenti di Adventureland per potersi pagare la retta dell’università che dovrà frequentare al termine dell’estate. La scelta forzata si rivela ben presto una palestra di vita, dove il protagonista sperimenta gioie e delusioni di un adolescenza fin lì condizionata dal bigottismo dell’ambiente familiare e da un idealismo che gli preclude i piaceri del gentil sesso. Un educazione sentimentale che si concretizza nella relazione con la giovane Em Lewin ( Kristen Stewart), la ragazza problematica di cui James si innamora, ed attraversata da un gruppo di coetanei che rappresentano con la loro individualità il panorama emotivo di un intera generazione. Intessendo la storia con motivi autobiografici (la città di Pittusburg è la stessa in cui il regista ha trascorso parte della giovinezza mentre l’elemento ebraico, enfatizzato dalle solite madri ingombranti e da padri senza qualità appartengono per natura al Dna dell’autore) Mottola realizza un “amarcord” in cui le caratteristiche della commedia giovanilistica ed a tratti anche demenziale, soprattutto per quanto riguarda i personaggi di contorno (il nevrotico datore di lavoro o l’amico che si diverte a molestarlo) vengono stemperate dalla storicizzazione della vicenda, ambientata nel 1987, e dal realismo con cui il regista descrive le incomprensioni e l’incomunicabilità che da sempre contraddistinguono le esistenze sospese tra un presente insoddisfacente ed un futuro ancora da costruire. Una aspetto presente anche nelle immagini, notturne e dai colori leggermente sfocati quelle riferibili alla vicenda amorosa, sgargianti e movimentate quelle del divertimento e dell’ironia, a cui Mottola fa corrispondere una duplicità di sguardo, che fluttua continuamente dalla visione idealizzata di Em, guardata attraverso gli occhi del protagonista, a quella diretta ed un po’ sarcastica che accompagna le apparizioni della sua rivale, la mitica Lisa P, una ragazza tutte curve e niente cervello che è il simbolo del disimpegno dell’epoca reganiana ed insieme il contraltare femminile da cui prendere le distanze (la scena di ballo che la congeda dagli spettatori rappresenta una specie di giudizio nei suoi confronti). Se poi aggiungiamo la bellezza di una colonna sonora (dal Lou Reed di “The satellite of love”a Bowie ed i Cure) che interagisce con la storia, collocandola in un alone di nostalgia derivante dall’irriproducibilità di melodie così famose, è impossibile non parteggiare in maniera sfacciata per un film che riesce a sorprendere senza essere ruffiano.

lunedì, luglio 13, 2009

ADVENTURELAND


COMING SOON

Transformers. La vendetta del caduto

(di Ethan)

Michael Bay, il principe dell’indelicatezza, è tornato con un nuovo film d’azione che vi rintronerà a forza di megadecibel. È una pellicola allo stesso tempo rumorosa e noiosa: è come guardare la vernice che si asciuga mentre qualcuno vi prende a padellate in testa. E in una situazione del genere due ore e mezza sono davvero troppe. La trama non offre nulla di interessante. ..
Le esplosioni sono così frequenti che fanno sembrare la colonna sonora un rullo di tamburi di 150 minuti.
La ciliegina su questa torta di spazzatura è l’interpretazione di Megan Fox, nel ruolo della soffocante fidanzata di Shia LaBeouf. È toltamente inespressiva. Invece di andare a vedere Transformers è senz’altro più divertente passare un pomeriggio dallo sfasciacarrozze.

Borderland

(di Ethan)


Borderland inizia con una sequenza sconvolgente in cui due poliziotti messicani si scontrano con un gruppo di spacciatori seguaci della santeria. Poi tutto rallenta. Alcuni studenti statunitensi appena laureati partono per il Messico in cerca di alcol ed emozioni. Poi uno di loro scompare dopo una nottata in cui i ragazzi hanno mandato giù qualche fungo allucinogeno. A quel punto Borderland sembra prendere la strada di un film poliziesco...
Ma abbiate pazienza, l’orrore arriverà. E non solo. La brutale orgia di violenze, torture e mutilazioni in cui finirete è talmente realistica che farà sembrare Hostel un cartone animato. Siete avvisati. Buon Cinema

domenica, luglio 12, 2009

TROPA DE ELITE

La visita del Papa a Rio de Janeiro costringe i governanti della città a ripulire la favela che si affaccia sulla dimora del Santo Padre. Un impresa che rasenta l’impossibile per l’efficacia dell’azione malavitosa, organizzata e crudele come quella di Gomorra, ma anche per il contrasto di una polizia endemicamente corrotta. Una resa a priori, che le istituzioni sanciscono con l’impiego della cosiddetta “Tropa de elite”, corpo para militare con licenza di uccidere ed una giurisdizione che si sovrappone alle forze regolari: di nero vestiti ed equipaggiati come Rambo, i soldati si muovono all’unisono sotto la guida del loro capitano, un tipo ferocemente determinato ma qui in crisi di coscienza per la nascita del figlio, e per questo ansioso di sganciarsi da un incarico che diventa sempre piu’ pericoloso. Il compito istituzionale e le istanze private si incrociano con un susseguirsi serrato di azione e spunto sociologico, in un quadro generale di violenza in cui bene e male si fondono in un macabro balletto che non risparmia niente e nessuno: dall’idealismo dei due poliziotti, co protagonisti del film e contraltare al cinismo del loro mentore, alla studentessa benestante e progressista, schiacciata da un ideologia che le impedisce di intuire i pericoli dell’ umanitarismo a tutti i costi, alla stessa favela, erma bifronte, capace di ammaliare con il colore delle sue notti ma anche di uccidere tra l’inconsapevole accondiscendenza dei suoi abitanti.
La scelta di aprire con una scena che si colloca cronologicamente a metà del film catapulta lo spettatore nel vortice dell’azione ed insieme cristallizza il punto di non ritorno dopo il quale moralità e politicamente corretto lasciano il posto ad una resa dei conti fatta di istinto e polvere da sparo, di squarci di luce ed improvvise oscurità,ed in cui la dignità dell’uomo è scavalcata dall’istinto di sopravvivenza. Cadenzato sui ritmi di una colonna sonora che si fa beffa della morte e sembra richiamare nostalgie guerrafondaie, il film ci mostra immagini ipertrofiche che raccontano di uno stato emozionale sempre al limite e di uno sguardo che potrebbe sembrare presuntuoso per l’ipercinetismo della mdp ed invece è il risultato di una rappresentazione del dolore che vuole essere anche una provocazione verso il terzomondismo di facciata che riempie i mezzi di informazione e che è diventato un modo come un altro per rimuovere fastidiosi rimorsi di coscienza. Guardare la favela attraverso gli occhi del potere era una scelta a rischio, per la carica di machismo ed esaltazione connaturata nello spirito di chi si sporca le mani, ma il regista la compie in maniera consapevole, lontano da visioni maniche e senza proporre soluzioni, ma puntando tutto sull’impatto del messaggio. La sguardo, seppur carico di connotazioni che richiamano i peggiori spettri del totalitarismo ( le divise nere ed il teschio assunto come fregio, l’addestramento delle reclute e l’onnipotenza dei comandanti) non è mai fino a se stesso ma teso a definire i limiti di questa follia collettiva. Ne deriva uno stile dinamico che mischia documento e finzione, con la telecamera che rincorre gli eventi e talvolta li precede mentre la pellicola gioca con i colori alterandone la consistenza. Si arriva alla fine con il cuore in gola, attaccati ed insieme respinti da una storia che ti entra nella pelle e li rimane per ricordarti che quello che hai visto esiste e continua ad accadere.

giovedì, luglio 09, 2009

LA RIVOLTA DELLE EX


APPALOOSA

Virgil (Ed Harris) e Everett (Viggo Mortensen) sono due cowboy che si guadagnano da vivere ripristinando la legalità laddove necessario: tutelare la legge è un mestiere che ha sgualcito le loro facce, ha consumato la loro anima ma in compenso ha consolidato la loro amicizia. Brevi soste e lunghe peregrinazioni scandiscono un percorso umano ed esistenziale che assomiglia più ad una fuga dalla vita che ad un bisogno materiale. In questo senso Appaloosa rappresenta il luogo dell’epifania, dove si rinnova il ritorno alla realtà dei due protagonisti, altrimenti destinati ad un oblio fatto di lunghe cavalcate e dormite all’adiaccio. E’ lì che i due forestieri, dominati e quasi annullati dalla maestosità del paesaggio si riappropriano della loro natura: un apparizione che sconvolge gli equilibri e costringe la civiltà a rielaborare l’idea stessa della civile convivenza: così il personaggio di Ed Harris, all’inizio del film accetta l’incarico a patto di riscrivere la legge, di diventare egli stesso il parametro di essa. Un inizio forte che punta tutto sul carisma dei due attori e su un frasario rarefatto, come si addice a chi non è avvezzo alla mondanità: sequenze importanti perchè portatrici dei valori fondanti di quel mondo e proscenio che ci presenta i protagonisti, due tipi con una fisicità costretta da una gestualità ridotta al minimo ed uno sguardo che tradisce un interiorità tormentata. Harris li mette in primo piano ed al centro dell’inquadratura, con la telecamera che li incornicia e sembra volerli fissare per sempre nella memoria attraverso l’assoluta mancanza di movimento della mdp. Accanto a loro, insieme ma distinta anche nel modo di recitare, tutto affidato ad una mimica facciale evidente e zuccherosa, troviamo il personaggio di Renè Zelwegger, una donna falsamente ingenua ed adatta, per decoro ed istruzione, ad ammaliare un tipo come Virgil, desideroso di una promozione sociale che il mestiere gli ha sempre precluso. La sua entrata in scena, per quanto necessaria all’evoluzione della storia, risulta debole dal punto di vista drammaturgico, con scene che vorrebbero rivelare l’umanità dei protagonisti ed invece ne depotenziano l’alone mitico, abilmente costruito nella prima parte del film. Terribile con il suo cappello nero e lo sguardo di ghiaccio, Harris diventa quasi macchiettistico nella parte del novello innamorato. Si salva in parte Viggo Mortensen risparmiato da una sceneggiatura che lo mantiene distante da tali situazioni e gli offre i momenti clou del film, (il bacio malandrino con la donna dell’amico, il duello che definirà vincitori e vinti e pure una visione dal “boduoir” a conferma di una virilità che non può essere messa in dubbio) fino all’epilogo che rilancia il mito della frontiera ed apre nuovi scenari per Everett, che si avvia solitario verso quella Wilderness che lo ringhiotterà fino alla prossima avventura. Consapevole dei suoi limiti, Harris fa di necessità virtu’, privilegiando l’inquadratura stretta e la ripresa fissa che esalta le capacità attoriali ma esclude la dialettica con l’ambiente, urbano e naturale, e con esso l’afflato che ne deriva. La sensazione è quella di un western con il passo troppo corto per stare dietro ai rimandi che un film western dovrebbe avere e che invece Appaloosa riesce solo ad evocare.

Film in sala dal 10 luglio

Adventureland
( Adventureland )
GENERE: Commedia
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Greg Mottola

St. Trinian's
GENERE: Commedia
NAZIONALITÀ Gran Bretagna
REGIA: Oliver Parker, Barnaby Thompson

Una notte con Beth Cooper
( I Love You, Beth Cooper )
GENERE: Commedia
NAZIONALITÀ Canada
REGIA: Chris Columbus

martedì, luglio 07, 2009

IL SUPERPOLIZIOTTO DEL SUPERMERCATO

Confortati dai risultati del box office che preferisce la popolarità dell’interprete alla coerenza dell’opera, e costretti da una mancanza di idee che è diventata la caratteristica principale della maggior parte del cinema di quelle parti, i Mogul Hollywoodiani confermano la tendenza di un cinema palcoscenico, con la star di turno ingaggiata per attraversarlo con i segni caratteristici della sua popolarità. E’ il cinema di Adam Sadler e del primo Jim Carrey e diventa da oggi anche quello di Kevin James, assurto a massima popolarità cinematografica dopo varia gavetta televisiva e la parte da coprotagonista in “Hitch”, dove interpretava il tipo a cui Will Smith dispensava i consigli per conquistare il cuore della ricca finanziera.
Dotato di naturale leggiadria a discapito di un fisico a dir poco debordante, il nostro è diventato famoso per l’interpretazione di personaggi costretti a sfoderare la propria vitalità per sopperire ad un appeal lontano dai canoni richiesti dal mercato. Gli svantaggi costruiti dal copione uniti alla contaggiosa empatia dell’attore costituiscono una miscela irresistibile per il pubblico americano che finisce per immedesimarsi così tanto alle imprese del nostro eroe da decretarne il successo indipendentemente dalla qualità dell’operazione in cui è coinvolto. Caratteristiche che questo film conferma a partire dal titolo originale (Paul Blart: small cop), in cui i dati anagrafici messi in bella vista esauriscono ed insieme enfatizzano i contenuti di una storia costruita addosso all’attore chiamato ad interpretare un addetto alla sicurezza di un grande magazzino che aspira a diventare poliziotto e nel frattempo è costretto ad affrontare un manipolo di manigoldi che vuole impossessarsi degli incassi dell’esercizio in cui lavora. Alle prese con una missione impossibile, Paul avrà modo di andare oltre le apparenze rivelando un coraggio da leoni e finirà per conquistare il cuore di Amy, la commessa di cui è innamorato, a sua volta coinvolta come ostaggio nella vicenda. Ambientato per la maggior parte all’interno del grande magazzino che fa da sfondo alla storia, “Il superpoliziotto del supermercato” cerca di assecondare i gusti del pubblico semplificando al massimo il canovaccio e facendo del personaggio un emblema di una bontà ai limiti dell’autolesionismo. Ma è proprio la mancanza di cattiveria e conseguentemente di un Villain che renda credibili le fatiche del personaggio ad azzerare i motivi del divertimento. Con le armi spuntate e per nulla supportato da una regia che confonde il minimalismo con la superficialità, James si limita a fare quello per cui è stato ingaggiato, sfoderando l’ennesima versione dello sfigato dal cuore tenero. Massimo risultato con il minimo sforzo se è vero che il botteghino americano ha ampiamente ripagato gli sforzi messi in campo, facendo de “Il superpoliziotto” uno dei film più visti della stagione.

venerdì, luglio 03, 2009

24 Hour Party People

24 Hour Party People, di Michael Winterbottom, narra la vicenda professionale e privata di Tony Wilson, colui che alla storia passerà come lo scopritore di gruppi inglesi musicali quali Joy division, New order, Happy monday e il fondatore dell'etichetta indipendente Factory Records.
Ma il film si offre anche un come valida opportunità per rinfrescare la memoria su ciò che è stata la new wave per la scena musicale britannica, un movimento di rinnovamento culturale e musicale, di rottura degli schemi noti, una vera onda che investì con forza tutta la scenda musicale inglese e mondiale, partorendo gruppi che rimarranno alla storia e condizionando i futuri sviluppi della musica stessa.
Scomparso lo scorso 2007, Wilson per decenni si è dedicato alla cultura new wave, dando voce ad artisti genialoidi quali Ian Curtis e Shaun Ryder, assecondando i loro eccessi, le loro manie autodistruttive, la loro inefferrabile poetica, fermamente convinto dell'importanza e bellezza di tale rinnovamento e fedele alle proprie intuizioni.
Tony Wilson fondò anche un locale notturno, l'Hazienda, che raccolse per anni gli appassionati di new wave e che fu palcoscenico per miriadi di bands inglesi.
Winterbottom, appassionato di musica, mette in scena un pezzo di storia inglese sullo sfondo di una Manchester notturna, che sotto il grigiore cova energia dirompente: giovani allo sbando, in cerca di una propria identità, si riversano come fiume nei locali notturni, che diventano a loro volta luogo di costruzione di una realtà parallela e più amabile.
Il film porta alla luce la personalità di cantanti e musicisti singolari e di grande forza espressiva, che, come spesso accade, finiscono per autodistruggersi invasi dagli eccessi del proprio ego.
Ottima colonna sonora, molto belli i titoli di coda.

giovedì, luglio 02, 2009

Film in sala dal 3 luglio

Il superpoliziotto del supermercato
( Paul Blart: Mall Cop )
GENERE: Azione, Commedia, Poliziesco, Family
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Steve Carr

La rivolta delle Ex
( The Ghosts of Girlfriends Past )
GENERE: Commedia, Romantico
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Mark Waters

Miss Marzo
( Miss March )
GENERE: Commedia
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Zach Cregger, Trevor Moore

Outlander - L'ultimo Vichingo

( Outlander )
GENERE: Avventura
NAZIONALITÀ USA
REGIA: Howard McCain